Il rastrellamento, nel lessico militare, indica una manovra condotta da una certa quantità di veicoli e/o di soldati, avanzando da diverse direzioni in un'area specifica verso zone di combattimento, durante la quale si effettua una perquisizione dei luoghi interessati e quindi si va alla ricerca di persone e/o oggetti.
I rastrellamenti, che possono avvenire con eventuale supporto di artiglieria, divennero molto frequenti durante la seconda guerra mondiale, ed erano operazione militari vere e proprie che dovevano sorprendere anche in maniera violenta il nemico. Essi avevano lo scopo di ridurre il nemico in piccoli gruppi, in modo tale da essere più facilmente circondati.[1]
In Italia vennero rese tristemente note, per quanto riguarda i rastrellamenti effettuati, le forze nazi-fasciste che avevano lo scopo di eliminare i partigiani che si nascondevano in piccoli villaggi o case isolate nelle colline. Questi ultimi risposero però con tecniche di guerriglia, ovvero il suddividere le forze in piccole unità.[2]