La valle prende il nome dal fiume Giovenco, la cui sorgente si trova sul monte Pietra Gentile, a un'altitudine di 1250 ms.l.m. nel territorio del parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. Il fiume, che l'attraversa quasi completamente, sfocia nel canale collettore della piana del Fucino, attraversando il quale si spinge nell'emissario ipogeo dei cunicoli di Claudio fin oltre il ventre del monte Salviano, confluendo infine nel fiume Liri sotto l'abitato antico di Capistrello[3].
Quando il Fucino era un lago, il fiume Giovenco e le sorgenti di Bisegna rappresentavano il principale affluente dello specchio d'acqua[4].
Diversi rinvenimenti in siti d'interesse archeologico dislocati da Aielli a San Sebastiano dei Marsi fanno risalire già dal Neolitico le frequentazioni di tribù nomadi in questi luoghi. Ancora più numerosi sono stati i ritrovamenti di oggetti risalenti all'età del ferro[5].
Il centro fortificato più importante dell'area è l'oppidum di Ortona dei Marsi, di cui sono ancora visibili le tracce di mura in opera poligonale situate tra le frazioni di Rivoli e Cesoli che appartengono all'insediamento fortificato dell'antica Milonia[6]. Qui i Sanniti, alleati con i Marsi, cercarono di contrastare la spinta espansionistica dei Romani prima di esserne assoggettati nel 294 a.C.[7] In un'area della valle del Giovenco tra San Benedetto dei Marsi e Ortona dei Marsi nacque Quinto Poppedio Silone, condottiero e strenuo fautore dei diritti delle popolazioni italiche, grazie al quale anche i Marsi ottennero nell'88 a.C. i benefici della cittadinanza romana dopo tre anni di guerra sociale (denominata anche "guerra italica" o "guerra Marsica"), a cui fece seguito il processo di romanizzazione delle popolazioni locali[8][9].
Dal primo dopoguerra, nella prima metà del Novecento, l'area fu interessata dal fenomeno dell'emigrazione italiana, che si fece più consistente dal secondo dopoguerra causando il grave spopolamento dei borghi montani.
In epoca contemporanea anche la valle del Giovenco, come tutta l'area fucense-rovetana, subì gravissimi danni a causa del terremoto della Marsica del 1915[10].
L'istituzione nel 1922 del parco nazionale d'Abruzzo da un lato e la creazione nel 1989 del parco naturale regionale Sirente-Velino dall'altro ha favorito la valorizzazione delle aree montane e il recupero architettonico dei borghi che caratterizzano il suo territorio. Nel 1922 ci fu, grazie all'adesione di alcuni comuni della valle, la costituzione del primo consorzio forestale italiano, con la nascita della condotta forestale marsicana. Erminio Sipari fu l'artefice e il primo presidente del parco nazionale d'Abruzzo e anche il promotore della condotta forestale[11][12][13].
Il 26 marzo 1946 una bomba innescata durante la ritirata dei nazisti causò la morte di sette giovani e il ferimento grave di diversi operai impegnati nella ricostruzione del ponte sul fiume Giovenco situato lungo la strada provinciale 17, in località Campomizzo, tra Bisegna e Gioia dei Marsi e fatto crollare dagli Alleati[14].
^abArea Montana Valle Del Giovenco, su terremarsicane.it, Terre Marsicane. URL consultato il 10 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 1º maggio 2015).