Nipote di Angelo Rizzoli (sua madre era infatti Pinuccia Rizzoli),[1] cugino di Angelo (1943-2013) e Alberto Rizzoli, comincia la sua attività nella casa editrice di famiglia nell'ottobre 1961 dopo aver conseguito la maturità scientifica.[2] È assegnato al reparto rotative, s'iscrive anche a Scienze politiche all'Università Cattolica ma non dà più di tre esami, gli viene dato in tipografia il soprannome di "Nick mano fredda" perché gli piace scommettere.[3] Si occupa quindi di pubblicità dopo aver fatto il servizio militare in aeronautica ad Albenga, nel 1967 diventa assistente di Enzo Biagi assunto alla Rizzoli come direttore editoriale dei periodici[4].
Dal 1970 al 1972 è a sua volta direttore editoriale dei periodici per poi essere amministratore delegato periodici dal 1972 al 1974. Il 20 gennaio 1975 lascia con la sua famiglia la Rizzoli perché i Carraro, pur possedendo il 29% della società, non sono stati consultati nell'operazione che porta all'acquisto della società editrice del «Corriere della Sera»[5]. Si mette in proprio e, insieme ad un gruppo di soci (tra cui Tiziano Barbieri Torriani), acquisisce la casa editrice Sperling & Kupfer diventandone presidente.
Nel 1977 si trasferisce a Roma, dove acquista una considerevole partecipazione della Vides S.p.A. con la quale produce i suoi film. Nel 1990 ritorna alla casa editrice Sperling & Kupfer che, alla morte di Tiziano Barbieri Torriani, viene venduta nel 1994 a Mondadori.[6] In seguito, va a vivere per vari anni nell'isola di Providenciales, nell'arcipelago di Turks e Caicos. Rientrato in Italia, il 28 giugno 2006, sposa a Roma la popolare conduttrice televisiva Mara Venier[5] dopo essere stato per molti anni (dal gennaio 1963 sino al 1980) marito di Adonella Colonna di Paliano, da cui ha avuto tre figli: Ginevra, Giada e Gian Gerolamo, soprannominato Gerò (a lungo compagno di Simona Ventura[7]).
Filmografia
Tra i vari film da lui prodotti ricordiamo:
Amori miei, 1978 (Premio Biglietto d'Oro 78-79), interpretato da Johhny Dorelli, Monica Vitti ed Edwige Fenech nel quale Monica Vitti ha vinto il premio David di Donatello come migliore attrice.
Café Express, 1979 diretto da Nanni Loy e interpretato da Nino Manfredi; Premio “Nastro d'Argento a Elvio Porta e Nanni Loy per il miglior soggetto originale.
Cristo si è fermato ad Eboli, 1979 diretto da Francesco Rosi, interpretato da Gian Maria Volonté e Lea Massari; Premio “David di Donatello” a Francesco Rosi per la migliore regia, Nastro d'Argento a Lea Massari per la migliore attrice.
Ratataplan, 1979 diretto da Maurizio Nichetti; Premio “Nastro d'Argento” a Maurizio Nichetti per il migliore nuovo regista; Premio “Biglietto d'Oro” 79-80.
I Paladini, 1983 diretto da Giacomo Battiato, interpreti Ron Moss, Tanya Roberts e Barbara De Rossi; Premio “David di Donatello” a Nanà Cecchi per i migliori costumi.
Riconoscimenti
1980: «Premio De Curtis»;
(nello stesso anno): Nastro d'argento per il complesso della sua opera di produttore cinematografico (assieme a Franco Cristaldi).