Nel 2003 crea un'associazione religiosa intitolata "Confraternita Beata Vergine Maria del Monte Carmelo", formata da sacerdoti e laici dediti ad una vita di preghiera personale e di lettura spirituale.[1]
Nel corso dei ventisette anni di insegnamento svolto presso la Facoltà teologica di Palermo, si dedica alla teologia dogmatica e poi alla spiritualità, pubblicando quindi i risultati della ricerca in articoli, volumi e recensioni; fra questi figura il volume del 2009 presso Glossa Editrice: la traduzione con introduzione e note de "La pratica facile per elevare l'anima a Dio" del mistico francese seicentesco Francois Malaval.[1] Come esperto nella Congregazione per l'educazione cattolica, collabora alla stesura de "La cultura della qualità. Guida per le Facoltà ecclesiastiche", pubblicata dalla Libreria editrice vaticana.[1]
Presso la Conferenza episcopale siciliana è vescovo delegato per l'ecumenismo e il dialogo interreligioso ed è vicepresidente del Comitato preparatorio del V Convegno ecclesiale della Chiesa italiana, svoltosi a Firenze nel 2015.[2]
Degni di nota sono lo stimolo da lui dato, quale vescovo di Acireale, allo scopo di realizzare delle piccole imprese in campo agricolo e turistico, nonché l'impegno sociale in aiuto delle fasce deboli, ma anche come creazione di possibilità di occupazione per chiunque.[6]
In qualità di presidente pro-tempore della fondazione "Città del Fanciullo" e assieme a don Roberto Fucile, direttore dell'Ufficio diocesano per la pastorale del turismo, pellegrinaggi e sport, cura anche la realizzazione del progetto dell'Ecomuseo del cielo e della terra, nel quale sono coinvolti la diocesi di Acireale, il comune di Randazzo, il gruppo di azione locale "Terre dell'Etna e dell'Alcantara", l'ente parco fluviale dell'Alcantara, l'associazione culturale "Cento Campanili" e la fondazione "Regina Margherita".[7]
Il 24 maggio 2022 l'assemblea generale dei vescovi italiani ha votato una terna di nomi da indicare a papa Francesco come presidente della CEI; oltre a lui sono stati votati i cardinali Augusto Paolo Lojudice e Matteo Maria Zuppi; quest'ultimo poi è stato scelto dal Papa.[10]
Lo stemma presenta uno scudo troncato – semipartito.
Nel primo si allude alla tensione ideale del vescovo che vede l'intera realtà creaturale sussistere nella Trinità divina, rappresentata dai tre anelli d'oro, male ordinati e intrecciati. Questi sono accompagnati nel cantone destro da una stella anch'essa d'oro, che raffigura Maria, vergine prima, durante e dopo il parto, figura e modello della Chiesa e dell'umanità intera, già redenta e trasfigurata.
Nel secondo si riflette la provenienza e l'esperienza ecclesiale passata del vescovo, in gran parte effettuata nella Facoltà Teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista" in Palermo, raffigurata tradizionalmente nell'aquila che tiene il libro con gli artigli, e qui presente nell'aquila dal volo abbassato, posata sul libro chiuso posto in fascia, anch'essi d'oro. Per altro, l'aquila ricorda anche lo stemma della città di Alcamo, da cui il vescovo proviene.
Nel terzo si apre alla nuova missione del vescovo nella Città e nella Diocesi di Acireale, raffigurati nel cielo in cui si innalzano tre scogli emergenti in sbarra dal mare calmo e di altezza digradante da destra, similmente a quanto si vede nello stemma della Città capodiocesi. Questo è raffigurato al naturale ed accompagnato in capo da tre api d'oro ordinate in fascia, preziose per la loro laboriosità e il dolcissimo frutto del loro lavoro.
Lo scudo è accompagnato in punta da una lista svolazzante al naturale, foderata di rosso, caricata dal motto HUMILITAS AC DULCEDO in lettere latine maiuscole, che ricordano l'infaticabile servizio episcopale di Francesco di Sales, da lui stesso così riassunto pochi giorni prima della sua dipartita, dacché egli si studiò di tenersi in umiltà davanti a Dio e di usare dolcezza verso il popolo a lui affidato. Lo scudo, accollato ad una croce astile "tribolata" d'oro, è timbrato da un galero di colore verde, dal quale pendono 12 fiocchi, (6 per lato), dello stesso colore, disposti 1,2,3, ornamenti che indicano la dignità episcopale.
^abcAntonino Raspanti, su ernestodilorenzoeditore.it, 11 giugno 2014. URL consultato il 9 marzo 2022 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2018).