La consonante laterale palatale sonora presenta le seguenti caratteristiche:
il suo modo di articolazione è laterale, perché questo fono è dovuto all'occlusione della parte centrale del canale orale (la bocca), che costringe l'aria a passare dai lati;
In italiano il suono viene rappresentato da ⟨gl⟩ davanti a i, e ⟨gli⟩ davanti alle altre vocali. Il semplice digramma ⟨gl⟩ vale sempre /ɡl/, come scritto, davanti ad a, e, o, u; può valere sia /ʎ/ che (molto raramente) /ɡl/ davanti a i, seppur con qualche limitazione: ⟨ngl⟩ vale sempre /nɡl/, dal momento che sono impossibili in italiano le combinazioni [nʎ] e [ŋʎ].
Il suono è autogeminante in posizione intervocalica (anche in fonosintassi), ed è relativamente recente: deriva dal nesso latino /lj/ (non da /ɡl/ che di solito si conserva). La grafia si stabilizzò durante il Rinascimento per analogia con la nasale palatale, grafia a sua volta mutuata direttamente dalla grafia latina, dal momento che ⟨gn⟩, in epoca classica /ŋn/[1], diede esito /ɲ/ già intorno al III/IV secolo, e così si pronuncia nel latino ecclesiastico.
Altre lingue
Greco
Nella lingua greca tale fono è reso ⟨λ⟩ + /i/ (come palatalizzante) seguiti da vocale (facente parte della stessa sillaba) nell'alfabeto greco:
Nella lingua croata tale fono è reso con la grafia ⟨lj⟩.
Spagnolo
Nella lingua spagnola tale suono è reso con il digramma ⟨ll⟩ (sebbene questo suono in molte varietà dell'idioma sia confluito con quello di ⟨y⟩, la fricativa palatale sonora).
Le aree ombreggiate denotano articolazioni polmonari ritenute impossibili. Dove i simboli appaiono a coppie, quello di destra rappresenta una consonante sonora. Vedi Aiuto:Unicode se hai problemi di visualizzazione dei simboli.
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