Nato a Prestinone nel 1871 in una umile famiglia di contadini della Val Vigezzo, mostrò il suo talento dopo aver iniziato a frequentare i corsi di pittura, disegno e ornato presso la locale scuola d'arte Rossetti Valentini[1] di Santa Maria Maggiore – dove strinse forti rapporti di amicizia con altri futuri pittori come Giovanni Battista Ciolina, Gian Maria Rastellini e Lorenzo Peretti Junior – seguendo gli insegnamenti di Enrico Cavalli, grande conoscitore dell'arte francese di quell'epoca, il quale lo spronò in maniera decisiva affinché seguisse la via della pittura.
Nella primavera del 1891 espose due opere, La bottega del calderaio e Ricordanze, alla Prima Triennale di Brera,[2] occasione fondamentale che lo mise in contatto per la prima volta con le istanze divisioniste. Durante il suo soggiorno a Lione, tra il 1894 ed il 1895, in compagnia dell'amico e collega Ciolina, Fornara si avvicinò alla corrente pittorica del neoimpressionismo, il cui influsso si manifesta nell'opera En plen air, che venne tuttavia rifiutata nel 1897 dalla Terza Biennale di Brera, nonostante il giudizio molto positivo di alcuni artisti, tra cui Giuseppe Pellizza da Volpedo e Giovanni Segantini, due dei maggiori esponenti della corrente divisionista.
Entrato in contatto con Alberto Grubicy de Dragon, titolare della Galleria Grubicy e fratello del promotore del divisionismo a livello europeo, il mercante d'arte e pittore egli stesso Vittore Grubicy de Dragon, fu molto apprezzato da entrambi e messo in contatto con Segantini, che volle il giovane artista come suo assistente, per l'Esposizione di Parigi del 1900.
Grazie al patrocinio dei Grubicy, Fornara fu presente ad esposizioni pittoriche nazionali ed internazionali di una certa rilevanza in quegli anni; ma l'adesione alla scuola divisionista iniziò gradatamente ad indebolirsi, fino a scemare del tutto intorno agli anni venti, quando l'artista iniziò a cercare uno stile pittorico del tutto personale. A partire dal 1922 si ritirò definitivamente nella sua amata Val Vigezzo, dove morì nel 1968.
Mostre
Una scuola di pittura in Val Vigezzo: 1881-1919: Torino/Novara, 1990
Carlo Fornara. Un maestro del divisionismo: Trento, 1998
Carlo Fornara. Il colore della valle: Acqui Terme, 2007
Paesaggi dell'Ottocento. Verso la luce[3]: Riva del Garda, 2010
"Carlo Fornara nel centenario della sua nascita", n. 3 rivista "Oscellana",[1] Domodossola, 1971
"Carlo Fornara pittore", Marco Valsecchi/Franco Vercelotti, ed. All'insegna del pesce d'oro, Milano, 1971
"Enrico Cavalli e la pittura vigezzina", Guido Cesura, ed. Colombi, Pero, 1974
"Scuola di belle arti Rossetti Valentini in Santa Maria Maggiore. Vicende e contributi alla pittura vigezzina nel centenario della fondazione", Davide Ramoni, tip. S. Gaudenzio, Novara, 1978
"Una scuola di pittura in Val Vigezzo: 1881-1919. Carlo Giuseppe ed Enrico Cavalli, Giovanni Battista Ciolina, Carlo Fornara", Dario Gnemmi, Marco Rosci, Enzo De Paoli, Anna Gelli, Gianni Pizzigoni, ed. Il Quadrante, Torino, 1990