Sergio Caputo

Sergio Caputo
Sergio Caputo nel 2006
NazionalitàItalia (bandiera) Italia
GenereJazz
Swing
Musica d'autore
Pop
Pop latino
Periodo di attività musicale1978 – in attività
Album pubblicati20
Studio15
Live3
Raccolte2
Sito ufficiale

Sergio Caputo (Roma, 31 agosto 1954) è un cantautore, chitarrista e scrittore italiano.

Spesso considerato uno dei massimi esponenti del cantautorato italiano[1], Caputo ha avuto un periodo di grande popolarità negli anni '80[2].

Noto soprattutto per il suo stile eclettico che fonde numerosi generi musicali come lo swing ed il pop[3], egli viene largamente considerato uno dei migliori musicisti della scena jazz italiana.[4]

Oltre ad aver riscosso grande popolarità tra il pubblico[5], molti dei suoi lavori hanno anche ricevuto ampi elogi da parte della critica musicale[6]; ad esempio il suo album d'esordio Un sabato italiano (1983) è stato inserito nella lista dei migliori dischi della storia italiana secondo il noto magazine Rolling Stone.[7]

Ha all'attivo tre partecipazioni al Festival di Sanremo (1987, 1989 e 1998)[8].

Tra i suoi brani di maggior successo vi sono Il Garibaldi Innamorato, Un sabato italiano e Bimba se sapessi.[9]

Biografia

Esordisce con un 45 giri del 1978 Libertà dove sei/Giorni di festa, inciso per la IT, etichetta diretta da Vincenzo Micocci, prodotto da Ernesto Bassignano, allora anch'egli attivo come cantautore. Nel 1981 pubblica un mini LP (con quattro canzoni incise su un solo lato) per la Dischi Ricordi.

Il successo

Sergio Caputo, 2013 - ritratto

La fama arriva all'inizio degli anni ottanta nel 1983 con l'album Un sabato italiano per la CGD. L'album si avvale della messa in onda di ben otto video prodotti da Mister Fantasy, la trasmissione televisiva RAI condotta da Carlo Massarini che lo lancia definitivamente come cantautore innovativo. Sergio Caputo si distingue per le influenze jazz e i testi ironici ma velati di malinconia e inquietudine.

L'anno dopo, 1984, esce il suo album Italiani mambo, che in fatto di vendite supera il precedente, e nel quale si avvale della collaborazione del clarinettista-sassofonista statunitense Tony Scott (che anni dopo lo presenterà a Dizzy Gillespie) e del batterista jazz Roberto Gatto. Con la title track partecipa al Festivalbar, e anche questa canzone resta tra le sue più famose a distanza di anni.

Nello stesso anno collabora con Adriano Celentano, che gli commissiona un testo italiano su un brano di un complesso olandese, Suzanne dei VOF De Kunst/The Art Company, il cui titolo rimane pressoché invariato. Nasce così Susanna, brano di punta dell'album di Celentano intitolato I miei americani, dove si narra di una donna dedita all'avventura, brava a sedurre e poi abbandonare.

I concerti

A causa delle molte richieste per i concerti di Sergio Caputo, nasce l'esigenza di avere una band che lo accompagni nelle date in giro per l'Italia. Personalmente va ad ascoltare molti gruppi e la sua attenzione cade su una formazione, che si sta esibendo a Siena, composta tutta da professionisti e insegnanti di musica delle scuole locali. Nella band ci sono tre elementi, Roberto Nannetti (chitarra),Giulio Visibelli (sax), Lino Gerardi ( batteria ) che lo accompagneranno per vari anni. In questo periodo Caputo compone diverse canzoni che verranno poi registrate nell'album successivo, No Smoking, contenente tra l'altro la famosa L'astronave che arriva.

Il primo album dal vivo e le partecipazioni al Festival di Sanremo

Sergio Caputo con Dizzy Gillespie

La promozione di No Smoking porta ad un altro tour e all'idea di incidere il primo album dal vivo, idea che si concretizza dalla registrazione dello spettacolo tenuto al Teatro Orfeo di Milano, nell'album Ne approfitto per fare un po' di musica, che rimane uno dei suoi dischi più venduti. Legata a questa nuova produzione è la prima partecipazione, sempre nel 1987 al festival di Sanremo con la canzone Il Garibaldi innamorato.

Nel 1988 con l'aiuto di Sergio Conforti (più noto come Rocco Tanica), incide Storie di whisky andati che include la canzone "Non bevo più tequila". Il lavoro che chiude il suo periodo con la casa discografica CGD è Lontano che vai, del 1989, che si avvale del contributo del sassofonista inglese Mel Collins. La pubblicazione di questo album coincide con il suo secondo Sanremo, a cui Sergio Caputo partecipa con Rifarsi una vita.

Nei sette anni successivi pubblicherà tre album: edito dalla Fonit Cetra è Sogno erotico sbagliato (1990); Egomusicocefalo (1993) riapre e subito richiude una parentesi presso la CGD e si distingue come l'album più tendenzialmente rock; infine pubblica I Love Jazz nel 1996.

In quel periodo, oltre a tanti viaggi negli Stati Uniti, torna a Milano dove realizza il suo progetto di rivisitare alcuni brani del passato contenuti nell'album Serenadas (1998) che ha anche tre inediti, tutti con arrangiamenti in stile latinoamericano. Il disco è pubblicato dalla Polygram, diventata nel 1999 di proprietà della Universal. Nello stesso album è inclusa anche la canzone con la quale firma la sua terza partecipazione al festival di Sanremo, Flamingo, brano sull'emarginazione.

California

Dopo il tour del 1998 si trasferisce in California dove si dedica a tempo pieno al jazz, esibendosi spesso con un quintetto. Nel 2003 è uscito un suo album strumentale dal titolo That Kind of Thing, in cui esordisce come chitarrista jazz. Questo disco è stato annoverato fra i 50 album del suo genere più ascoltati in radio nelle classifiche americane R&R e ha vinto l'award di Smooth Jazz.com (sito leader del genere musicale jazz-smooth jazz-chill etc) come album indipendente più scaricato dell'anno nel 2005.[10]

Nel 1999 diffonde un suo brano inedito di matrice jazz, esclusivamente on line: Bibidin babidin bibidi boom. La canzone racconta delle amnesie e degli impacci di un artista alle prese con una serie di contrattempi durante una sua esibizione. Nel 2006 pubblica una raccolta dei suoi brani in versione acustica con il titolo: A tu per tu. Il cantautore presenta a Roma il 23 maggio 2008 il suo primo romanzo intitolato Disperatamente (e in ritardo cane). Nel luglio 2009 pubblica, solo su iTunes, il suo ultimo singolo smooth-jazz dal titolo On a lonely night. Il singolo è anche il primo prodotto della sua nuova etichetta "Alcatraz Moon"

Il 15 settembre dello stesso anno presenta in un concerto-evento a Roma il suo nuovo live La notte è un pazzo con le mèches, che può essere considerato una sorta di "bootleg d'autore". Ciò significa che l'album è stato registrato con mezzi "da bootleg" ma con il permesso e la collaborazione dell'autore, il quale ha poi deciso di ottimizzarlo e pubblicarlo. Anch'esso viene messo in commercio sotto forma di download su iTunes, quindi in formato CD, disponibile su Amazon o direttamente ai concerti dell'artista. Il titolo è ripreso da una frase del brano Anche i detective piangono (dall'album Storie di whisky andati). Il brano è accennato nel live, a richiesta del pubblico.

Questo nuovo album live riscontra un altissimo gradimento - anche fra il pubblico giovanissimo che ha scoperto il cantautore solo di recente -, rivelandosi un ottimo documento dell'esperienza del "Sergio Caputo Quintet", come della maturità artistica ed espressiva che altrimenti solo chi aveva assistito personalmente ai concerti di Caputo poteva riscontrare.

L'album viene presentato al pubblico italiano durante una tournée primaverile[11] iniziata dal Sergio Caputo Quintet a Botticino (BS) l'11 marzo 2010[12] e che è in seguito proseguita toccando, fra le altre città, anche Bergamo, Milano[13], Bologna, Roma[14], Sassari, Alghero[15], Salerno e Napoli[16]. Il tour ha una coda estiva che tocca Iseo (BS)[17], per l'apertura del Festival dei laghi italiani, il festival Jazz on boat sul Lago di Bracciano e l'Anfiteatro romano di Lecce. L'artista è poi tornato ad esibirsi in un nuovo tour nel 2011.

Il 13 novembre 2013 esce il nuovo singolo "C'est moi l'amour" con etichetta Alcatraz Moon Italia che anticipa l'uscita di un album speciale, di un tour e un libro. A distanza di trent'anni dall'uscita di Un sabato italiano, l'artista celebra l'evento con un remake dell'intero album che si intitolerà "Un sabato italiano 30" e sarà realizzato in versione più jazzistica e arricchito da due brani inediti.

Nel marzo 2015 esce il nuovo album di inediti Pop, Jazz and Love, interamente in inglese tranne per il singolo A bazzicare il lungomare, mentre nel 2017 avvia una collaborazione artistica con Francesco Baccini, che porta alla pubblicazione dell'album di inediti “Chewing Gum Blues”.

Dopo un'intensa attività live, registra il disco unplugged Oggetti Smarriti, che esce nel 2018 trainato dal singolo Scrivimi scrivimi. L'album contiene tre inediti e un mix di brani del suo intero repertorio.

A novembre 2019 pubblica un singolo, Amo il mio nuovo look e poi, nel dicembre dello stesso anno, l'album Sergio Caputo en France, nel quale ripropone molti dei suoi brani storici in lingua francese. Torna a pubblicare un singolo autoprodotto il 29 luglio 2020, intitolato Ma che lurida estate[18].

Tra il 2023 e il 2024 intraprende un tour italiano per il quarantesimo anniversario di Un sabato italiano; il 20 gennaio 2024 esce il suo nuovo singolo "Sono uno spirito libero".[19]

Stile musicale

Autore di brani pop, swing e jazz; negli anni ha anche sperimentato musica latina e musica leggera. Da sempre apprezzato arrangiatore, Caputo si è anche distinto per la ragguardevole eleganza tecnica ed interpretativa alla chitarra elettrica.

Pubblicazioni

  • Disperatamente (e in ritardo cane) - 2008
  • Un sabato italiano. Memories - 2013
  • La guerra è finita - 2016

Discografia

Album in studio

La copertina dell'album I love jazz, del 1996.

Album dal vivo

Raccolte

EP

Singoli

Note

  1. ^ Sergio Caputo, il nuovo singolo è ‘Sono uno spirito libero’: “È il mio manifesto”, su la Repubblica, 20 gennaio 2024. URL consultato il 26 marzo 2024.
  2. ^ Rockol com s.r.l, √ Sergio Caputo, su Rockol. URL consultato il 26 marzo 2024.
  3. ^ HOME, su www.sergiocaputo.com. URL consultato il 26 marzo 2024.
  4. ^ Rockol com s.r.l, √ Sergio Caputo, su Rockol. URL consultato il 13 marzo 2024.
  5. ^ Sergio Caputo con la sua Big Band in Un sabato italiano show 40: l'artista fuori dagli schemi in Italia per tre appuntamenti dal vivo, su www.ilmessaggero.it, 27 febbraio 2024. URL consultato il 13 marzo 2024.
  6. ^ Sergio Caputo: “Che noia la musica cilena, il mio sabato italiano erano donne e swing. Bevevo e vivevo di notte, poi il cuore mi ha tradito”, su la Repubblica, 22 marzo 2024. URL consultato il 26 marzo 2024.
  7. ^ I 100 dischi italiani più belli di sempre per Rolling Stone, su Il Post, 30 gennaio 2012. URL consultato il 13 marzo 2024.
  8. ^ https://www.ilsussidiario.net/autori/elisa-porcelluzzi, Sergio Caputo/ "Dal 1998 non sono stato più invitato a Sanremo. Non so perché...", su IlSussidiario.net, 26 luglio 2021. URL consultato il 13 marzo 2024.
  9. ^ Sergio Caputo: “Quella volta che sono morto. Ho suonato con Gillespie, ho conosciuto Steve Jobs. Ma il mio sabato italiano non finirà mai”, su la Repubblica, 8 novembre 2023. URL consultato il 13 marzo 2024.
  10. ^ Sergio Caputo unplugged, 2011
  11. ^ Sergio Caputo, Tour 2010
  12. ^ Sergio Caputo al Teatro Centro Lucia, Botticino (BS)[collegamento interrotto]
  13. ^ Sergio Caputo alla Salumeria della Musica, 2010
  14. ^ Sergio Caputo al The Place, Roma
  15. ^ Sergio Caputo a Cagliari, Sassari e Alghero, su sassariweb.info. URL consultato il 3 giugno 2011 (archiviato dall'url originale il 19 agosto 2014).
  16. ^ Sergio Caputo al Bluestone, Napoli
  17. ^ Sergio Caputo a Iseo (BS), 2010 Archiviato il 19 agosto 2014 in Internet Archive.
  18. ^ Rita Vecchio, Sergio Caputo: «"Ma che lurida estate" il mio singolo post lockdown per me, cantautore indie e autoprodotto», su Leggo, 27 luglio 2020. URL consultato il 9 agosto 2020.
  19. ^ Sergio Caputo, il nuovo singolo è ‘Sono uno spirito libero’: “È il mio manifesto”, su la Repubblica, 20 gennaio 2024. URL consultato il 13 marzo 2024.

Bibliografia

  • Ezio Guaitamacchi, 1000 concerti che ci hanno cambiato la vita, Roma, Rizzoli, 2010, ISBN 9788817042222.
  • Gianluca Testani (a cura di), Enciclopedia del rock italiano, Roma, Arcana Editrice, 2006.

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Collegamenti esterni

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