Iniziò la sua attività agonistica come corridore di ciclocross: in questa specialità conseguì diverse vittorie, specie nei campionati nazionali sia da dilettante (vincitore nel 1980 e 1981), sia da professionista (vincitore nel 1984 e 1985, secondo nel 1982). Passato professionista su strada nel 1982 con la Puch-Eorotex-Campagnolo, al primo anno tra i pro vinse il Trofeo Luis Puig.
Nel 1983 si trasferì alla spagnola Teka. Negli anni successivi riuscì a mettersi in luce soprattutto nelle brevi corse a tappe: numerosi furono i suoi podi nelle corse spagnole e di tanto in tanto anche le vittorie. Nelle grandi corse a tappe ottiene i migliori risultati alla Vuelta a España, classificandosi due volte secondo, nel 1987 e nel 1988, terzo nel 1984 e quarto nel 1986, e vincendo in totale tre tappe. Si aggiudicò anche due campionati tedeschi occidentali, nel 1984 e nel 1986.
Si ritirò dal ciclismo professionistico nel maggio 1990 a causa delle lesioni craniche rimediate durante la dodicesima tappa della Vuelta a España 1989, nel tunnel di Cotefablo (Huesca), quando, a causa della scarsa illuminazione, cadde battendo violentemente la testa.[1] Unipublic S.A., organizzatore della Vuelta, fu per questo condannata a pagare un indennizzo a Dietzen.[2]
Dopo il ritiro fu per sei stagioni, dal 2003 al 2008, direttore sportivo del team professionistico tedesco Gerolsteiner.