I suoi compiti oggi sono il trasporto tattico, il trasporto materiali, mezzi ed equipaggiamenti, il trasporto sanitario d'urgenza, il trasporto organi per trapianto, l'aerosgombero sanitario e il supporto alla Protezione civile[1] sia sul territorio nazionale che all'estero. Dal 1956, è l'unico reparto dell'Aeronautica Militare a occuparsi di tali compiti.
Storia
Nato il 15 febbraio del 1940 come 46º Stormo da bombardamento terrestre della Regia Aeronautica, dotato degli sperimentati trimotori Savoia-Marchetti S.M.79 e basato presso l'aeroporto Arturo Dall'Oro di Pisa, al 10 giugno successivo era comandata dal Col. pilota Umberto Nannini con il 104º Gruppo del Ten. Col. Giorgio Porta sui Savoia-Marchetti S.M.79 con la 252ª Squadriglia (8 SM 79) e 253ª Squadriglia (7 SM 79) ed il 105º Gruppo del Mag. Galeazzo Ciano/Magg. Remo Cadringher con la 254ª Squadriglia (8 SM 79) e 255ª Squadriglia (7 SM 79) inquadrata nella 5ª Divisione Bombardamento Terrestre "Eolo" del Gen. B.A. Augusto Bonola di Viterbo della 3ª Squadra aerea.
Nella notte del 21-22 giugno, 6-10 bombardieri Savoia-Marchetti S.M.79 del 104º Gruppo attaccano Marsiglia in due ondate successive.[2] La contraerea francese reagì senza successo e i caccia Dewoitine D.520 dell'Armée de l'Air non riuscirono a fermare gli aerei italiani.
Quella notte, 4.200 chili di bombe si abbatterono sulla città, facendo 143-144 vittime civili e 136 feriti (Bombardamento italiano di Marsiglia).[3]
A fine Luglio il 105º Gruppo fu rischierato presso l'aeroporto di Catania-Gerbini per partecipare alle operazioni di bombardamento dell'isola di Malta.
Il 4 novembre il 46º Stormo si trasferì sull'aeroporto di Tirana, in Albania, in vista dello scoppio delle ostilità[4] con la Grecia, al termine delle quali, nel maggio 1941 si rischierò da Tirana a Bari,[5] in Puglia. Il reparto viene convertito all'aerosiluramento nel maggio 1942 e partecipa a tutti gli eventi bellici della seconda guerra mondiale sino all'8 settembre del 1943.
L'11 agosto 1942 il 105º Gruppo divenne Autonomo[6] trasferendosi sull'aeroporto di Decimomannu.[5] Il reparto partecipò alla battaglia di mezzo agosto, e al successivo contrasto agli sbarchi anglo-americani in Algeria e Marocco.[7]
Lo stormo fu decorato di Medaglia d'oro al valore militare. Il 46° pagò un tributo altissimo contando più di 110 caduti nel conflitto. Tra questi il S.Ten.Alessandro Caselli (MOVM) ed il Mar.marconista Attilo Grassini (MAVM) nella campagna di Grecia e nei cieli del Mediterraneo il Cap. Lidio Urbano Mancini (MOVM), i Ten. Silvio Angelucci (MOVM) e Mario Ingrellini (MOVM) ed il Serg.Magg.pilota Giorgio Compiani (MOVM).[8]
Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 le unità rimaste efficienti in parte si sciolsero e solo una squadriglia, la 253ª, riuscì a ripiegare nella ricostituita Aeronautica Cobelligerante, prima in Sardegna e poi all'Aeroporto di Lecce-Galatina.
Lo stormo trasporti
L'attuale 46ª Brigata Aerea prende origine dallo Stormo Trasporti schierato dal 1948 sull'aeroporto di Roma-Centocelle, formato inizialmente dal solo 2º Gruppo (102ª Squadriglia, già Squadriglia P e 103ª Squadriglia, già Squadriglia da osservazione aerea) ed in seguito dal 98º Gruppo (ricostituitosi nel 1944 con le Squadriglie 240ª e 241ª Squadriglia). Nel 1949 prenderà la denominazione di 46º Stormo dotato di Beechcraft 18, definendo in quella data il glorioso stemma del Lupo e della costellazione della Lyra con la sua stella più luminosa la Vega, stemma che tuttora viene sfoggiato con orgoglio, sul petto dei suoi equipaggi e sulle derive dei suoi velivoli, nei cieli di tutto il mondo.
Nel 1953 lo Stormo inizia il trasferimento da Centocelle a Pisa, iniziando a ricevere i nuovi C-119, i famosi Vagoni Volanti. Sarà con questi velivoli che verranno scritte alcune delle pagine più gloriose ma anche più dolorose dell'Aeronautica Militare.
La 46ª Brigata Aerea
Dal 1954 lo Stormo si trasforma in 46ª Aerobrigata Trasporti Medi, e dal 1956 (crisi di Suez) la Brigata inizierà la sua incessante opera di ponti aerei che ancora oggi continua nei cieli di tutto il mondo.
Con l'epopea dei C-119 l'Aerobrigata viene chiamata ad operare in tutti i contesti nazionali ed internazionali (sia squisitamente militari che di soccorso alle popolazioni) con totale pieno apprezzamento per l'alta professionalità dimostrata.
Sarà grazie a questi risultati che verranno chiamati ad operare per conto dell'ONU in Congo. Questo lungo periodo si dimostrerà duro e difficile e anche particolarmente doloroso. Dalla data di inizio dell'"Operazione Congo" 22 agosto 1960 al 19 giugno 1962 questi uomini con i loro velivoli avevano trasportato in condizioni operativamente difficili e rischiose truppe e materiali perdendo ben 21 uomini, e tre velivoli del 2º Gruppo volo.
Fu proprio durante questa operazione che avvenne l'efferato Eccidio di Kindu il cui ricordo è gelosamente custodito non solo nelle memorie del personale del reparto, ma nel Sacrario eretto grazie al contributo volontario dei cittadini italiani organizzato dalla RAI, nel viale di accesso alla Base aerea di Pisa.
Con l'intenso utilizzo dei velivoli i Fairchild C-119 incominciavano a risentire della loro età. Si sente la necessità di aumentare l'organico di uomini e di mezzi ed è così che rinasce nel gennaio del 1964 il 50º Gruppo con 25 C-119J, ex USAF.
Negli anni successivi le attività prettamente militari e di soccorso si alterneranno senza soluzione di continuità con i "Vagoni Volanti" portando gradatamente un naturale invecchiamento che si concretizzerà con l'acquisto dei nuovi velivoli da trasporto medi C130H che dal 1972 verranno assegnati al 50º Gruppo.
Viene intanto ridenominata 46ª Aerobrigata Trasporti il 9 maggio 1972.
Dal 1977 si pensa a sostituire anche i restanti C-119 rimasti al 2º ed al 98º Gruppo e la scelta cadrà su un velivolo da trasporto tattico di costruzione nazionale il G.222.
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Con il 1978 ha quindi inizio una fase di completa ristrutturazione delle linee di volo e degli equipaggi. Le attività crescono in modo esponenziale dando origine a nuove specialità quali quelle dell'antincendio boschivo. Il primo velivolo ad effettuare questo nuovo tipo di impiego sarà il C130H con il suo "portobello" a seguire, subito dopo poco, anche i G.222; questa ulteriore attività a favore della comunità verrà svolta con grandi sacrifici (due equipaggi con 8 caduti e 2 velivoli distrutti) sino al mese di maggio 2000.
Il 1º novembre 1985 l'Aerobrigata assume l'attuale nome di 46ª Brigata Aerea.
Gli uomini della 46ª opereranno dal circolo Polare Artico all'Antartide con le missioni a supporto del PNRA "Progetto Antartide" ai soccorsi per le popolazioni terremotate, alluvionate o colpite da carestie un po' in tutto il mondo. Operazioni come la Cambogia del 1984, l'Eritrea del 1985, la Somalia 1992/94, tracceranno un solco indelebile e lasceranno nei suoi uomini ricordi ancora oggi presi ad esempio dalle nuove generazioni del personale.
Sarà sempre durante una delle infinite attività a carattere umanitario e precisamente nella martoriata ex-Iugoslavia che avverrà l'ennesimo sacrificio di un equipaggio. Nel corso della missione UNPROFOR sarà abbattuto un G.222, "Lyra 34", con a bordo quattro aviatori italiani, da due missili contraerei croati sui cieli di Sarajevo mentre da Spalato stava trasportando coperte ed aiuti medicinali ed umanitari. Persero la vita il maggiore pilota Marco Betti, il tenente pilota Marco Rigliaco, il maresciallo elettromeccanico di bordo Giuliano Velardi ed il maresciallo motorista Giuseppe Buttaglieri, tutti poi insigniti di Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria.
Con l'arrivo del C-27J al 98º Gruppo, completato nel 2009, crescono le capacità di trasporto tattico della 46ª.
Missioni all'estero
(1993-1994) Missione UNITAF (o operazione Restore Hope) in Somalia, fu indetta allo scopo di stabilizzare la situazione nell'ex-colonia italiana a fronte di un crescente stato di anarchia e di grave carestia. Intervennero molti paesi tra i quali gli Stati Uniti d'America, l'Italia, il Belgio, il Pakistan e la Nigeria.
L'Aeronautica Militare, per le operazioni in Somalia, costituì il Reparto Volo Autonomo, in cui la 46ª Brigata Aerea rivestiva un ruolo di spicco con un Gruppo Volo Trasporti dotato di due G-222 che venivano utilizzati nella tratta Mogadiscio-Gialalassi per l'aviolancio di paracadutisti e lancio di viveri in zone non raggiungibili da altri mezzi, oppure molto pericolose per l'incolumità dei nostri militari. Durante il volo, ma specialmente durante la fase del lancio, che per forza di cose avveniva a bassa quota ed a velocità ridotta, i G222 erano scortati da una coppia di HH-3F del 15º Stormo. L'operazione internazionale non ebbe il successo sperato e terminò con il ritiro del contingente ed ancora nel 2013 la Somalia versa nella più totale anarchia, senza un governo centrale con una effettiva autorità, con larghe parti del territorio sotto il controllo di fazioni rivali e insicurezza dei propri abitanti.
L'Aeronautica Militare, ha partecipato col il rischieramento di due G-222 della 46ª Brigata Aerea, sulla base australiana di Darwin. I velivoli hanno raggiunto la località, percorrendo 14.000 km in una settimana, compiendo 38 ore di volo effettivo, senza il minimo inconveniente (è utile ricordare che il G222, è un velivolo concepito per medio breve raggio). L'attività dei velivoli italiani, consisteva nel trasportare uomini e mezzi da Darwin a Dili, capitale dell'isola di Timor Est. Ogni velivolo, svolgeva un volo giornaliero di andata e ritorno di circa quattro ore di volo complessive. Facevano parte del contingente italiano, anche una cinquantina di specialisti, per il necessario supporto tecnico-logistico alle missioni di volo.
(1999-ancora in corso) Operazione Joint Guardian (dal 2004 ha preso il nome di Operazione Joint Enterprise) missione sotto egida ONU e comando NATO intrapresa nel Kosovo per proteggere la popolazione civile dalle forze serbe comandate da Slobodan Milošević.
La 46ª Brigata Aerea, attualmente partecipa attivamente al mantenimento della pace in Kosovo con una cospicua presenza di personale sul territorio kosovaro presso l'Aeroporto di Đakovica "AMIKO" (Aeronautica Militare In KOsovo) costruito ex novo dall'Aeronautica Italiana. La decisione di costruire l'aeroporto fu presa nel giugno del 1999 e iniziati i lavori il 16 agosto dello stesso anno dopo soli 43 giorni, il 29 settembre, poté atterrare il primo velivolo.
(2021) Operazione Aquila Omnia, Evacuazione di Kabul : nell'Agosto 2021 dopo la caduta di Kabul in mano talebana, la 46ma Brigata Aerea effettua oltre 30 missioni inerenti l'esfiltrazione di personale nazionale e alleato dall'Aeroporto di Kabul verso il Kuwait per il successivo rimpatrio in Italia.
Organizzazione
Oggi la 46ª è dotata dei nuovi C-130J “Super Hercules” e il C-27J "Spartan" (rispettivamente evoluzioni del C-130H e del G.222) e opera per assicurare la mobilità per via aerea di forze e risorse, mediante la predisposizione, il trasporto e il recupero di personale, equipaggiamenti e rifornimenti, in scenari operativi nazionali e internazionali, a supporto della funzione di intervento e/o presenza dello Stato anche a favore della NATO, dell'Unione europea, dell'Organizzazione delle Nazioni Unite e altri organismi internazionali.
L'Aerobrigata dimostra una molteplicità d'impiego, sia in ambito militare che civile:
Essa è anche in possesso di velivoli KC-130J per le operazioni di rifornimento in volo. A livello europeo, la 46ª Brigata Aerea è l'unico Reparto in grado di effettuare operazioni HAAR (Helicopter Air-to-Air Refuelling).[9]
Fornisce inoltre costante apporto alla piena operatività dello scalo civile internazionale "Galileo Galilei" presente sull'Aeroporto di Pisa.
«Impegnata nei lontani cieli dell'Afghanistan, ha fronteggiato le molteplici difficoltà, determinate dalle complesse e pericolose condizioni ambientali, spesso proibitive, e dalla rischiosa situazione operativa, con indiscussa capacità e valore. L'encomiabile impegno e l'altissimo senso di responsabilità evidenziati costituiscono una chiara testimonianza di professionalità e coraggio di tutti gli appartenenti alla 46ª Brigata Aerea il cui operato ha contribuito ad accrescere il prestigio della Forza Armata e dell'intera Nazione nel contesto internazionale.» — Cieli dell'Afghanistan, 1º ottobre 2002 - 30 settembre 2003
«Reparto di volo, costantemente impiegato in molteplici e impegnative operazioni di mantenimento della pace e della sicurezza internazionale, svolgeva delicatissima attività di trasporto aereo tattico e di rifornimento nei più disparati teatri operativi, operando con valore ed efficacia su territori sconvolti da guerre civili, a supporto diretto delle popolazioni, delle Forze Armate italiane e delle coalizioni internazionali. Il generoso ed encomiabile impegno profuso da tutto il personale del reparto, accompagnato sempre da straordinaria professionalità e non comune senso del dovere, anche in situazioni ad alto rischio operativo ed ambientale, ha contribuito notevolmente ad elevare e ad accrescere il prestigio dell’Aeronautica Militare e dell’Italia nel mondo.» — Cieli dell’Asia e dell’Africa, 2003 - 2018
«Reparto Bombardiere e Aerosilurante, portò in quasi mille azioni di guerra, in più di trecento bombardamenti, in due eroiche e sanguinose battaglie aeronavali, ed in centoventitré aerosiluramenti, con coraggio, spirito di sacrificio e senso del dovere, sempre alta e gloriosa la propria Bandiera su tutti i fronti. Seppe il giorno dell'armistizio, obbedire senza esitazione alla leggi dell'onore e del dovere. Esempio luminoso delle virtù guerriere dell'Arma del cielo.[10]» — Cielo di Francia, Grecia, Africa Settentrionale e Mediterraneo, 10 giugno 1940 - 23 agosto 1943 (al 46º Stormo Bombardamento e Aerosiluranti)
«Nello svolgimento di una incessante attività di trasporto aereo in Patria e in terre lontane, in operazioni di pace, di emergenza e di guerra, la 46ª Brigata aerea offriva costante ed alto esempio di professionalità e di altruismo portando a compimento ardue missioni di evacuazione di connazionali e stranieri da territori sconvolti da guerre civili e disastri naturali. La dedizione dei propri uomini addetti ai servizi tecnici e logistici assicurava una efficienza degli aeromobili che consentiva all’Italia di corrispondere prontamente ad ogni chiamata in missioni umanitarie sotto l’egida di organizzazioni internazionali grazie anche all’abnegazione ed allo sprezzo del pericolo degli equipaggi di volo che subordinavano sempre la loro sicurezza al generoso impulso di salvare vite umane. Insensibili alla fatica e a ranghi ridotti gli stessi equipaggi si alternavano con professionalità e perizia per assicurare innumerevoli interventi per lo spegnimento di incendi boschivi che minacciavano il territorio e la comunità nazionali. La 46ª Brigata aerea, nel solco di una eroica tradizione di guerra e di pace, consacrata dal sacrificio degli equipaggi caduti nell'adempimento del dovere, ha scritto pagine di storia che costituiscono glorioso patrimonio di virtù militari che hanno dato lustro e prestigio all'Aeronautica militare e all'Italia.» — (DPR 28 luglio 1992)
«Reparto di Volo dell'Aeronautica Militare, impegnato in un contesto operativo reso particolarmente complesso dalla presa di potere del regime talebano in Afghanistan, emergeva per il prezioso e insostituibile supporto fornito in occasione dell'operazione "Aquila Omnia", che permetteva di evacuare migliaia di persone, tra cui connazionali e civili afghani ammassati a ridosso degli ingressi dell'aeroporto di Kabul, in una situazione di imminente pericolo rendendo operativo, in brevissimo tempo, un ponte aereo che si è rivelato continuo, efficace e sicuro per i civili trasportati. L'apporto fornito in tale contesto internazionale risultava decisivo e contribuiva ad accrescere il prestigio dell'Aeronautica Militare.» — Kabul (Afghanistan), 15 - 31 agosto 2021
«Reparto di volo impiegato nel teatro afghano, ha fornito il suo encomiabile ed insostituibile apporto alla compagine nazionale ed internazionale impegnata nella missione ISAF. Con straordinario spirito di abnegazione ed eccezionale senso del dovere, impiegava i suoi equipaggi di volo e i propri assetti in oltre 6.000 sortite, e per un totale di circa 8.000 ore di volo, nel compito primario di garantire l’attività di trasporto aereo tattico e il rifornimento, con qualsiasi condizione ambientale e in un contesto operativo altamente complesso e instabile. La straordinaria professionalità, l’eccellente efficienza e l’estremo altruismo dimostrati dal personale della 46ª Brigata, hanno reso possibile, grazie anche alle indispensabili attività di supporto provenienti dalla base madre di Pisa, il favorevole conseguimento di tutti gli obiettivi assegnati, con sicurezza, tempestività e determinazione. I risultati conseguiti e l’assoluta dedizione al servizio hanno consentito al Reparto tutto di aumentare il prestigio dell’Aeronautica Militare e delle sue gloriose tradizioni e di meritare l’incondizionato plauso del Paese, unitamente al riconoscimento delle Nazioni Alleate.» — Afghanistan, 20 dicembre 2001 - 16 dicembre 2014
«Prestigiosa unità di volo dell’Aeronautica Militare, dalle gloriose tradizioni, in un contesto operativo reso particolarmente complesso e impegnativo a causa dell'emergenza sanitaria globale dovuta alla pandemia generata dalla diffusione del COVID-19, operava con elevatissima professionalità e senza soluzione di continuità nell'assicurare il trasporto in biocontenimento di pazienti e di materiali ed equipaggiamenti destinati presso strutture ospedaliere sul territorio nazionale. Grazie allo slancio, al coraggio, all’abnegazione assoluta e all'instancabile impegno del proprio personale, confermava la propria efficace e riconosciuta realtà e contribuiva a dare prestigio e lustro alla Forza armata e alla Nazione tutta.» — Italia, febbraio - giugno 2020
«Stormo dotato di velivoli disarmati di tipi diversi, superando notevoli difficoltà organizzative, dava efficace contributo alla guerra di Liberazione nazionale combattuta a fianco degli alleati consentendo il recupero di prezioso materiale di volo sparso in vari aeroporti dell’Africa Settentrionale, assicurando, in alcune occasioni, i rifornimenti ad una divisione italiana dislocata sul fronte balcanico ed accerchiata dal nemico.» — Cielo del Mediterraneo e dei Balcani, 9 settembre 1943 - maggio 1945 (allo Stormo Trasporti)
«Brigata aerea dell'Aeronautica militare italiana, impegnata nei cieli nazionali e dei maggiori teatri operativi nei quail hanno agito le unità dell'Esercito Italiano, ha offerto il proprio insostituibile sostegno dando prova di grande capacita operativa e altissimi livelli di efficienza. La vista e profonda professionalità, lo spirito di abnegazione e il coraggio del propri effettivi, spesso impegnati in situazioni operative e condizioni ambientali proibitive, hanno fatto meritare alla 46A Brigata aerea unanime ammirazione delle truppe di terra. Grande unità dell'Aeronautica militare che, agendo nel solco delle bellissime tradizioni dell'arma azzurra, ha contribuito, con i suoi equipaggi di volo, il suo personale di terra e le sue macchine a elevare l'accrescere il prestigio dell'Esercito, delle Forze armate e dell'Italia.» — In Patria e all'estero, 1960 - 2009
«Nel corso delle operazioni "PELLICANO", "IBIS" ed "ALBATROS", svolte da unità dell'esercito a favore delle popolazioni dell'Albania, Somalia e Mozambico, ufficiali, sottufficiali ed avieri della 46^a brigata aerea si prodigavano con fattiva ed encomiabile dedizione assicurando, con continuità e professionalità, il collegamento dei contingenti con la madrepatria. Le condizioni di concreto rischio a cui erano sottoposti gli equipaggi dei velivoli, che in numerose occasioni operavano in territori con situazioni di conflitto in atto. Non hanno mai fatto venir meno il generoso impegno della brigata aerea, che ha svolto 91 missioni a favore di "PELLICANO", 269 a favore di "IBIS" e 63 missioni a favore di "ALBATROS", assicurando i costanti rifornimenti di uomini e materiali nonché il recupero tempestivo dei feriti e caduti nell'adempimento del dovere. Grazie a questa generosa opera svolta dalla 46^a brigata aerea, l'esercito italiano ha potuto operare in maniera efficace e puntuale, ottenendo lusinghieri apprezzamenti che hanno accresciuto il prestigio della forza armata all'interno del paese ed in ambito internazionale.» — Albania, Somalia, Mozambico, 18 settembre 1991 - 30 novembre 1994
«Dall'anno della sua costituzione la 46ma Brigata Aerea, dimostrando esemplare perizia professionale, encomiabile spirito di abnegaziono ed altissimo senso di solidarietà umana, in occasione di disastrose calamità naturali o di cruenti eventi bellici, si prodigava per salvare vite in pericolo, per impedire il verificarsi di ulteriori danni alle persone ed alle cose e per alleviare le altrui sofferenze. Le rischiose e tempestive operazioni, svolte sia in ambito nazionale che estero con l'alto contributo di sangue di suoi militari, hanno contribuito a rafforzare la fiducia nelle istituzioni della Repubblica ed a suscitare l'ammirazione e la riconoscenza delle Comunità internazionali e della Nazione tutta.» — Territorio nazionale ed estero, 1946 - 2007