Fregio e nappina da cappello alpino del genio guastatori alpini
Storia
Nasce come 32º Battaglione il 1º dicembre 1940 a Civitavecchia, presso la scuola guastatori fondata dal colonnello Piero Steiner, incorpora la 3ª Compagnia Folgore, Comandante Tenente Francesco Tuci e la 4ª Uragano, Comandante Tenente Umberto Torregrossa
Partecipa alla seconda guerra mondiale e il 14 gennaio 1941 è inviato a Tripoli dove partecipa agli eventi della campagna del Nord Africa, alle dipendenze del 1º Reggimento Speciale Genio. Il reparto è il primo di questa specialità ad entrare in linea di combattimento. Il 15 agosto 1941 lo stato maggiore dell'esercito sancisce la costituzione del battaglione, attribuendogli la denominazione 32º battaglione guastatori genio, con centro di mobilitazione, il Deposito del 5º reggimento genio a Villa Vicentina.
Sul fronte Africa settentrionale segue le sorti dell'Armata Corazzata Italo Tedesca e la conseguente sconfitta di El Alamein; già prima di questa battaglia il 32º viene sciolto e i 70 superstiti passano al 31º, comandato dal maggiore Paolo Caccia Dominioni. Il 31º, dopo sei mesi di lotta, depone le armi il 13 maggio 1943.
Ricostituzione
Viene ricostituito il 1º settembre 2002 come 32º battaglione genio guastatori alle dipendenze della Brigata Alpina "Taurinense", per riconfigurazione del 2º battaglione del reggimento genio ferrovieri. L'unità incorpora la compagnia guastatori Taurinense e il 24 settembre 2004 il battaglione diventa reggimento.
«Inquadrato nel Corpo d'Armata Alpino, sul fronte del Don, in sei mesi di operazioni impegnandosi con cosciente sprezzo del pericolo nella rimozione di campi minati, nel pattugliamento e nei colpi di mano effettuati al di là delle linee nemiche, profuse dedizione e sacrificio al limite delle possibilità umane. All'inizio dell'offensiva invernale avversaria si oppose eroicamente al primo furioso attacco dei carri armati nemici su Rossosch e contribuì a rendere possibile lo sganciamento del Comando del Corpo d'Armata Alpino immolando la vita, oltre che del proprio Comandante, di quasi la metà degli effettivi. Durante il successivo ripiegamento, nel corso dei continui ed incessanti attacchi avversari, in quindici giorni di disperati combattimenti culminati nello sfondamento di Nikolajewka, si sacrificò, nel nome dell'Italia, lasciando in terra di Russia 324 caduti, più di tre quarti del proprio Organico di Guerra. Fulgido esempio dell'eroico ardimento e del supremo spirito di sacrificio dei guastatori dell'Arma del Genio (Fronte Russo, gennaio 1943 - al XXX battaglione genio guastatori).»
«Decreto 15 aprile 1949
Superbo reparto d'assalto, fucina di valorosi, durante 20 mesi di dura campagna sul fronte dell'Africa Settentrionale, impegnato in tutte le più aspre battaglie, esprimeva nel valore di tutti e nell'eroico olocausto di molti il più luminoso prodigio dell'arditismo e del dovere fino al sacrificio. (al XXXII battaglione guastatori del Genio).» — Africa settentrionale, gennaio 1941 - luglio 1942
Simboli
Stemma
«Interzato in pergola: il PRIMO, di azzurro, al tridente d'Ucraina, d'oro; il SECONDO, di argento; il TERZO, di rosso, al silfio di Cirenaica, reciso, posto in palo, d'oro. Lo scudo è sormontato dalla corona turrita degli Enti Militari d'oro e ornato dalle insegne indicanti le ricompense e le onorificenze conseguite. Sotto lo scudo, su lista bifida e svolazzante d’oro, il motto, in lettere maiuscole di nero, Fino alla fine.»