Il padre, Alfredo Bruchi, era provveditore e presidente del Monte dei Paschi di Siena,[3] nonché, membro del partito fascista, deputato, dal 1929, e senatore, dal 1943 al 1944. La madre Beatrice Hignett, figlia dell’attore inglese Henry Reginald Hignett, gli trasmise la passione per il teatro[4]
Carriera teatrale
A 18 anni, nel 1930 con Guido Salvini, ottiene la sua prima scrittura con una paga di 25 lire al giorno, con l'obbligo di provvedere al guardaroba.
Inizia da qui una lunga attività teatrale che lo porterà ad essere chiamato, soprattutto per ruoli da comprimario, da prestigiose compagnie e con rilevanti registi e attori teatrali del suo tempo.[5]
Studente universitario e membro dei settore spettacolo dei Gruppi Universitari Fascisti (GUF e cine-GUF)[10], nel 1936 si laurea in giurisprudenza con una tesi su Lo spettacolo nell’organizzazione sindacale corporativa dello stato italiano.[4] In questo periodo, grazie alla frequentazione universitaria, ebbe anche contatti con il "teatro di regime", organizzando e dirigendo spettacoli destinati a commemorazioni e celebrazioni ufficiali, come L'Assetta, in occasione dei Littoriali della Cultura e dell'Arte di Roma per l'anno XIII.[11]
Questi due spettacoli rappresentano il suo congedo dal teatro, a favore delle attività nel cinema e doppiaggio dove sia come voce che direttore collaborò a più di 200 film, fino al graduale ritiro negli anni 60.[5][4]
Cinema
Nel 1936 ottiene il suo primo ruolo rilevante nel film Cuor di Vagabondo[18] una coproduzione italo-francese diretto da Jean Epstein e girato negli studi di Tirrenia.[19]
È di recente riscoperta la sua realizzazione come produttore e principale promotore, insieme a Michele Gandin del film "Cinci" del 1939, dal testo di Pirandello, che usando attori non professionisti e abitanti del territorio è considerato precursore e primo film neorealista. Tutto il film fu girato nelle tenute toscane della famiglia Bruchi.[20][21]
Nel 1945 al termine del secondo conflitto mondiale si trasferisce a Roma dove svolge attività anche come doppiatore che progressivamente diventerà la sua principale.[22] Come attore per il cinema compare in un decina di produzioni tra le quali Cagliostro, I due sergenti, Ladro di donne.[23] Sempre a Roma inizia la sua carriera anche come aiuto regista[24] e direttore di produzione per il grande schermo. Lavora con Mervyn LeRoy, Orson Welles, Ladislao Vajda[25].
Nel 1949 collabora alla sceneggiatura del film Il ladro di Venezia.[26] È aiuto regista di Quo Vadis?[27] sul cui set, basandosi sulla sua ottima conoscenza dell'inglese appreso dalla madre, inventa una nuova tecnica per agevolare il doppiaggio basata sulla omofonia inglese e sul labiale di parole inesistenti in italiano, una sorta di grammelot inglese.[5]
La città di Siena gli conferisce la Lupa d'argento, riservata a quanti portano prestigio alla città.
Vita privata
Critico verso la cinematografia del secondo dopoguerra, fra gli anni 50 e 60 si ritirò progressivamente dal mondo dello spettacolo,.[5]
Muore nel 1984 al termine di una breve malattia. Era sposato con l'attrice Licia Coletta.
^abc Università L'acquila e A cura di Mirella Schino, Carla Arduini, Rosalba De Amicis, Raffaella Di Tizio, Eleonora Egizi, Doriana Legge, Fabrizio Pompei, Francesca Ponzetti, Noemi Tiberio., ITALIA 1911 - 1934 Mappa della ricezione della Grande Regia (PDF).