Allievo di Angelo Italia, ebbe una lunga e feconda carriera, anche grazie all'incarico di Architetto del Senato di Palermo, carica per cui fu spesso incaricato di progettare carri e apparati effimeri per la festa di Santa Rosalia.
Paolo Amato fu, anche, progettista di decorazioni; per lui lavorava un'équipe di marmorari e scalpellini che spesso arricchì le sue opere con spettacolari decorazioni a commessa.
La sua opera più importante, iniziata nel 1682, è la chiesa del Santissimo Salvatore, a pianta dodecagonale allungata, sormontata da una cupola ellittica.
Nel 1681 realizzò un teatro marmoreo per feste musicali al Foro Italico, che fu distrutto a metà del XIX secolo e sostituito dal palchetto progettato da Carlo Giachery e Domenico Lo Faso Pietrasanta. Alcune parti dell'edificio di Paolo Amato furono riutilizzate nella nuova costruzione.
Altra importante opera di Paolo Amato fu la chiesa di San Giuliano con l'annesso monastero,[4] realizzata nella seconda metà del XVII secolo e che venne abbattuta alla fine del XIX secolo per far posto al costruendo Teatro Massimo di Palermo.
Paolo Amato fu anche autore del trattato La Nuova Pratica di Prospettiva, pubblicato a Palermo nel 1732.
Monumenti funebri di Giovan Battista Marassi, duca di Pietratagliata, e di Girolamo Marassi Drago, barone di Fontana Salsa, manufatti di eleganti forme rococò, opere presenti nella "Cappella del Santissimo Crocifisso" della chiesa di Santa Ninfa dei Crociferi.
Il Comune di Ciminna ha intitolato la villa comunale con il suo nome. Esiste anche un circolo nella piazza locale, che prende il nome di Paolo Amato.
Note
^Giacomo Amato, su comune.palermo.it. URL consultato il 9 marzo 2011 (archiviato dall'url originale il 22 luglio 2011).
^Pagina 152, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" [1], Volume quarto, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
^Pagina 121, Gaspare Palermo, "Guida istruttiva per potersi conoscere ... tutte le magnificenze ... della Città di Palermo" [2], Volume IV, Palermo, Reale Stamperia, 1816.
^Pagina 139 - 190, Gioacchino di Marzo, "Diari della città di Palermo dal secolo 16 al secolo 19" [3], Volume VIII, Palermo, Luigi Pedone Laurel Editore, 1871.