La prima versione in assoluto del sistema operativo per dispositivi mobiliAndroid fu rilasciata il 5 novembre 2007, anche se era ancora in fase beta. La prima versione commerciale (Android 1.0) venne rilasciata il 23 settembre 2008.
Android è sviluppato da Google e Open Handset Alliance, e ha visto una serie di aggiornamenti al suo sistema operativo di base dalla versione iniziale.
Nomi in codice
A volte ci si riferisce erroneamente alle prime versioni di Android coi nomi Alpha e Beta, Apple Pie e Banana Bread, o ancora Angel Cake e Battenberg.
In realtà, per le versioni preliminari di Android precedenti alla 1.0 venivano usate semplicemente delle sigle. Alcune di esse vennero soprannominate "Astro Boy" e "Bender", con l'intenzione di proseguire con nomi derivati da robot[1]. La prima versione di Android (1.0) non aveva alcun nome, la versione 1.1 veniva chiamata internamente Petit Four[1]. Dopo la versione 1.5, Cupcake, tutte le versioni fino alla 9.0 sono state chiamate con nomi di dolci in ordine alfabetico per poi riprendere con la versione 12 che si chiama Snow Cone.
Sul perché è stata scelta questa convenzione, il portavoce di Google Randall Sarafa ha risposto spiegando che si trattava di una sorta inside joke tra i membri del gruppo di sviluppo, della cui origine perfino lui non era sicuro.[2] Durante l'annuncio di Android 4.4, Google ha dichiarato che, dato che smartphone e tablet ci rendono la vita più dolce, ogni versione di Android è chiamata come un dessert e che, dato che è difficile star lontani dalla cioccolata, avevano deciso di chiamare tale versione come uno dei loro dolciumi al cioccolato preferito: KitKat.[3]
Il 22 agosto 2019, Google ha annunciato che la versione in fase di rilascio, fino ad allora nota come Android "Q", sarebbe stata identificata con il nome di Android 10, terminando così la pratica di dare alle versioni di Android nomi di dolciumi, in quanto molti di essi erano sconosciuti e difficili da pronunciare nelle diverse lingue.[4][5][6]. Nonostante ciò, i nomi in codice utilizzati durante lo sviluppo hanno continuato a seguire la pratica dei nomi di dolci: per Android 10 era Quince Tart; per Android 11 Red Velvet Cake; per Android 12 Snowcone, per Android 13 Tiramisù e, infine, per Android 14 Upside Down Cake.
Distribuzione e versioni
Questo grafico non è disponibile a causa di un problema tecnico. Si prega di non rimuoverlo.
Lo sviluppo di Android iniziò nel 2003 da Android, Inc., società che fu poi acquistata da Google nel 2005.[29]
Alpha
Prima della versione beta furono rilasciate almeno due versioni interne del software all'interno di Google e OHA.[30][31]
Per evitare confusione, i nomi in codice "Astro Boy" e "Bender" erano noti solo per essere utilizzati internamente su alcune build precedenti alla 1.0, e quindi non erano mai stati usati come nomi in codice effettivi delle versioni 1.0 e 1.1 del sistema operativo, come molte volte viene creduto.[8] Dan Morrill ha creato alcuni dei primi loghi delle mascotte, ma l'attuale logo Android è stato progettato da Irina Blok.[32] Il project manager, Ryan Gibson, ha concepito lo schema di denominazione a tema di dolciumi che è stato utilizzato per la maggior parte delle versioni pubbliche, a partire da Android 1.5 Cupcake.
Beta
La versione beta è stata rilasciata il 5 novembre 2007, mentre il kit di sviluppo software (SDK) è stato rilasciato il 12 novembre 2007. La data del 5 novembre è comunemente celebrata come il "compleanno" di Android. Le versioni beta pubbliche dell'SDK sono state rilasciate nel seguente ordine:[33]
12 novembre 2007: m3-rc20a (milestone 3, codice di rilascio 20a)[34]
16 novembre 2007: m3-rc22a (milestone 3, codice di rilascio 22a)[35]
14 dicembre 2007: m3-rc37a (milestone 3, codice di rilascio 37a)[36]
13 febbraio 2008: m5-rc14 (milestone 5, codice di rilascio 14)[37]
3 marzo 2008: m5-rc15 (milestone 5, codice di rilascio 15)[33]
Il 23 settembre del 2008 viene distribuita la versione 1.0 di Android che comprendeva il market, il browser, la gestione delle cartelle (creazione, cancellazione e rinominazione di esse),[42] accesso ai servizi di posta elettronica e il supporto di reti Wi-Fi, fotocamera e le prime app Google per smartphone Android, il multitasking è già disponibile, così come il funzionamento in background delle applicazioni.
1.1
L'SDK fu aggiornato alla versione 1.1 il 9 febbraio 2009; questa nuova versione sostituiva la versione 1.0_r2 e manteneva la retro compatibilità con i sorgenti creati tramite le vecchie release dell'SDK (1.0_r1 e 1.0_r2) ed aggiunge nuove caratteristiche alle API, oltre ad una maggiore fluidità e sicurezza.[43]
La versione dell'SDK uscita il 13 aprile 2009 è la 1.5, divenuta famosa soprattutto con il suo secondo nome Cupcake. C'è retrocompatibilità con le vecchie versioni e implementa le nuove API 3, rendendo il SO ancora più veloce e stabile.[44]
Vengono introdotti i widget, la predizione del testo e il supporto per le tastiere personalizzate.
Fu poi aggiornato e il 16 settembre 2009 venne distribuita la 1.6 chiamata anche Donut. C'è retrocompatibilità con le vecchie versioni e implementa nuove funzioni e tecnologie come il supporto alle reti CDMA, diverse risoluzioni di schermo e una ricerca globale interna nel telefono e su internet contemporaneamente, oltre ai vari fix bug. I primi cellulari con Android 1.6 nativo sono sul mercato da ottobre 2009.[45]
Il 27 ottobre 2009 Google pubblica la versione 2.0 del suo sistema operativo Open Source,[46] nome in codice Eclair, che introduce la possibilità d'inviare dati tramite Bluetooth (in precedenza era possibile utilizzarlo solo per la comunicazione vocale[47]), il dizionario intelligente, i live wallpaper. È seguita da una minor release dell'SDK, la versione 2.0.1, il 4 dicembre 2009.[48]
Il 12 gennaio 2010 è stato distribuito l'Android SDK 2.1, chiamato sempre Éclair per le sue poche novità introdotte. Infatti furono solamente risolti dei critical bug riscontrati in vari dispositivi associati alla sicurezza dei dati.
Il 20 maggio 2010 al Google I/O è stato distribuito l'Android SDK 2.2, nome in codice Froyo. Sono stati resi disponibili importanti aggiornamenti, come il nuovo kernelLinux 2.6.32, nuovo compilatore JIT, V8 Engine per il JavaScript, tethering Wi-Fi nativo per utilizzare il terminale come hotspotwireless, nuove icone relative ad Home, Telefono e Browser, Adobe Flash Player 10.1 e Adobe AIR integrato. Inoltre è stata aggiunta la possibilità di installare le app sulla memoria SD. Aggiornamento automatico Over-the-Air delle applicazioni. Infine sono arrivate nuove API per gli sviluppatori, tra cui le OpenGL ES 2.0. Il tutto si è tradotto in 2-3X di velocità maggiore, performance e fluidità rispetto alla precedente versione 2.1 Eclair.
Il 9 luglio 2010 l'Android SDK 2.2[49] è stato revisionato e aggiornato con gli ultimi file .img del sistema Android 2.2.
Il 7 dicembre 2010 è stato distribuito l'Android SDK 2.3[50], col nome in codice Gingerbread. Permette di visualizzare il consumo batteria per ogni app e integra il supporto a NFC.
Il 27 gennaio 2011 viene pubblicata l'anteprima dell'Android SDK 3.0[51] la versione di Android per i soli tablet. La versione definitiva dell'SDK 3.0 è stata invece ufficializzata solo il 23 febbraio 2011.[52][53] L'11 maggio 2011 è stata distribuita la versione SDK 3.1.[54]
Il 19 ottobre 2011 è stata presentata la versione 4.0 (Ice Cream Sandwich) contemporaneamente alla presentazione del nuovo Samsung Galaxy Nexus,[55] questa versione è destinata a diversi dispositivi, quali smartphone e tablet, abbandonando la precedente situazione, dove smartphone e tablet utilizzavano sistemi operativi differenti. Il 19 ottobre è stato pubblicato l'SDK 4.0.[56]
Il 22 marzo 2012 è stato distribuito l'Android SDK versione 17 che introduce il supporto nativo per i chip x86 e la possibilità di utilizzare un dispositivo Android in collegamento con il PC come dispositivo di input multitouch.[57]
Tra le funzionalità introdotte vi è la possibilità di vedere le applicazioni aperte di recente e la possibilità di sincronizzare i segnalibri del browser.
Il 29 ottobre 2012 doveva essere presentata la versione di Android Jelly Bean 4.2, ma, a causa dell'Uragano Sandy, la presentazione è stata annullata. I primi dispositivi basati su Android 4.2 sono stati distribuiti il 13 novembre 2012. La versione si presentava piena di miglioramenti e novità, come il Circle Photosphere di Google, le notifiche interattive e l'assistente vocale Google Now, tuttavia includeva numerosi bug.
Il 6 novembre 2012 Google mise a disposizione per i suoi dispositivi Nexus una patch che portò Android alla versione Jelly Bean 4.2.1.
Il 24 luglio 2013 Google pubblica, per i dispositivi Nexus, la versione Android 4.3 Jelly Bean che porta diverse migliorie, tra cui il supporto all'OpenGL ES 3.0 e il Bluetooth 4.0, il supporto multiutente, la scrittura a gesti e le impostazioni rapide.
Il 3 settembre 2013 Google annuncia la versione Android 4.4 KitKat, distribuita il 31 ottobre 2013 per i dispositivi Nexus ad esclusione del Galaxy Nexus.[58]
Tra le novità introdotte vi è l'hotword "Ok Google" per poter richiamare l'assistente vocale e l'Open Storage Framework per migliorare la gestione file.
Al Google I/O 2014 è stata presentata un'anteprima (preview) del successore di KitKat, Android L, con il quale si verifica una netta svolta per quel che riguarda tutta l'interfaccia del sistema attraverso il completo ridisegno delle icone in uno stile più semplice e piatto (Material Design), abbandonando quindi lo stile Holo che fino a quel momento aveva caratterizzato Android, e la revisione delle animazioni, che passano a 60 fps. Cambia il runtime system: ART va a sostituire Dalvik migliorando le performance; debutta Project Volta, con l'obiettivo di migliorare la gestione della batteria e Battery Historian, che analizza i processi che gravano sulla batteria; viene inserita la possibilità di sblocco tramite smartwatch, la possibilità di visualizzare le notifiche direttamente dalla schermata di blocco e di interagire direttamente con esse.[59]
Android L Developer Preview è stato reso disponibile tramite factory image per Nexus 5 e Nexus 7 2013 (versione Wi-Fi).
Il 15 ottobre 2014 Google presenta la versione definitiva del successore di Kitkat, Android Lollipop 5.0[60][61], insieme ai nuovi modelli della serie Nexus: Motorola Nexus 6[62], HTC Nexus 9[63] e ASUS Nexus Player[64].
Il 4 febbraio 2015, a seguito del lancio in Indonesia di alcuni dispositivi Android One, viene introdotta sul mercato una nuova versione di Lollipop, Android 5.1. L'aggiornamento viene annunciato da Google il 9 marzo 2015 per i suoi dispositivi Nexus. Android 5.1 introduce la compatibilità nativa ai dispositivi Dual SIM, la possibilità di eseguire telefonate ad alta definizione e una migliore gestione delle reti Wi-Fi.[65]
Il 28 maggio 2015 al Google I/O, viene presentato Android M. Nella stessa sera (con fuso orario italiano) sono state pubblicate le prime anteprime. Si può visionare il changelog dal seguente linkArchiviato il 14 gennaio 2019 in Internet Archive.. Il 17 agosto 2015 nel giardino del Googleplex, viene presentata la statua di M, cioè Android Marshmallow.
Marshmallow rappresenta un'ottimizzazione e miglioria di Lollipop; introduce Doze, che mira a migliorare ulteriormente la gestione energetica introdotta con Project Volta[66].
Il 22 agosto 2016 viene presentato Android Nougat.
In questa versione vengono migliorate l'implementazione della realtà virtuale, rendendo l'utilizzo di tale tecnologia più pragmatica, viene integrata la compatibilità attiva a schermi sensibili alla pressione, aumentate le azioni disponibili per le notifiche, inserito il tasto hamburger (tre linee orizzontali impilate) alle impostazioni, che permette, dopo aver modificato un sottomenù, di ritornare al menù principale con meno tocchi rispetto al tasto indietro, il Multi-Window, che permette di utilizzare due o quattro applicazioni alla volta a seconda del dispositivo, smartphone o tablet, miglioramento della funzione Doze (gestione energia del telefono e del risparmio energetico), risparmio dati per le applicazioni in background, limitandone l'accesso ad internet, Android for Work che permette di gestire il telefono durante l'orario lavorativo in modo da inibirne alcune funzioni o forzarle a seconda delle esigenze[67].
Si tratta della prima versione che tenta di svincolare il nucleo del sistema operativo dall'hardware e rendere il sistema più modulare, grazie a Project Treble[68]. Inizialmente disponibile solo per nuovi dispositivi con Android Oreo e per il Google Pixel[69], mira a garantire aggiornamenti in tempi più rapidi senza passare dal produttore del chipset del dispositivo, in quanto non è più necessario reimplementare il codice dell'hardware, il quale ora viene richiamato tramite binding e non integrato direttamente nel server del componente hardware[70].
Altri aggiornamenti che vanno a implementare funzionalità sono il Picture-in-Picture (PiP, ovvero immagine nell'immagine), diversa gestione dei font, canali di notifica, permettendo una migliore e dettagliata gestione delle stesse, Autofill, che permette alle app che lo supportano l'immissione automatica di campi di testo quali le password, codec LDAC per migliorare l'audio in Bluetooth, Wi-Fi Aware, conosciuto anche come Neighbor Awareness Networking (NAN) e vari miglioramenti di minore rilevanza[71].
Oreo introduce anche una modalità specifica di Android chiamata Android GO, dedicata ai dispositivi di fascia bassa, che riduce le richieste hardware di Android, disabilitando o limitando alcune funzioni, in modo da garantire un funzionamento più fluido[72].
A fine ottobre 2017 viene annunciata l'anteprima di una nuova versione di Oreo, la 8.1, uscita in versione stabile il 5 dicembre 2017. Tra le modifiche visibili all'utente, vi è il livello batteria nelle impostazioni rapide dei dispositivi Bluetooth connessi, azioni programmabili per gli URL malevoli in WebView, pulsanti di navigazione più piccoli che si affievoliscono quando non utilizzati, menu spegnimento e riavvio ridisegnato come popup fluttuante, messaggi "toast" bianchi e adattati alla trasparenza esistente, tema chiaro/scuro automatico non più per i soli Pixel 2 e un nuovo easter egg con il biscotto Oreo.
Android 9 Pie è stato pubblicato il 6 agosto 2018 per i Pixel di Google.[73]
Durante lo sviluppo era noto come Android P Developer Preview[74] ed era disponibile, per la prima volta, anche per alcuni dispositivi di altri produttori come Essential, Nokia, Oppo, Sony, Vivo, Xiaomi.[75]
Sono presenti molteplici modifiche al design, come un nuovo indicatore fluttuante del volume, un centro notifiche ridisegnato e nuove icone nel menu impostazioni.[74]
È anche stato aggiunto il supporto nativo alle API Multi-Camera e al notch, la tacca presente sul lato superiore dello schermo di alcuni smartphone che contiene vari sensori.[74]
Durante il Q4 del 2018 è stata annunciata una nuova versione di Android, identificata come "Q".
Il 22 agosto 2019, Google ha annunciato che Android "Q" sarebbe stata rilasciata con il nome di Android 10: è, dunque, la prima versione del sistema operativo a non utilizzare più nomi di dolci per l'identificazione a livello commerciale. Tale scelta è stata motivata dal fatto che molti di questi dolciumi erano sconosciuti e difficili da pronunciare in alcune lingue.
Il 3 settembre dello stesso anno è stata rilasciata la versione stabile.
L'8 settembre 2020 è stata rilasciata al pubblico la versione stabile.
Android 11 ha introdotto un migliore supporto per la tecnologia di rete 5G e per gli smartphone pieghevoli. Inoltre è stato migliorato il tema scuro (Dark Mode o Modalità Notte a seconda dei dispositivi) e la gestione dei permessi d'accesso delle app.
Il 4 ottobre 2021 è stata rilasciata al pubblico la versione stabile.
Tra le novità più evidenti vi è un'interfaccia utente rinnovata basata sul linguaggio di design Material You, evoluzione del Material Design, che introduce anche un miglior supporto per le gesture nella modalità d'uso a pieno schermo. Inoltre, è stato introdotto il supporto per il formato di file immagine AVIF e la condivisione tramite Wi-Fi è stata semplificata.
UI completamente riprogettata: prestazioni migliorate, pulsanti virtuali al posto di quelli hardware (per i dispositivi che ne sono privi), cartelle più facili da creare, launcher personalizzabile, nuovo carattere di sistema (Roboto)
Aggiornate tutte le app di sistema per sfruttare le nuove API
Introdotta la possibilità di backup completo tramite ADB senza sblocco del Bootloader o necessità di permessi di root
Possibilità di scattare screenshots integrata nell'OS
Dettatura in tempo reale
Face Unlock, per sbloccare il dispositivo tramite il software di riconoscimento facciale
Possibilità di accedere alle applicazioni direttamente dalla schermata di sblocco
Fotocamera migliorata con: ritardo di scatto nullo (zero shutter lag), modalità panorama e zoom durante la ripresa di video
App "Contatti" con integrazione con le reti sociali
Accesso alle notifiche da parte delle applicazioni
Possibilità di introdurre contenuti DRM
Connessione Bluetooth con i dispositivi a basso consumo di energia
Introdotte le impostazioni per il multiutente (Restricted Profile) che permettono di scegliere quali contenuti e quali applicazioni gli utenti possono visualizzare
Rinnovata l'interfaccia grafica (Navbar e Status bar trasparenti per sfruttare meglio tutto lo spazio dello schermo)
Introdotto il full screen completo
Hangouts è diventato il client ufficiale per SMS e MMS
Introdotte nuove funzioni di chiamata
Aggiunta la possibilità di catturare video in MP4 di ciò che avviene sullo schermo
Aggiunto il supporto nativo alla stampa di foto, documenti e pagine web verso Google Cloud Print, HP ePrint, e altre stampanti compatibili
Aggiunta una nuova voce dedicata alla Home nelle impostazioni per lo switch tra launcher
Aggiunte le emoji alla tastiera di Google
Rinnovata l'app Download, con opzioni per l'ordinamento e la visualizzazione
Supporto per 3 nuovi tipi di sensore (vettore di rotazione geomagnetica, rilevatore e contatore di passi)e aggiunta la funzione contapassi
Diminuito il consumo di batteria durante la riproduzione audio
Introduzione di ART (Android RunTime), un nuovo compilatore, all'epoca in via sperimentale, attivabile dalle Opzioni Sviluppatore (anche se non su tutti i dispositivi)
Ottimizzato il funzionamento del sistema sui dispositivi con poca RAM (anche con soli 512 MB)[79][80]
Questa versione di Android era precedentemente conosciuta col nome non ufficiale di Key Lime Pie[81] e col numero di versione 5.0[82][83]. Il nome originario venne cambiato prima della pubblicazione in seguito ad un accordo tra Google e la Nestlé (l'azienda che produce i Kit Kat), mentre il numero di versione era dovuto solo a dei rumor sbagliati.
Per i Nexus 5, migliorata la velocità di alcune caratteristiche della fotocamera[85] come la messa a fuoco (specialmente in condizioni di scarsa luminosità), il bilanciamento del bianco, la chiusura dell'otturatore e introdotta la possibilità di effettuare pinch to zoom sullo smartphone in modalità HDR+
UI completamente rinnovata, denominata Material Design, grazie al quale ogni elemento della UI ha un valore di "elevazione" che dice al sistema qual è la sua posizione rispetto a tutti gli altri elementi
5000 nuove API
Nuovo multitasking
Animazioni a 60 FPS
Importanti miglioramenti della gestione audio
Integrazione di Samsung Knox per la sezione business
Introduzione di Google Fit per il rilevamento delle attività fisiche
Nuovo kernel 3.10.x
Introduzione di una nuova versione del font Roboto
Eliminazione della runtime Dalvik in favore di ART (Android Runtime)[93]
Supporto nativo ai 64 bit
Bluetooth 4.1
USB Audio
Burst Mode
Miglioramenti generali sull'autonomia grazie a Project Volta e Battery Saver
Double Tap to Wake, se supportato dall'hardware (es. Nexus 6); inoltre, sempre se supportato, il dispositivo dovrebbe risvegliarsi quando lo si prende in mano
Netto miglioramento delle prestazioni grafiche, grazie al supporto all'OpenGL ES 3.1 e all'accoppiamento con Android Extension Pack
Miglioramento della fotocamera grazie ad API dedicate
Notifiche Heads Up in applicazioni a schermo intero
Personal Unlocking
Aggiunto il multi-utente su smartphone e la modalità ospite
Nuova schermata di blocco con notifiche (disattivabili) disposte in base alla loro priorità
Importante miglioramento della sicurezza grazie alla versione 6.0 dei Google Play Services
Questa versione di Android è stata distribuita come anteprima per gli sviluppatori col nome di Android L il 26 giugno 2014 e senza numero di versione. Il nome e il numero definitivo della versione è stato ufficializzato il 15 ottobre 2014
Aggiornamento minore per la risoluzione di alcuni bug[94][95] tra cui il reset di fabbrica involontario dopo aver sbagliato per alcune volte consecutive l'inserimento della password nella schermata di blocco e il miglioramento della riproduzione dei video su Nexus 7 (2013)
Aggiunto il Device Protection (il dispositivo perso/rubato rimane bloccato e inutilizzabile fino a quando non si inserisce la password dell'account Google)
Aggiunto il supporto alla tecnologia VoLTE (Voice over LTE)[98]
Aggiunto il supporto per l'audio ad alta definizione durante le telefonate (solo su reti compatibili)
Miglioramenti nella gestione dei quick settings per le reti Wi-Fi e Bluetooth[99]
Correzioni di bug e miglioramenti delle prestazioni varie che affliggevano le precedenti versioni di Lollipop, tra cui la chiusura improvvisa di alcune app, l'eccessivo uso di rete Wi-Fi e diversi problemi legati a esso, le notifiche, l'Ok Google, l'autonomia e la gestione della RAM[100]
Cambiamenti nella palette di colori del Material Design
Introdotte nuove emoji (standard Unicode 8) e rinnovata la tastiera
Modifica dell'interfaccia tablet (i tasti virtuali sono disposti in maniera differente, a destra il tasto App recenti e a sinistra i tasti Indietro e Home)
Modifiche alla sveglia (ritorna l'opzione Fino alla prossima sveglia)[105]
Miglioramenti della stabilità, bug fix e patch della sicurezza di dicembre 2015[106][107]
Nuova grafica nella barra di notifiche con i quick toggle subito visibili
Nuovo menu di multitasking che elimina da sé le app inutilizzate
Supporto nativo al dual-window su smartphone e al multi-window su tablet
Supporto per più locali in contemporanea
Funzione Seamless update che permette al dispositivo di installare automaticamente gli aggiornamenti di sistema
Introdotto il nuovo standard Unicode 9 per le emoji
Questa versione di Android è stata distribuita con 5 preview[108] per gli sviluppatori col nome di Android N nei mesi precedenti l'uscita definitiva. Il nome e il numero definitivo della versione è stato ufficializzato il 30 giugno 2016[109]
Correzione di bug e patch della sicurezza di dicembre 2016[110]
Diverse migliorie e bug fix per Google Pixel e Google Pixel XL: fix per la segreteria telefonica, per evitare che lo schermo diventi blu in chiamata, per i caratteri delle email troppo piccoli e per il dialer
Nuova UI per le impostazioni e per il menu delle impostazioni rapide
Orologio spostato sul lato sinistro della status bar
Dock bar con sfondo semi-trasparente
Barre arancioni del risparmio energetico rimosse sulla barra di stato e dalla barra di navigazione
Aggiunto il pulsante per scattare uno screenshot nel power menu
Nuova funzionalità chiamata "Lockdown" che disabilita solo per una volta l'autenticazione biometrica
Angoli arrotondati nella UI
Nuove animazioni durante il cambio tra un'app e l'altra o per le attività interne ad un'app
Notifiche di messaggi più ricche, con possibilità di portare avanti un'intera conversazione, di visualizzare immagini in scala e di usare smart replies grazie alla nuova app Google Reply
Supporto ufficiale al notch
Volume slider ridisegnato
Percentuale di batteria disponibile ora anche nell'Ambient Display
Funzioni sperimentali (celate in un nuovo menu segreto chiamato Feature Flags), come una versione ridisegnata della voce Informazioni sul dispositivo nelle impostazioni, l'attivazione automatica del Bluetooth durante la guida, ecc.[115]
Personalizzazioni dell'interfaccia utente nuove e migliorate con temi, icone e caratteri variabili (in Android Stock)
Consente agli utenti di controllare quando le app hanno il permesso di vedere la loro posizione: mai, solo quando l'app è in uso (in esecuzione) o sempre (quando è in background).
Nuove autorizzazioni per accedere a foto di sfondo, video e file audio
Registratore schermo integrato
Le app in background non possono più saltare in primo piano.
Miglioramento della privacy: accesso limitato a identificatori di dispositivi non resettabili
Condivisione di scorciatoie, che consentono di condividere direttamente contenuti con un contatto
Pannello delle impostazioni mobili, che consente di modificare le impostazioni di sistema direttamente dalle app
Formato di profondità dinamica per le foto, che consente di cambiare la sfocatura dello sfondo dopo aver scattato una foto
Supporto per il codec video AV1, il formato video HDR10+ e il codec audio Opus
Un'API MIDI nativa, che consente l'interazione con i controller di musica
Migliore supporto per l'autenticazione biometrica nelle app
Migliorata la visibilità delle notifiche, tramite un nuovo layout che mostra molte più informazioni riguardanti il mittente del messaggio già ad una prima occhiata
Sfondo più scuro per una miglior leggibilità ed un minor impatto sulla batteria
Feed dell'Assistente Google con info dinamiche personalizzate
Nuovo design per i comandi rapidi e le notifiche
Nuovi controlli multimediali con supporto per i tasti fisici
Font più grassetto nella schermata delle app
2.2
9.0.0 Pie
novembre 2018
Aggiunte sugli smartwatch le nuove funzioni di Android Pie
Introdotta una funzione nella modalità Risparmio energetico per cui viene mostrato solo l'orario appena la batteria scende sotto il 10% di carica
Gli orologi entrano in standby totale dopo 30 minuti d'inattività
Tenendo premuto il tasto d'accensione/spegnimento, compaiono le opzioni per lo spegnimento o il riavvio del dispositivo
2.6
maggio 2019
Scorrendo verso sinistra, si può accedere a diverse informazioni come i promemoria del calendario, il meteo, il battito cardiaco, le notizie e il timer.
2.7
giugno 2019
Bugfix
2.9
luglio 2019
2.17
aprile 2020
In seguito alle misure per il contenimento del coronavirus, è stato introdotto un promemoria che ricorda ogni tre ore all'utente di lavarsi le mani, tramite il quale è possibile attivare un timer della durata di 40 secondi
Nuova interfaccia utente e nuove Tiles per Google Fit
2.19
settembre 2020
Miglioramenti alla CPU: la velocità di avvio e caricamento delle app è aumentata del 20%
Miglioramenti all'interfaccia utente
Aumento delle prestazioni per i dispositivi con processori Qualcomm Snapdragon Wear serie 4100 e 4100+
Migliorato il supporto alla tecnologia LTE
Semplificato il processo d'accoppiamento con altri dispositivi tramite Bluetooth
Migliorata la durata della batteria
Possibilità di aggiungere un numero maggiore di Tiles rispetto alle versioni precedenti
Nuovo design per la Tile del meteo
3.0
11
11 agosto 2021
Aggiunte sugli smartwatch le nuove funzioni di Android 11
^ Ben Elgin, Google Buys Android for Its Mobile Arsenal, in Bloomberg Businessweek, Bloomberg, 17 agosto 2005. URL consultato il 20 febbraio 2012 (archiviato dall'url originale il 24 febbraio 2011).
^Dianne Hackborn, su plus.google.com, Google+, 1º settembre 2012. URL consultato l'8 aprile 2013 (archiviato il 12 giugno 2013).
^Dan Morrill, su plus.google.com, Google+, 2 gennaio 2013. URL consultato il 5 gennaio 2013 (archiviato dall'url originale il 19 gennaio 2013).
^Android: the first week, su android-developers.blogspot.be, Android Developers Blog, 16 novembre 2007. URL consultato il 24 gennaio 2013 (archiviato il 21 gennaio 2013).
^Android SDK m5-rc14 now available, su android-developers.blogspot.be, Android Developers Blog, 13 febbraio 2008. URL consultato il 24 gennaio 2013 (archiviato il 21 settembre 2013).
^Tutte le novità di Android 7 Nougat, in Tom's Hardware, 12 settembre 2016. URL consultato il 10 ottobre 2017 (archiviato dall'url originale il 18 agosto 2017).
^(EN) Introducing Android 8.0 Oreo, in Android Developers Blog. URL consultato il 5 settembre 2017 (archiviato dall'url originale il 20 settembre 2019).
^Features and APIs, su Android Developers. URL consultato il 25 ottobre 2017.