Barghe si trova in Valle Sabbia alla convergenza fra il fiume Chiese e la strada che dalle coste di Sant'Eusebio porta a Brescia.
Sismologia
Secondo la Classificazione sismica il comune appartiene alla zona 2 (zona con pericolosità sismica media dove possono verificarsi terremoti abbastanza forti)[5].
Clima
Barghe appartiene alla zona climatica E.[6] (Comuni con gradi-giorno tra 2101 e 3000.)
Origini del nome
Secondo alcuni[chi?] il nome deriva da un antico ponte di barche che attraversava il fiume Chiese per consentire ad uomini e merci delle Valli di risalire verso il Trentino. Secondo la tesi più accreditata[da chi?] il nome deriverebbe dall'etimo "barek", che significa banco, copertura. Pare infatti che nel medioevo in questa zona della Valle Sabbia, profittando del riparo di una grande parete rocciosa e ben soleggiata, vennero costruite delle tettoie recintate destinate alla custodia e riparo di animali domestici: capre, mucche, pecore. Queste baracche di legno utilizzate oltre che per il bestiame anche al ricovero di viandanti, avrebbero indicato la località.[senza fonte]
A Barghe in una grotticella situata dietro l'abside della cappella di S. Gottardo, un piccolo santuario incuneato nella roccia di una stretta gola in prossimità della statale del Caffaro fu rinvenuta una testimonianza paleontologica della Valle Sabbia. In tale cavità nel secolo scorso furono rinvenuti avanzi di fauna pleistocenica, insieme con resti ed alcuni oggetti preistorici: tra questi una lama ritoccata di selce grigia.
I reperti fino al 1944 furono conservati nel cassetto di un mobile della sacrestia.[7]
Successivamente la lama unitamente a quattro schegge atipiche di selce rossiccia, altre testimonianze di vita preistorica, vennero consegnate per la custodia al Museo di Storia Naturale di Brescia.
La perdita della qualifica di comune
In conseguenza della riforma amministrativa compiuta in epoca fascista, fra il 1923 e il 1929, Barghe perse la qualifica di Comune, per divenire una frazione del vicino Comune di Sabbio Chiese. L'atto ufficiale della fusione con il Comune di Sabbio Chiese porta la data 26 giugno 1928.
Al termine della seconda guerra mondiale e della caduta del Fascismo, gli abitanti di Barghe iniziano immediatamente le pratiche per riavere l'autonomia comunale. I barghesi infatti non accettarono mai la subordinazione al comune di Sabbio Chiese, che consideravano la conseguenza di una iniqua legge fascista.
Il ritorno alla autonomia locale
Solo nel 1956, il prefetto di Brescia firmò l'atto di ricostituzione del Comune di Barghe. Il decreto fu firmato dall'allora Presidente della Repubblica, Enrico De Nicola, in data 16 luglio 1956.
Fu nominato un Commissario Prefettizio, in attesa della nomina del nuovo sindaco. Barghe era però privo di una adeguata sede municipale. Intervenne allora la signora Maria Beccalossi vedova Bonacina che con una munifica donazione rese possibile l'acquisto dell'area necessaria per la costruzione del palazzo municipale.
Le prime elezioni comunali si svolsero il 26 maggio 1957.[8]
Simboli
«Di azzurro, al badile e al piccone di argento, manicati di legno, in decusse, e alla lampada da minatore, accollata sull'incrocio dei due arnesi, accostati in capo e in punta da due api d'oro, dal volo spiegato. Ornamenti esteriori da Comune.»
Lo stemma è stato creato nel 1960 e, privo di un decreto di concessione ufficiale, è usato liberamente dal Comune. Gli attrezzi per lo scavo simboleggiano i locali giacimenti minerari di ferro e di rame, e le api l'operosità delle industrie per la produzione e la lavorazione dei latticini e delle segherie per legname.[9]
Lo scudo è sormontato dalla corona muraria, utilizzata nell'araldica civica italiana per simboleggiare la corona di Comune d'argento. La corona è un attributo iconografico dell'Italia (nella scultura e nella pittura) ed è una personificazione simbolica della Nazione. In basso, posti in decusse, due ramoscelli verdi di lauro a destra e di quercia a sinistra uniti al centro da un fiocco di colore rosso, racchiudono lo scudo sui lati.
Il gonfalone è un drappo partito di rosso e di bianco.