Nel 1994, ancora dilettante, conquista la medaglia d'oro ai Mondiali su pista di Palermo nella specialità dell'inseguimento a squadre. Due anni dopo a Manchester vince anche la medaglia di bronzo di specialità.
Nel 2005 alla Vuelta a Murcia viene trovato positivo allo stimolante carphedon e squalificato per due anni, ma dopo il ricorso l'originario periodo di squalifica viene ridotto a un anno.[1] Tornato alle corse nell'aprile 2006 con il Team Lamonta, nel 2007 passa alla Tinkoff Credit Systems, ma in aprile viene nuovamente fermato fino a inizio 2008 da una sentenza della Corte Cantonale svizzera.[2] Nel 2008 viene messo sotto contratto dalla Serramenti PVC Diquigiovanni-Androni Giocattoli di Gianni Savio, con cui vince una frazione al Tour de Langkawi; nel 2009 è alla ceca PSK Whirlpool-Author, con cui vince tre corse.
Nel 2010 Alessandro Petacchi lo vuole fortemente come gregario per le volate e la Lampre-Farnese Vini, formazione UCI World Tour, lo mette sotto contratto; in stagione Hondo si ritaglia comunque anche alcuni spazi, vincendo una tappa al Giro di Sardegna e andando due volte a podio al Giro d'Italia. Rimane in Lampre fino a fine 2012, quando passa alla RadioShack-Leopard. Si ritira dall'attività nel settembre 2014.
Dopo il ritiro
Nel 2015 assume la carica di commissario tecnico della Nazionale svizzera Under-23 su strada. Nel 2017 diventa anche selezionatore della Nazionale svizzera élite. In seguito alle rivelazioni sul doping del medico Mark Schmidt di Erfurt,[3] in un'intervista del 12 maggio 2019 resa all'emittente tedesca ARD, Hondo confessa di essere stato cliente di Schmidt, affermando di aver pagato 30.000 euro per trasfusioni di sangue nel 2011. A seguito di queste rivelazioni, la Federazione ciclistica svizzera lo solleva immediatamente dagli incarichi di CT.[4]
Nel novembre 2020, a seguito di un procedimento presso il Tribunale regionale di Monaco di Baviera, fonti giornalistiche riportano frasi in cui Hondo ammette di essersi dopato con Alessandro Petacchi: «Se hai un rapporto così stretto, quasi fraterno, allora non hai problemi a doparti insieme in una stanza».[5][6] Le successive polemiche vengono spente dagli stessi Hondo e Petacchi, che evidenziano trattarsi di un errore nella traduzione delle dichiarazioni.[7]