Il tempio monumentale fu voluto da papa Pio XI nel 1931, in ricordo delle celebrazioni indette per commemorare il XV centenario del concilio di Efeso, che sancì i dogmi della maternità divina e della verginità perpetua di Maria, presenti nella tradizione patristica e nella devozione popolare fin dalle origini della Chiesa.
Fu costruito tra il 1931 ed il 1933 su progetto dell'architetto Cesare Bazzani, realizzato da Clemente Busiri Vici, e consacrato nel 1937 dal vescovo Francesco Beretti. È sede della parrocchia omonima, eretta da Pio XI il 1º dicembre 1933, anno del Giubileo straordinario della Redenzione, con la costituzione apostolica "Quo perennius".
Dal 1º settembre 2016 ne è parroco Monsignor Luigi Storto, nominato con decreto n. 877/16 del Vicariato di Roma.
Descrizione
L'ingresso centrale è preceduto da un pronao con frontone triangolare sorretto da due colonne con capitelli corinzi e da pilastri laterali. All'interno del frontone si trova lo stemma di papa Pio XI; vi sono inoltre due ingressi laterali che si aprono in due corpi di fabbrica curvilinei, posti a lato del pronao. Due piccoli campanili laterali, culminanti in affiancano la grande cupola che poggia su un tamburo ottagonale ed è sormontata da una lanterna, anch'essa ottagonale. Nel tamburo si aprono otto grandi finestre rettangolari, una per lato.
La chiesa presenta una pianta a croce greca. Nell'abside semicircolare si aprono cinque finestre a tutto sesto, sopra le quali, entro una cornice, corre l'iscrizione SANCTA MARIA MATER DEI ORA PRO NOBIS (Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi). Nel catino absidale si trova un affresco del pittore Federico Morgante[1][2].
Note
^Valeria Arnaldi, Federico Morgante e il dinamismo del movimento statico