Il Museo dell'Opera del Duomo di Prato è stato fondato nel 1967 in alcuni ambienti del Palazzo Vescovile ed ampliato in più tempi per ospitare opere provenienti dalla Cattedrale di Santo Stefano e dal territorio diocesano. L'ingresso è ubicato in piazza duomo alla base del campanile.
Il Museo sorse nel 1967 in due sale (le ultime descritte) tra il palazzo Vescovile e la cattedrale; fu poi ampliato nel 1976 con altri ambienti prospicienti il chiostro romanico della cattedrale per ospitare opere provenienti dall'intera diocesi e i prestigiosi rilievi del pulpito di Donatello, tolti dall'esterno della chiesa nel 1970. Nel 1980 vennero collegate al museo le Volte sotto il transetto della cattedrale, e altri ambienti si aggiunsero nel 1993-1996, avviando anche i lavori per ricollegare le varie sezioni in un unico percorso che dal campanile della cattedrale scende alla zona sepolcrale sotto le cappelle del transetto della stessa chiesa, e attraversa varie sale dell'antico Palazzo dei Proposti, intorno all'armonioso chiostro romanico. La raccolta si configura come Museo diocesano.
Fino al 2013 l'ingresso del museo era dal cortiletto di fianco alla facciata del Duomo di Prato; dopo questa data, avendo collegato la visita del museo a quella degli affreschi di Filippo Lippi in cattedrale (con un unico biglietto), il nuovo ingresso è stato posto sotto il campanile duecentesco del Duomo di Prato.
L'itinerario espositivo del Museo Diocesano si sviluppa in sette sale, oltre alla sezione archeologica, al chiostro romanico, all'Antiquarium e alle "Volte".
L'ingresso del Museo dal campanile conduce nelle cosiddette "Volte", vasto ambiente seminterrato coperto da volte a crociera sotto le cinque cappelle del transetto della cattedrale, realizzate nel 1320-1326 come area sepolcrale. Restano molti stemmi scolpiti e insegne dipinte, del XIV-XVIII secolo. Tra le opere più significative:
Sul fondo delle "Volte", nell'area sottostante la sacrestia della cattedrale, è la Cappella di Santo Stefano, della prima metà del Trecento, ornata sulle volte con Evangelisti e santi, opera di un anonimo pittore del tardo Trecento-inizi Quattrocento, e sulle pareti da affreschi di Pietro e Antonio di Miniato, eseguiti intorno al 1420:
Un moderno corridoio ottenuto con lo scavo dell'area sottostante il transetto ricollega la parte finale delle "Volte" all'Antiquarium, dove sono esposti frammenti dal periodo romano al Medioevo trovati negli scavi del 1970 tra cattedrale e palazzo Vescovile, e alla cappella sepolcrale dei Migliorati (XII secolo).
Dalla Sepoltura Migliorati, al termine del corridoio collegato alle "Volte", si accede al suggestivo chiostro romanico (1165 circa), in marmo bianco e serpentino verde, arricchito da tarsie marmoree, caratterizzato da originali capitelli zoomorfi - presso il varco centrale - attribuiti al Maestro di Cabestany. Del chiostro, che in origine circondava i quattro lati del cortile di fianco alla cattedrale, resta solo il lato orientale; il secondo ordine, con colonnine ottagonali e capitelli a "foglie d'acqua", fu rifatto nel 1428.
Sotto il chiostro romanico è l'accesso alla sala successiva del museo, che mostra resti della struttura medievale, dove sono collocati interessanti dipinti su tela e supplettile liturgica, databili dal XVII al XIX secolo. Di rilievo:
Utilizzata anche per esposizioni temporanee, la sala ospita dipinti di piccolo-medio formato, da devozione privata, tra i quali:
La sala, ristrutturata nel Quattrocento, prende nome dal celebre Pulpito realizzato da Donatello e Michelozzo sull'angolo esterno della facciata della cattedrale per le ostensioni solenni della reliquia della Sacra Cintola. Le opere esposte nell'ambiente sono:
L'ambiente, di struttura medievale ma con volta quattrocentesca, conserva opere del XV-XVI secolo. Di particolare interesse:
Dalla Sala del Rinascimento si scende nella zona seminterrata, con l'area archeologica, realizzata per collegare due sezioni del Museo. Lo scavo ha consentito il recupero di vari reperti che attestano la frequentazione della zona dal periodo etrusco alla formazione del nucleo abitato longobardo. La parete nord dell'ambiente è un tratto delle mura urbane di Prato, del XII secolo. Interessanti, per la storia della città, vari reperti:
Dall'area di scavo si risale a un ambiente, antico loggiato trecentesco, dedicato al culto della Sacra Cintola, preziosa reliquia mariana venerata a Prato, secondo antiche tradizioni, fino dal XII secolo (sicuramente presente nella chiesa dalla prima metà del Duecento):
Contigua alla precedente è una sala di struttura tre-quattrocentesca dove si conservano:
Al termine del percorso museale, la sala ospita importanti sculture e dipinti (soprattutto parti di polittici) dal XIII agli inizi del XV secolo, di provenienza pratese, e suppellettile sacra coeva:
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