Nacque a Imola, provincia di Bologna, il 6 settembre 1911, figlio di Aldo e Angela Marchini.[1]
Conseguito il diploma di geometra a Bologna nel 1931, si arruolò volontario nel Regio Esercito in qualità di allievo ufficiale di complemento dell'arma di artiglieria nella Scuola di Lucca e nel maggio 1932, fu promosso sottotenente di complemento. Destinato al 26º Reggimento artiglieria da campagna, fu posto in congedo nel settembre 1933.[1] Ritornato alla vita civile lavorò come ispettore presso l'Officina comunale del gas in Bologna dedicandosi, contemporaneamente, alle organizzazioni politiche giovanili.[1] Richiamato in servizio attivo nel febbraio 1935, pochi mesi dopo partì volontario per l’Eritrea col III Gruppo del 19º Reggimento artiglieria della 19ª Divisione fanteria "Gavinana". Nel dicembre dello stesso anno entrò a far parte del Gruppo Bande dell’altopiano di Cheren assumendo il comando di una di esse dopo il combattimento di Af Gagà.[1] In seguito prese parte con il gruppo all'occupazione di Gondar, delle sorgenti del Nilo Azzurro e di Debra Marcos alla testa delle truppe irregolari del Degiac Ghessessù.[1] Ritornato in Italia nel gennaio 1937 fu posto in congedo.[1] Nel giugno 1938 venne richiamato in servizio a domanda nella Milizia Volontaria Sicurezza Nazionale con il grado di capomanipolo, assegnato al IX Battaglione CC.NN. (Camicie Nere) mobilitato per le operazioni legate alla guerra di Spagna.[1] Cadde in combattimento a Casteldans il 3 gennaio 1939, e fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[1]
«Primo nell’assalto di forte posizione nemica, animatore instancabile dei propri uomini, ferito gravemente da scheggia di granata e conscio della propria fine, volle, prima di abbandonare la posizione conquistata, incitare i suoi dipendenti a persistere nella lotta. Al proprio comandante di battaglione che lo rincuorava rispondeva: « Non mi illudo, per me è finita, muoio però tranquillo e contento per aver compiuto fino all’ultimo il mio dovere di fascista ». Barranco di quota 340-320-300; N. W. carrareccia Cogul, km. 26,500 strada Albaces - Casteldans, 3 gennaio 1939.[2]» — Regio Decreto 30 novembre 1939.[3]
«Ufficiale di brillanti qualità militari, partecipava a tutta la campagna italo-etiopica, sempre distinguendosi per coraggio e sprezzo del pericolo. Da solo organizzava, coordinava e conduceva a termine l'azione di varie colonne, al seguito di capi sottomessi, destinate alla occupazione di Debra Marcos, confermando le sue eccellenti doti di soldato e dando continua prova di ardimento e coraggio. Goggiam, 15 giugno 1936.» — Regio Decreto 23 maggio 1940.[4]
«Si offriva per una rischiosa azione politico-militare in territorio non ancora occupato, organizzando e coordinando l'azione di varie colonne di forze irregolari locali destinate all'occupazione di Debra Marcos. Già distintosi per valore e slancio in precedenti fatti d'arme. Bahar- Dar (Goggiam), 12 maggio 1936.»