In possesso di una voce robusta e svettante come poche, dopo aver studiato con Vicidomini e Cataldi-Tassoni a Milano e Pessina a Firenze debuttò il 19 luglio 1937 a Colorno in Lucia di Lammermoor, cantando anche il giorno seguente a Busseto in Rigoletto.
L'estensione e lo squillo prodigiosi gli consentirono la ripresa di un'opera desueta come Guglielmo Tell e notevole fu anche la partecipazione alla storica ripresa di Armida nel 1952 a Firenze, protagonista Maria Callas. Verso la fine degli anni 40 interpretò, grazie anche alla figura accattivante, i film-opera Rigoletto e Lucia di Lammermoor. Concluse la carriera nel gennaio 1973, esibendosi per l'ultima volta in Norma al Teatro comunale dell'Aquila.
Fu particolarmente efficace sia nel repertorio primottocentesco (memorabili i suoi sopracuti a piena voce ne I puritani e in Guglielmo Tell) che in quello tardoromantico (su tutti Rigoletto e Il trovatore). Uomo dal carattere schietto e privo di formalismi,[1] non ha avuto molta fortuna con la critica, mentre gli appassionati filolirici lo annoverano fra i grandi tenori del suo tempo.
^Per farne comprendere il carattere, si riporta un aneddoto risalente al 1938, quando, di passaggio a Montefoscoli in compagnia del soprano Alina Galeotti e del baritono Gino Bechi, approntando un palcoscenico di fortuna, costruito appoggiando le assi di legno sulle botti per il vino, improvvisò un concerto nella piazza principale, per la delizia dei compaesani plaudenti.
Bibliografia
Roland Mancini & Jean-Jacques Rouveroux, La guide de l'opera, Fayard 1986.