Ruffini è direttore dell'ICRANet, International Centre for Relativistic Astrophysics Network. È stato presidente dell'International Centre for Relativistic Astrophysics (ICRA) e direttore del Dottorato Internazionale di Astrofisica Relativistica (IRAP PhD), sponsorizzato da Erasmus Mundus. È stato titolare della cattedra di fisica teorica presso il Dipartimento di Fisica dell'Università "La Sapienza" di Roma dal 1978 al 2012.
Il suo lavoro teorico ha condotto al concetto di stelle bosoniche[2]. Il suo articolo con John Wheeler[3] ha introdotto per la prima volta in astrofisica il concetto di "buco nero". Con Demetrios Christodoulou ha stabilito le trasformazioni reversibili e irreversibili di un buco nero e ne ha fornito la formula per un buco nero di Kerr-Newmann dotato di carica, massa e momento angolare[4]. Il suo lavoro ha inoltre portato all'identificazione dei primi buchi neri nella nostra galassia.
Insieme al suo studente C. Rhoades[5], ha stabilito il limite assoluto più alto di massa per le stelle di neutroni e, con il suo studente Robert Leach[6], ha utilizzato tale limite per fissare il paradigma che ha reso possibile l'identificazione del primo buco nero nella nostra galassia, Cygnus X-1, usando i dati del satellite Uhuru di Riccardo Giacconi e del suo gruppo[7][8].
Con i suoi studenti Calzetti, Giavalisco, Song e Taraglio, ha sviluppato il ruolo delle strutture dei frattali in cosmologia[9][10].
Insieme al suo collaboratore T. Damour[11], ha suggerito l'applicabilità del processo Heisenberg-Euler-Schwinger di creazione di coppie particella-antiparticella nella fisica dei buchi neri e identificato la diadosfera in cui questi processi avvengono. I lampi gamma (GRBs) sembrano fornire la prova fondata di tale processo di creazione in astrofisica, prioritari all'osservazione di tale fenomeno in esperimenti sulla Terra, e rappresentano la prima prova del processo di estrazione di energia dai buchi neri (the blackholic energy)[12].
Per i suoi contributi alla fisica dei buchi neri, Ruffini ha vinto l'Abraham Cressy Morrison Award dell'Accademia delle Scienze di New York nel 1972.
Libri
È stato coautore di 21 opere, tra le quali:
R. Giacconi e Remo Ruffini, curatori e coautori Physics and Astrophysics of Neutron Stars and Black Holes, LXXV E. Fermi Summer School, SIF and North Holland (1978), also translated into Russian.
R. Giacconi e Remo Ruffini, Physics and Astrophysics of Neutron Stars and Black Holes 2nd edition, Cambridge Scientific Publishers, Cambridge (2009)
R. Gursky e Remo Ruffini eds. and co, authors, Neutron Stars, Black Holes and Binary X Ray Sources, H. Reidel (1975).
H. Ohanian e Remo Ruffini Gravitation and Spacetime, W.W. Norton, N.Y. (1994) tradotto anche in italiano (Zanichelli, Bologna, 1997) e coreano (Shin Won, Seoul, 2001).
R. Gursky e Remo Ruffini Neutron Stars, Black Holes and Binary X Ray Sources, H. Reidel (1975)
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R. Giacconi, An Education in Astronomy, in Annual Review of Astronomy & Astrophysics, vol. 43, 2005, pp. 1-30.
^ R. Giacconi, Nobel Lecture: The dawn of x-ray astronomy, in Reviews of Modern Physics, vol. 75, 2003, pp. 995-1010. URL consultato il 4 maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 22 novembre 2008).
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D. Calzetti, M. Giavalisco, R. Ruffini, The normalization of the correlation functions for extragalactic structures, in Astron. Astrophys., vol. 198, 1988.
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R. Ruffini, D.J. Song, S. Taraglio, The 'ino' mass and the cellular large-scale structure of the universe, in Astron. Astrophys., vol. 190, 1988.