Tracy Chapman (album)
Tracy Chapman è l'album di debutto della cantautrice statunitense omonima, pubblicato nel 1988[20].
La rivista Rolling Stone lo ha inserito al 263º posto della sua lista dei 500 migliori album.[21]
Antefatti
Tracy Chapman è stata scoperta da Brian Koppelman, collega alla Tufts University di Medford (Massachusetts) nel 1987. Egli ha rivelato: "Stavo aiutando a organizzare una protesta di boicottaggio contro l'apartheid a scuola, e [qualcuno] mi ha detto che c'era questa grande cantante di protesta che avrei dovuto invitare al raduno."[22] È così andato a vedere Chapman esibirsi in un caffè. Ha aggiunto: "Tracy è salita sul palco ed è stata come un'epifania. La sua presenza, la sua voce, le sue canzoni, la sua sincerità: tutto è venuto fuori."[22] Koppelman le disse che suo padre era co-proprietario della casa discografica indipendente Sbk e che avrebbe potuto aiutarla a incidere un disco. La cantante non prese molto in considerazione l'offerta.[22] Koppelman tuttavia era realmente interessato a Chapman, quindi continuò a recarsi alla maggior parte dei suoi spettacoli, riuscendo infine a convincerla.[22] Dopo il successo ottenuto nelle stazioni radio da una demo di Talkin' 'bout a Revolution, diede una copia del brano a suo padre, Charles Koppelman, che le fece firmare un contratto con la Elektra Records.[22] La cantante ha confessato che "mai avrei pensato di ottenere un contratto con una major discografica [...] Per tutto il periodo in cui ero una ragazzina che ascoltava dischi e la radio, mai avrei pensato alla possibilità che il mercato discografico trovasse vendibile il tipo di musica che facevo. Soprattutto quando cantavo canzoni come Talkin' 'bout a Revolution negli anni settanta [...] Non vedevo un posto per me lì."[22]
Il produttore, David Kershenbaum, ha affermato che l'album è stato "fatto per le giuste ragioni".[22] Ha inoltre sottolineato: "C'era una serie di idee che volevamo comunicare, e sentivamo che se fossimo stati sinceri e fedeli a quelle idee, allora le persone avrebbero colto l'emozione e il contenuto che c'era nei testi."[22]
Registrazione
Non appena firmato il contratto con la casa discografica, Chapman si è dedicata alla stesura dei brani, mentre Koppelman spediva a vari produttori la demo di Talkin' 'bout a Revolution, ricevendo costantemente dei rifiuti a causa della popolarità in quel periodo della dance e del synth pop.[22] I due hanno poi trovato David Kershenbaum, che ha ricordato: "Era da un po' di tempo che cercavo di fare qualcosa di acustico... C'era un senso di leggera noia con la roba che girava nell'industria da potere spingere le persone ad ascoltare di nuovo i testi e qualcuno che avesse qualcosa da dire."[22]
La più grande preoccupazione di Chapman era che l'integrità delle sue canzoni rimanesse intatta, in quanto desiderava una registrazione "molto semplice". Kershenbaum ha ribadito: "Volevo assicurarmi che tutto fosse costruito intorno a lei, mettendola in primo piano, vocalmente e tematicamente."[22] L'album è stato registrato in otto settimane al Powertrax, lo studio hollywoodiano di Kershenbaum.[22]
Accoglienza
L'album è stato favorevolmente accolto da critica e pubblico. Dopo due settimane dalla pubblicazione, aveva già venduto un milione di copie in tutto il mondo, rivelandosi un grosso successo commerciale.[27] Intervistato dal Guardian, Kershenbaum ha dichiarato che gran parte del pubblico voleva "quello che [Chapman] aveva" e che la cantante "è arrivata al momento giusto con il materiale giusto".[27]
In una recensione retrospettiva, Stephen Thomas Erlewine di AllMusic lo ha definito "uno dei dischi chiave dell'era Bush", riconoscendogli il merito di avere "rivitalizzato gli ideali folk tradizionali dell'attivismo sociale e dintorni, dando il via alla rivoluzione del politicamente corretto".[23] L'album ha venduto oltre 20 milioni di copie ed è uno dei primi lavori di un'artista donna ad aver venduto oltre dieci milioni di copie.[28]
In Italia è divenuto, a sorpresa, il disco di maggior successo in classifica dell'anno, superando In questo mondo di ladri di Antonello Venditti.[29]
Tracce
- Talkin' 'bout a Revolution – 2:38
- Fast Car – 4:58
- Across the Lines – 3:22
- Behind the Wall – 1:46
- Baby Can I Hold You – 3:16
- Mountains o' Things – 4:37
- She's Got Her Ticket – 3:54
- Why? – 2:01
- For My Lover – 3:15
- If Not Now... – 2:55
- For You – 3:09
Classifiche
Classifiche di fine anno
Classifica (1988)
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Posizione
|
Australia[36]
|
7
|
Francia[37]
|
3
|
Germania[38]
|
6
|
Italia[29]
|
1
|
Paesi Bassi[39]
|
5
|
Regno Unito[40]
|
7
|
Stati Uniti[41]
|
21
|
Svizzera[42]
|
6
|
Classifica (1989)
|
Posizione
|
Austria[43]
|
1
|
Germania[44]
|
3
|
Stati Uniti[45]
|
41
|
Note
- ^ (DE) Tracy Chapman – Tracy Chapman – Gold-/Platin-Datenbank, su musikindustrie.de, Bundesverband Musikindustrie. URL consultato il 16 dicembre 2022.
- ^ Guld- och Platinacertifikat − År 1987−1998 (PDF), su ifpi.se, IFPI Sweden. URL consultato il 1º agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 21 maggio 2012).
- ^ Discos de oro y platino, su capif.org.ar, Cámara Argentina de Productores de Fonogramas y Videogramas. URL consultato il 1º agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 6 luglio 2011).
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- ^ Austrian album certifications – Tracy Chapman – Tracy Chapman, su ifpi.at, IFPI Austria. URL consultato il 1º agosto 2019.
- ^ (NL) GOUD EN PLATINA - albums 1998, su Ultratop. URL consultato il 23 novembre 2022.
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- ^ (EN) Gold Disc Award presented [1977-2008], su ifpihk.org, IFPI Hong Kong. URL consultato il 27 gennaio 2021.
- ^ (EN) Italy: Talent Challenges (PDF), in Billboard, vol. 101, n. 49, 9 dicembre 1989, p. I-8. URL consultato il 25 luglio 2020.
«Most welcome has been Tracy Chapman who, after selling over 700,000 units with her first, eponymous, album, soon topped 300,000 sales with "Crossroads."»
- ^ New Zealand album certifications – Tracy Chapman – Tracy Chapman, su nztop40.co.nz, Recorded Music NZ. URL consultato il 1º agosto 2019.
- ^ Dutch album certifications – Tracy Chapman – Tracy Chapman, su nvpi.nl, Nederlandse Vereniging van Producenten en Importeurs van beeld- en geluidsdragers. URL consultato il 1º agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 4 luglio 2018).
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- ^ American album certifications – Tracy Chapman – Tracy Chapman, su riaa.com, Recording Industry Association of America. URL consultato il 1º agosto 2019.
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- ^ Tracy Chapman (certificazione), su FIMI. URL consultato il 18 novembre 2024.
- ^ Alessio Brunialti, Folk USA: 100 album fondamentali, in Mucchio Extra, Stemax Coop, #28 Inverno/Primavera 2008.
- ^ (EN) 500 Greatest Albums of All Time: Tracy Chapman, 'Tracy Chapman', su Rolling Stone. URL consultato il 21 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 giugno 2012).
- ^ a b c d e f g h i j k l (EN) 100 Best Albums of the Eighties: Tracy Chapman, 'Tracy Chapman', su Rolling Stone. URL consultato il 21 settembre 2020.
- ^ a b (EN) Stephen Thomas Erlewine, Tracy Chapman, su AllMusic, All Media Network. URL consultato il 26 luglio 2019.
- ^ (EN) Colin Larkin, The Encyclopedia of Popular Music, 5ª ed., Omnibus Press, 2011, ISBN 0-85712-595-8.
- ^ (EN) Nathan Brackett e Christian Hoard, Tracy Chapman, in The New Rolling Stone Album Guide, 4ª ed., Simon & Schuster, 2004, p. 153, ISBN 0-7432-0169-8.
- ^ Tracy Chapman - Tracy Chapman, su Ondarock. URL consultato il 23 dicembre 2021.
- ^ a b (EN) Gary Younge, A militant mellows, su The Guardian, 28 settembre 2002. URL consultato il 21 settembre 2020.
- ^ (EN) Adam Wernick, Tracy Chapman's new greatest hits album celebrates a quietly powerful legacy, su theworld.org, 20 novembre 2015. URL consultato il 21 settembre 2020.
- ^ a b c Gli album più venduti del 1988, su Hit Parade Italia. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ a b c d e f g h (NL) Tracy Chapman - Tracy Chapman, su Ultratop. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (EN) Top Albums - July 16, 1988, su Library and Archives Canada. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (FR) Le Détail des Albums de chaque Artiste, su InfoDisc. URL consultato il 7 dicembre 2019. Selezionare "Tracy CHAPMAN" e premere "OK".
- ^ (EN) Official Albums Chart: 26 June 1988 - 2 July 1988, su Official Charts Company. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (ES) Fernando Salaverri, Sólo éxitos: año a año, 1959–2002, 1ª ed., Spagna, Fundación Autor-SGAE, settembre 2005, ISBN 84-8048-639-2.
- ^ (EN) Tracy Chapman – Chart history, su Billboard, Penske Media Corporation. URL consultato il 7 dicembre 2019.
Cliccare sulla freccia all'interno della casella nera per visualizzare la classifica desiderata.
- ^ (EN) ARIA Top 50 Albums for 1988, su Australian Recording Industry Association. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (FR) Les Albums (CD) de 1988 par InfoDisc, su infodisc.fr. URL consultato il 7 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 27 ottobre 2012).
- ^ (DE) Album – Jahrescharts 1988, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (NL) Dutch charts jaaroverzichten 1988, su Dutch Charts. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (EN) Complete UK Year-End Album Charts, su chartheaven.9.forumer.com. URL consultato il 7 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale l'11 gennaio 2012).
- ^ (EN) 1988: Billboard 200 Albums, su Billboard. URL consultato il 7 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 23 gennaio 2015).
- ^ (DE) Schweizer Jahreshitparade 1988, su Schweizer Hitparade. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (DE) Jahreshitparade 1989, su austriancharts.at. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (DE) Album – Jahrescharts 1989, su Offizielle Deutsche Charts. URL consultato il 7 dicembre 2019.
- ^ (EN) 1989: Billboard 200 Albums, su Billboard. URL consultato il 7 dicembre 2019 (archiviato dall'url originale il 24 gennaio 2015).
Collegamenti esterni
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