Giunse con grande celerità la pubblicazione della sua tesi di laurea su Metastasio nel 1915, ma l''incipit della sua carriera fu nel 1920, anno in cui uscì il Saggio su Verga. Lo scrittore verista resterà sempre tra gli interessi di Russo, tanto che nel 1960, nel suo ultimo volume laterzianoIl tramonto del letterato, pag. 513, si legge un suo intervento intitolato Verga, il poeta della povera gente.
Cominciò proprio nel 1920-1925 la prima e compiuta definizione del suo indirizzo critico-letterario: successivamente al saggio su Verga, nel quale aveva attaccato la letterarietà in nome della concezione del "poeta primitivo", emergeva già matura la sua posizione verso Benedetto Croce, con il quale scambiò un nutrito carteggio, confermando la distinzione tra poesia e non-poesia, ma completandola con il contesto e il mondo dello scrittore, sia sociale che culturale. Dette dunque molta importanza alla storia, riferendosi chiaramente alla critica di Francesco De Sanctis e inaugurando il suo storicismo integrale. Ridefinì la nozione di poetica come cerniera tra poesia e non-poesia e applicandola nei suoi studi sui principali autori italiani: Manzoni, Alfieri, Foscolo, Leopardi, raccolti in Ritratti e disegni storici.[2]
Continuò appassionatamente lo studio sulla cultura ottocentesca napoletana, la quale veniva ad assumere un chiaro significato politico. Prese corpo il suo antifascismo "utile e indisturbato" condiviso con illustrissimi colleghi. Esso si consolidò nel saggio su Niccolò Machiavelli, in forte opposizione alla moda del regime di rappresentare sé stesso come il movimento che aveva da tempo attuato gli ideali machiavellici. Russo invece, sul piano letterario, confermò la visione di Machiavelli come "artista della politica".
Assunse nel 1943 e dal 1944 al 1948 la direzione della Scuola normale di Pisa e si confermò uno dei più lucidi e arguti attori della cultura del tempo. Aveva collaborato alla rivista La nuova Italia (pubblicata dall'omonima casa editrice); dal 1925 al 1947, diresse Leonardo. Rassegna bibliografica mensile e infine volle fondare, nel 1946, una propria rivista, Belfagor che si occuperà di critica, storia, politica, filologia e arti figurative. Dalle sue colonne polemizzerà sagacemente e brillantemente coi personaggi di spicco della vita culturale e politica del Paese[4] e si ergerà sempre a difesa della cultura libera. La fase finale della sua attività di studioso sarà maggiormente rivolta alla dialettica.[5]
Soddisfatto della tranquillità della vita a Pisa, trascorrerà attivamente gli ultimi anni anche in senso politico: fedele alla sua impostazione laica e repubblicana, si iscrisse prima al Partito d'Azione di Piero Calamandrei per poi uscirne in polemica nel 1946. Entrò dunque nel Partito Repubblicano Italiano di Randolfo Pacciardi e Ugo La Malfa, ma anche da questo ne uscì dopo breve tempo, nel 1947, sbattendo la porta. La sua stella polare fu di non accettare mai il clima politico di monopolio democristiano, soprattutto nel campo dell'istruzione pubblica, e questo lo spinse infine a candidarsi come indipendente nelle liste del Fronte Popolare (PCI-PSI) in Sicilia alle elezioni politiche del 1948. Proprio a tale scelta politica è da attribuirsi, secondo quanto ritiene Calamandrei, la successiva decisione dell'allora Ministro dell'istruzione, il democristiano Guido Gonella, di non confermarlo quale direttore della Scuola normale di Pisa.[6]
Alla sua morte, uno dei figli, Carlo Ferdinando Russo, formatosi anche lui alla Scuola Normale e titolare per oltre un ventennio della cattedra di filologia greca all'Università di Bari, gli subentrò nella direzione di Belfagor.
Opere
Saggi
Metastasio, Pisa, Nistri, 1915.
Vita e morale militare, Caserta, Marino, 1917 (poi più volte ristampato con il titolo Vita e disciplina militare, in ultima edizione Milano, Il Saggiatore, 1992).
Giovanni Verga, Napoli, Ricciardi, 1919.
Salvatore Di Giacomo, Napoli, Ricciardi, 1921.
I Narratori, Roma, Fondazione Leonardo, 1923.
Francesco De Sanctis e la cultura napoletana, Venezia, La Nuova Italia, 1928.
Problemi di metodo critico, Bari, Laterza, 1929.
Elogio della polemica, Bari, Laterza, 1933.
Ritratti e disegni storici - Da Machiavelli a Carducci, Bari, Laterza, 1936.
Commedie fiorentine del '500, Firenze, Sansoni, 1939.
Luigi Russo - Giovanni Gentile, Carteggio 1913-1943, a cura di Antonio Resta e Roberto Pertici, Pisa, Scuola Normale Superiore, 1998.
Luigi Russo - Benedetto Croce, Carteggio 1912-1948, a cura di Emanuele Cutinelli-Rendina, Pisa, Edizioni della Normale, 2006 (in due volumi).
Luigi Russo - Adolfo Omodeo, Carteggio 1924-1946, a cura di Antonio Resta, Pisa, Edizioni della Normale, 2018 (in due volumi).
Carteggio Luigi Russo - Roberto Ridolfi 1954-1961, a cura di Luca Menconi, Firenze, Polistampa, 2019.
Ai saggi sopraelencati sono da aggiungere i numerosi commenti, ad uso scolastico, di opere di alcuni tra gli scrittori italiani già indagati nei suoi studi critici, come Boccaccio, Dante, Machiavelli, Tasso, Alfieri, Foscolo, Leopardi, Nievo, Verga, De Sanctis.
Curatele
Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi, Firenze, La Nuova Italia, 1935-1992.
Note
^Riccardo Scrivano e Walter Binni, Luigi Russo, in Letteratura italiana - I Critici, volume terzo, Milano, Marzorati, 1970, p. 2169.
^Sul crocianesimo del Russo, «accentuato nella direzione di un sempre più insistito e precisato storicismo», che alla fine il critico applicherà agli stessi principi estetici del marxismo, «ma senza mai un reale distacco dal crocianesimo di fondo», si veda Giorgio Barberi Squarotti, in Grande dizionario enciclopedico, volume undicesimo, Torino, UTET, 1961, alla voce Russo Luigi, p. 262.
^"È probabilmente da imputarsi a questo suo esporsi in posizione di dissenso, la destituzione improvvisa e immotivata dall'incarico di Direttore della scuola Normale di Pisa": D'Angelo, Sabrina, La terza pagina dell'Unità (1946-1950), Critica letteraria 152, 3, 2011, p. 543 (Napoli: Loffredo Editore, 2011).
^Peraltro questo grande critico non ha mai dissimulato il suo interesse per la polemica (Elogio della polemica, 1933), da lui stesso praticata negli ultimi tempi con rissosa insistenza. Fonte: Enrico Maria Fusco, Russo, Luigi, in Scrittori e idee, Torino, Società editrice internazionale, 1956, p. 514.
Enrico Maria Fusco, Russo Luigi, in Scrittori e idee, Torino, Società editrice internazionale, 1956, pp. 513–514.
Autori vari, Scritti su Luigi Russo, in «Belfagor», XVI, 6, fascicolo speciale, 1961.
Giorgio Barberi Squarotti, Russo Luigi, in Grande dizionario enciclopedico, volume undicesimo, Torino, UTET, 1961, p. 262.
R. Lo Re, La figura e l'opera di Luigi Russo, in «Poesia e critica», IV, 1964.
Riccardo Scrivano e Walter Binni, Luigi Russo, in Letteratura italiana - I Critici, volume terzo, Milano, Marzorati, 1969, pp. 2123–2172.
Luigi Blasucci, Russo, Luigi, in Enciclopedia dantesca, Treccani, 1970 (URL consultato il 31/08/2017).
Ettore Bonora, Il seicento "protagonista vero e immanente" dei"Promessi sposi" nella interpretazione di Luigi Russo, in Protagonisti e problemi,Torino, Loescher, 1985
Luigi Russo. Un’idea di letteratura a confronto, Atti del Convegno nazionale tenutosi a Caltanissetta e Delia dal 15 ottobre al 18 ottobre 1992, a cura di N. Mineo, Caltanissetta, Sciascia 1997