La prima realizzazione fu una carrozzeria che richiamava la forma di una carlinga d'aereo, applicata all'autotelaio con longheroni in legno di una Fiat 501.
Le carrozzerie Zagato si distinsero subito per il design avanzato, la leggerezza e l'eccellente aerodinamica. La grande intuizione di Ugo Zagato, già nella prima metà degli anni venti, fu di abbandonare l'uso di strutture in legno, sostituendole con sagomate ed essenziali armature in acciaio, sormontate da leggere carrozzerie in alluminio.
L'attività Zagato ebbe un vero boom negli anni cinquanta e sessanta, specialmente nel campo delle Gran Turismo: Maserati, Lancia, Aston Martin, Abarth, senza tralasciare il "vecchio amore" Alfa Romeo, vennero vestite con linee filanti e aerodinamiche (caratteristica delle auto della carrozzeria milanese era il tetto a "doppia bolla").
Dagli anni '70 la Zagato, sotto la guida di Elio Zagato, figlio del fondatore Ugo, con il ridursi delle commesse da parte delle grandi Case automobilistiche, iniziò a interessarsi anche al design industriale.
In tempi più recenti l'azienda è passata sotto la direzione di Andrea Zagato (nipote del fondatore) e ha la sua nuova sede a Rho, nell'hinterland milanese: il suo stabilimento occupa un'area di 23.000 metri quadrati, di cui 11.000 coperti.
Il 25 settembre 2008, l'azienda ha rilasciato un comunicato affermante un'alleanza con l'azienda indiana Autoline Industries (azienda fornitrice di alcune parti di veicoli alla Tata Motors). In verità sembrava trattarsi di una trattativa di acquisizione da parte dell'azienda indiana del 49% dell'azienda milanese. L'accordo era stato firmato con l'intesa di dar corpo al marchio italiano, mettendo a disposizione da parte della Autoline i propri 10 stabilimenti di produzione e ricerca in territorio indiano e statunitense e un supporto di circa 300 progettisti[1].
Tra le operazioni più recenti della Zagato vi è il disegno per ATM Milano (Premio Compasso d'oro 2001) dell'Eurotram su base Bombardier Flexity Outlook. Si è anche presentata al salone dell'auto di Ginevra nel 2007 con il concept Diatto Ottovù. Nel 2010 festeggia il centenario Alfa Romeo (e i 90 anni di collaborazione con essa[2]) presentando l'Alfa Romeo TZ3 Corsa che vince il premio design concept award al Concorso d'eleganza Villa d'Este; un anno dopo inizia la produzione in piccola serie della TZ 3 Stradale. Nel 2012 collabora con BMW per la realizzazione della concept BMW Zagato Coupé, realizzata su base Z4 e presentata a Villa d'Este. Nel 2015 viene presentata al Salone dell'Automobile di Francoforte la Thunder PowerSedan, una vettura elettrica realizzata dalla taiwanese Thunder che stringe un accordo con la Zagato per lo sviluppo del design sia degli esterni che degli interni, la collaborazione tra le due aziende prevede anche un futuro crossover SUV elettrico[3].
Dal 2015 la Zagato alterna le collaborazioni con altri costruttori (vedi l'Aston Martin Vanquish Zagato) a realizzazioni "interne" di esemplari unici e produzioni in piccole serie, tutte assemblate a Rho.
La produzione interna, in piccola serie, di questi anni vede gli sforzi concentrarsi su due modelli molto diversi fra loro: il primo è la Maserati Mostro, una vettura estrema realizzata interamente in tubolare con carrozzeria in fibra di carbonio, prodotta sia in versione coupé che barchetta; il secondo è la IsoRivolta GTZ, una coupé a motore anteriore con telaio monoscocca e carrozzeria in fibra di carbonio, concepita come un tributo al marchio Iso Rivolta.
Per quanto riguarda invece gli esemplari unici, degna di nota è l'Alfa Romeo Giulia SWB Zagato del 2023, che festeggia i 100 anni di collaborazioni con la Alfa Romeo e viene identificata dalla Zagato stessa come erede spirituale della Alfa Romeo SZ.[4]
Le vetture
Alcune delle auto costruite dalla carrozzeria milanese: