Ugo Forno era uno studente romano. Abitava con i genitori in via Nemorense e frequentava la seconda media al Luigi Settembrini di via Sebenico[1].
La mattina del 5 giugno 1944, uscito di casa alle 6:30, incontrò gli alleati, da poco entrati a Roma, in Piazza Verbano, alle 7:30 Angiolo Bandinelli lo vide vicino al Parco Nemorense che gridava: «C'è una battaglia lassù oltre piazza Vescovio! Ci sono i tedeschi, resistono ancora». Seppe da alcune persone, riunite in piazza Vescovio, che un reparto di guastatori tedeschi stava cercando di far saltare il ponte ferroviario sull'Aniene.
Procuratosi un fucile e una bandoliera con diverse cartucce, alle ore 9, Forno entrò in una casa colonica di vicolo del Pino[2] per incontrarsi con cinque giovani, anche loro armati con fucili e pistole. Forno convinse i cinque giovani contadini Antonio e Francesco Guidi, Luciano Curzi, Vittorio Seboni e Sandro Fornari, a impedire a ogni costo l'azione delle retroguardie tedesche[1].
Attraversata la campagna e giunti all'altezza dell'Aniene, i sei partigiani videro una decina di guastatori tedeschi[3], intenti a piazzare grossi pacchi di esplosivo sotto le arcate del ponte che sorregge i binari della ferrovia Roma-Firenze, di fianco a Ponte Salario[1].
Il cavalcavia intitolato a Ugo Forno
I sei ragazzi aprirono il fuoco sul commando germanico, costringendoli a gettarsi al riparo. Dopo un breve combattimento i soldati tedeschi decisero di abbandonare l'azione e ritirarsi. Per coprirsi le spalle spararono tre colpi con un mortaio. Il primo prese in pieno Francesco Guidi, facendolo stramazzare. Il secondo proiettile squarciò una coscia a Curzi e staccò un braccio a Fornari; il terzo e le schegge centrarono Ugo Forno al petto e alla testa, uccidendolo di schianto, a mezzogiorno e qualche minuto[1]. Il loro sacrificio permise la salvezza del ponte ferroviario sull'Aniene, che rimase intatto.
Dopo poco giunse un gruppo di gappisti, che avvolse il corpo di Ugo Forno in una bandiera e lo trasportò, insieme ai tre feriti, alla clinica di via Monte delle Gioie. Francesco Guidi, 21 anni, non riuscì a sopravvivere all'estremo tentativo chirurgico di salvargli la vita[1].
«Giovane studente romano, durante i festeggiamenti per la liberazione della città di Roma, appreso che i tedeschi, battendo in ritirata, stavano per far saltare il ponte ferroviario sull'Aniene, con grande spirito di iniziativa, si mobilitava, unitamente ad altri giovani, e con le armi impediva ai soldati tedeschi di portare a compimento la loro azione. Durante lo scontro a fuoco veniva, tuttavia, colpito perdendo tragicamente la vita. Fulgido esempio di amor patrio ed encomiabile coraggio. (5 giugno 1944 - Roma)[5]» — Roma, 16 gennaio 2013
Nella cultura di massa
Alberto Marchetti ha dedicato a Ugo Forno il brano Il ponte della ferrovia con musiche di Paolo Alimondi
Flavio Giurato ha dedicato ad Ugo Forno il brano Ponte Salario nell'album Le promesse del mondo (2017).[6]
Massimiliano Timpano ha scritto un romanzo per ragazzi ispirato a lui. La brigata mondiale, Einaudi Ragazzi, 2020.
Nel 2022 è stato realizzato un film-corto, diretto da Fabio Vasco, sulla tragica fine di Ugo, dal titolo Ughetto Forno - Il partigiano bambino, con Ugo che viene interpretato da Lorenzo Altobelli.
Note
^abcdeFelice Cipriani, Roma 1943-45. Racconti di guerra e lotta di liberazione, Ass. Walter Tobagi, 2009, pagg. 205-206
^Il vicolo andava da via Luigi Mancinelli alla campagna; cfr. Pietro Romano, Roma nelle sue strade e nelle sue piazze, Fratelli Palombi, Roma, 1950, pag. 370. Attualmente è scomparso per l'intensa urbanizzazione della zona.
^Il plotone era comandato dal tenente Osterhaus; cfr. Franz Kurowski, Battleground Italy 1943-45, Hardcover, 2004, pag. 495.