Dal punto di vista regolamentare, questa fu l'unica edizione della manifestazione che, in caso di ricorso ai tempi supplementari, prevedeva la variabile del silver goal per l'assegnazione della vittoria: se una delle due squadre fosse riuscita a chiudere il primo tempo supplementare in vantaggio, si sarebbe aggiudicata direttamente il trofeo senza bisogno di disputare, ulteriormente, anche i secondi 15'.[1]
Partecipanti
Squadre
Qualificazione
Partecipazioni precedenti (il grassetto indica la vittoria)
L'allenatore juventino Marcello Lippi rimescolò le carte escludendo a sorpresa il centrocampista Davids dall'undici titolare, schierato con un 4-2-3-1 in cui Nedvěd, Miccoli e Del Piero – questi ultimi, sostituiti nel secondo tempo rispettivamente da Camoranesi e Di Vaio – andavano a supportare l'unica punta Trezeguet.[3] Il tecnico milanista Carlo Ancelotti dispose invece in campo i suoi uomini quasi in formazione-tipo, con un 4-4-2 che vedeva una linea mediana a rombo, e operando l'unico cambio tra i pali dove, per premiare uno degli artefici del vittorioso cammino in Coppa Italia, schierò il secondo portiere Abbiati al posto del titolare Dida; sul finire del primo tempo, i milanesi furono poi costretti a rinunciare per infortunio a Gattuso, cui subentrò in mezzo al campo Ambrosini.[4]
I tempi regolamentari si chiusero a reti inviolate, con le due formazioni tuttavia capaci di imbastire molte e pericolose occasioni. Nell'overtime – una prima volta assoluta per la manifestazione, essendo stato introdotto con l'edizione del 2001 – la partita si fece ancor più spettacolare. Dopo che lo juventino Zambrotta colse la traversa al 95', nel recupero del primo tempo supplementare l'arbitro Collina concesse un calcio di rigore al Milan (per un fallo di Tacchinardi su Ambrosini), trasformato con un "cucchiaio" da Pirlo due minuti dopo il 105'; quando i meneghini sembravano a un passo dallo sfruttare la regola del silver goal (sarebbe bastato loro chiudere questa frazione di gioco in vantaggio, per mettere fine alla partita e aggiudicarsi il trofeo), i bianconeri riuscirono a pareggiare in extremis nel terzo e ultimo minuto di recupero grazie a un tap-in sottoporta di Trezeguet,[3][4] il quale ribatté a rete una corta respinta di Abbiati su un colpo di testa di Legrottaglie.[2]
Si proseguì pertanto con il secondo tempo supplementare, dove si segnalò solo una marcatura annullata al rossonero Inzaghi per fuorigioco, permanendo quindi la situazione di parità. Per la seconda volta nella storia della Supercoppa di Lega, la squadra vincitrice dell'edizione venne decisa ai tiri di rigore: la Juventus andò a segno con tutti i suoi giocatori, mentre per il Milan risultò decisivo l'errore di Brocchi, la cui conclusione venne parata da Buffon; la trasformazione di Ferrara consegnò così la vittoria al club torinese.[3][4] I calciatori bianconeri, al loro quarto trionfo nella manifestazione, dedicarono il successo alla memoria del loro presidente Vittorio Caissotti di Chiusano, scomparso pochi giorni prima della finale.[5]