La spettatrice

La spettatrice
Barbora Bobuľová in una scena del film
Paese di produzioneItalia
Anno2004
Durata98 min
Rapporto1,85:1
Generedrammatico
RegiaPaolo Franchi
SceneggiaturaPaolo Franchi
ProduttoreRoberto Buttafarro, Marco Quintili, Franco Zuliani
Distribuzione in italianoIstituto Luce
FotografiaGiuseppe Lanci
MontaggioAlessio Doglione
Effetti specialiFranco Galiano
MusicheCarlo Crivelli
ScenografiaEttore Guerrieri
CostumiAlessandro Lai
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

La spettatrice è un film del 2004, scritto e diretto da Paolo Franchi, al suo esordio nella regia.

Il film è stato candidato ai David di Donatello e ai Nastri d'argento come miglior opera prima.

Il regista è stato accostato a Krzysztof Kieślowski per merito della scrittura fredda e concisa del film.[1]

Trama

Valeria, una giovane interprete di indole solitaria e profondamente introversa, prova una passione segreta, quasi morbosa, per Massimo, ricercatore medico e suo dirimpettaio. La ragazza si limita ad osservare dalla sua finestra ciò che accade nell'appartamento di fronte, passando gran parte dei suoi momenti liberi a spiare il suo vicino oppure ad incrociarlo per strada; ciò avviene sempre senza interferire sulla sua vita, evitando qualsiasi gesto o parola che possa implicare un legame con lui. Quando Massimo lascia l'appartamento, trasferendosi da Torino a Roma, Valeria decide di seguirlo, abbandonando casa e lavoro senza alcuna esitazione; arrivata nella capitale, la ragazza riesce a farsi assumere come dattilografa da Flavia, compagna di Massimo e impegnata a scrivere un libro sul suo defunto marito. L'impegno lavorativo a cui sono legate le due donne porta Valeria a vivere a stretto contatto con Massimo, divenendo partecipe di alcuni momenti della vita dell'uomo che ha seguito. Sarà lui a compiere il primo passo di avvicinamento tra i due, ma ora che la distanza che li divideva si è assottigliata fino a scomparire, Valeria decide di tornare a Torino, evitando un coinvolgimento emotivo a cui non è mai stata abituata.

Critica

  • Un insolito film (...) capace di combinare la precisione cronachistica con una tensione metaforica; è parte del commento del dizionario Morandini che assegna al film tre stelle su cinque di giudizio.[1]
  • Un film sull'impossibilità dell'amore, ma anche sulla necessità dell'amore.[2] Maurizio Cabona per Il Giornale.
  • Un regista ed un'attrice in buona sintonia, in un film dagli echi kieslowskiani; il commento del dizionario Farinotti che assegna tre stelle su cinque di giudizio.[3]

Riconoscimenti

Collegamenti ad altre pellicole

Note

  1. ^ a b c Commento del Morandini su mymovies.it
  2. ^ Recensione di Maurizio Cabona su mymovies.it
  3. ^ Pino Farinotti, Il Farinotti 2009, Newton Compton Editori 2008 - pag 1887

Collegamenti esterni

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