Bazlen nacque a Trieste il 10 giugno 1902. Il padre, Eugenio Bazlen, nativo di Stoccarda (in Germania) e di religioneluterana, morì un anno dopo la nascita di Roberto; crebbe quindi con la famiglia della madre, Clotilde Levi Minzi, triestina, appartenente alla media borghesia ebraica, convertita alla confessione del marito, il che permise al figlio di far stabilire la sua "non appartenenza alla razza ebraica"[3]. Studiò nella scuola di lingua tedesca Realgymnasium, dove si appassionò alle materie letterarie, in ciò incoraggiato dal suo insegnante, il professor Mayer. Lasciata Trieste, visse a Genova, Milano e Roma[4].
Bazlen non pubblicò nulla in vita, ma nella raccolta Scritti (1984, che comprende anche le Lettere a Montale) vennero presentate le sue opere postume Lettere editoriali (1968), Note senza testo (1970) e Il capitano di lungo corso (1976); quest'ultimo libro è un romanzo, tradotto dal tedesco da Roberto Calasso, che parla di un passante della terra in viaggio secondo uno schema-modello d'ispirazione implicitamente omerica.[11] La vita di Bazlen è al centro del romanzo Lo stadio di Wimbledon (1983) di Daniele Del Giudice, romanzo adattato al cinema da Mathieu Amalric sotto il titolo Lo stadio di Wimbledon (2002). A Bazlen è dedicato il libro Bobi (2021) di Roberto Calasso, edito da Adelphi, nel quale si intrecciano i ricordi del Bazlen lettore e figura di primo piano nel mondo letterario ed editoriale italiano, e la raccolta di scritti e testimonianze Bazleniana, con i disegni del diario dell’analisi di Roberto Bazlen fatta da Ernst Bernhard (Acquario, Torino, 2022[12]).
Note senza testo, a cura di Roberto Calasso, Milano, Adelphi, 1970.
Il capitano di lungo corso, a cura di Roberto Calasso, Milano, Adelphi, 1973.
Scritti, a cura di Roberto Calasso, Milano, Adelphi, 2019 [1984], ISBN 978-88-459-3350-9.
La lotta con la macchina da scrivere, Milano, Adelphi, 1993.
Scusi questo tono da maestrino. Una lettera inedita allo scrittore triestino, in «il Piccolo», 14 aprile 1993, p. 5.
Roberto Bazlen, Giorgio Voghera, Le tracce del sapiente. Lettere 1949-1965, a cura di Renzo Cigoi, Udine, Campanotto, 1995.
Traduzioni di Roberto Bazlen
Bertolt Brecht, Gli affari del signor Giulio Cesare e Storie da calendario, traduzione di Lorenzo Bassi, Paolo Corazza e Franco Fortini, Torino, Einaudi, 1959.
Kenneth Burke, Antonio si pronuncia sul dramma, in «Prospettive U.S.A.», a. II, n. 5, pp. 76–90.
Manny Farber, Il cinema non è più il cinema, in «Prospettive U.S.A.», a. II, n. 2, inverno 1953, pp. 175–194.
Sigmund Freud, Introduzione allo studio della psicoanalisi, traduzione di Roberto Bazlen, Roma, Astrolabio, 1948.
Oscar Handlin, Democrazia e potere: l'immigrato nella vita politica americana, in «Prospettive U.S.A.», a. I, n. 1, autunno 1952, pp. 81–83.
Hugh Harrison, Case americane. Architettura moderna, in «Prospettive U.S.A.», a. II, n. 5, autunno 1953, pp. 14-36.
Carl Gustav Jung, Psicologia e educazione, traduzione di Roberto Bazlen, Roma, Astrolabio, 1947.
Carl Gustav Jung, Lo sviluppo della personalità, traduzioni di Roberto Bazlen e Rossana Leporati, cura editoriale di Anna Maria Massimello, Torino, Bollati Boringhieri, 1991.
Carl Gustav Jung, Psicologia e alchimia, traduzione di Roberto Bazlen, Roma, Astrolabio, 1950.
Herbert Marcuse, Eros e civiltà, introduzione di Giovanni Jervis, traduzione di Lorenzo Bassi, Torino, Einaudi, 1964.
Jean Rostand, L'uomo artificiale, traduzione di Lorenzo Bassi, Torino, Einaudi, 1959.
Eckart Von Sydow, Poesia dei popoli primitivi. Lirica religiosa, magica e profana, scelta, introduzione e note di Eckart von Sydow, traduzione e cura di Roberto Bazlen, Parma, Guanda, 1951.
William Carlos Williams, La distruzione di Tenochtitlán e Commedia morta e sepolta, in «Prospettive U.S.A.» , a. I, n. 1, autunno 1952, pp. 30-41 e 52-61.
William Troy, Virginia Woolf e il romanzo della sensibilità. Tre commenti 1932, 1937, 1952. Sviluppi di una posizione critica nel corso di vent'anni, in «Prospettive U.S.A.», a. III, n. 6, pp. 70-94.
William Carlos Williams, I racconti del dottor Williams, introduzione di Van Wyck Brooks, traduzione di Lorenzo Bassi, Torino, Einaudi, 1963.
^Introduzione in Roberto Bazlen, Note fuori testo, Adelphi, Milano 1964.
^ "Bobi, la cui madre ebrea veneta si era poi convertita alla confessione evangelica del padre, si era precipitato a portare agli uffici della Demorazza tutta la documentazione sulla cui base si era stabilita la sua "non appartenenza alla razza ebraica.", Anna Ferrando, Adelphi, Le origini della casa editrice (1938-1994), Carocci editore, Roma, 2023, p. 49.
^A Roma, dopo il 1950, ebbe anche dei contatti col suo concittadino Giorgio Fano, nonostante la sua antipatia per le posizioni neohegeliane di quest'ultimo. Si veda: Giorgio Voghera "Gli anni della psicanalisi, pag. 178"
^La Poesia di Eugenio Montale: Atti, Università di Genova, Le Monnier 1984, p.131
^Marisa Strada introduzione in Italo Svevo, Senilità Giunti Editore, 1995
^La foto era stata scattata da Gerti Frankl, che Bazlen aveva conosciuto a casa di Elsa Oblath Dobra (Giulia de Savorgnani, Bobi Bazlen. Sotto il segno di Mercurio, Lint, Trieste, 1998, p.50), di cui frequentava il salotto grazie a Scipio Slataper.
^"Bobi era talmente legato al suo psicoanalista da ripetere spesso che, se Bernhard fosse morto, lui sarebbe morto un mese dopo. Bernhard morì nel giugno 1965 e Bazlen nel luglio dello stesso anno." testimonianza di Anna Foà del 16 dicembre 2020, citata in: Anna Ferrando, Adelphi. Le origini di una casa editrice (1938-1994), Carocci ed., Roma, 2023, p.328 n. 11.
^Katia Pizzi, A city in search of an author: the literacy identity of Trieste, Continuum International Publishing Group, 2001, p.56
^Elio Pecora, La scrittura immaginata, Guida Editori 2009, p.32
Manuela La Ferla, Diritto al silenzio. Vita e scritti di Roberto Bazlen, Palermo, Sellerio, 1994, ISBN 88-389-1044-8.
Leonardo Luccone, «L'uomo scritto dagli altri». Il Foglio, 17-03-2007, p. VIII (articolo presente quiArchiviato il 4 marzo 2016 in Internet Archive. in formato PDF e consultato in data 29-03-09)