Le circa dieci stanze nelle quali i due famosi poeti composero alcune delle loro migliori poesie si trovano al primo piano di Palazzo Guidi, costruito nel XV secolo per l'illustre famiglia dei Ridolfi nel borgo di "Piazza" (il nome antico di questa zona quando era ancora fuori dalla cinta muraria), il cui stemma (una corona con delle palme incrociate) campeggia ancora sulla facciata.
Il palazzo è composto di due corpi distinti all'esterno ma uniti internamente: il palazzo intonacato su via Maggio e quello con il bugnato al pian terreno in angolo con via Mazzetta. Nel XVI secolo in seguito alla Congiura dei Pucci, alla quale avevano preso parte anche i Ridolfi, il palazzo fu confiscato da Cosimo I che ne fece dono all'Ordine dei cavalieri di Santo Stefano da lui istituito. Lo acquistò in seguito un ammiraglio dell'ordine, Jacopo Guidi di Volterra, che diede il suo nome al palazzo.
I Browning
Risale al 1847 la divisione in appartamenti, uno dei quali, al piano nobile, fu affittato da Browning per tre mesi, già arredato.
Un anno dopo, in maggio, la coppia affittò di nuovo la stessa dimora per un periodo più lungo, però senza arredi, dedicandosi così alla decorazione delle stanze.
Elizabeth e Robert vissero il loro idillio a Firenze, che allora contava ben un quarto di residenti stranieri nella popolazione, sposandosi segretamente per via dell'opposizione del padre di lei e ispirando il mito romantico di una città solare e libera rispetto alle opprimenti ipocrisie e pruderie della società inglese dell'epoca vittoriana. Il loro figlio Pen nacque qui nel 1849 e crebbe nella casa, studiando pianoforte sullo strumento che ancora è presente nella camera da letto.
Anche se i Browning si spostavano spesso in Inghilterra, a Parigi, a Roma, a Siena, la loro dimora principale fu questa fino alla scomparsa di Elizabeth nel 1861, anno in cui Robert lasciò la casa e si trasferì a Venezia, dove morì nel 1889.
Una casa museo da affittare
Il museo odierno, a differenza delle altre case museo fiorentine (come il Museo Stibbert, il Museo Bardini o la Casa Museo Rodolfo Siviero), non si è originato dal lascito del proprietario, quindi con una sostanziale originarietà nella disposizione dei pezzi, ma è frutto di una ricostruzione operata a partire dal 1971, grazie all'acquisto della casa da parte del Browning Institute di New York, che la restaurò in base a fotografie e descrizioni dell'epoca e l'aprì al pubblico.
Passato nel 1992 al college di Eton, il restauro si è fatto via via più minuzioso, con la ricollocazione di numerosi pezzi originali, dei quali esiste anche un catalogo datato 1913.
La mobilia, spesso semplice e funzionale, comprata a volte dai rigattieri fiorentini dalla coppia, è disposta in 4 sale accessibili al pubblico, che sono la sala da pranzo, quella da letto, il salone con i libri e lo studio di Robert, decorato da affreschi su tutte le pareti.
Nel creare la casa si è voluto mantenere l'atmosfera di una casa vissuta e reale piuttosto che di un museo, mantenendo l'atmosfera originale anche con oggetti di vita quotidiana.
Nell'androne del palazzo il busto di Robert è una copia dell'opera di William Wetmore Story, amico di famiglia dei Browning. Dal balcone su via Mazzetta Elizabeth vide una manifestazione nel 1847 e l'anno dopo assistette al rientro degli Asburgo-Lorena, due episodi descritti nel poema Casa Guidi Windows.
Dal 1995 l'appartamento è gestito dal Landmark Trust, una fondazione inglese no profit che recupera edifici storici e li affitta per vacanze, così oggi l'intero appartamento è disponibile per soggiornare.
Dopo la morte di Elizabeth il comune di Firenze mise sul portone una targa che celebra il legame creato dalla poetessa fra l'Italia e l'Inghilterra.
Curiosità
Elisabetta Barrett Browning è ricordata da due targhe: una sulla facciata del palazzo in via Maggio, dettata da Niccolò Tommaseo:
«Qui scrisse e morì Elizabeth Barrett Browning che in cuore di donna conciliava scienza di dotto e spirito di poeta e fece del suo verso aureo anello fra Italia e Inghilterra pone questa memoria Firenze grata 1861»
La seconda si trova su via Mazzetta e riporta alcuni suoi versi:
«I hear last night a little child go singing neath Casa Guidi windows, by the church "O bella libertà, o bella..." Per deliberazione del comune MCMXVI»