Nacque alla Giudecca, nella parrocchia di Sant'Eufemia, da Giuseppe e Anna Maria Forcellato, ma ancora bambino si trasferì a Santo Stefano, nel sestiere di San Marco. Viste le ristrettezze familiari, il padre lo mandò a lavorare giovanissimo presso la bottega di un droghiere e durante questa esperienza conobbe mons. Luigi Angeli, parroco di Santo Stefano, che lo aiutò ad entrare in seminario[1][2].
Studente promettente di filosofia e teologia, ancor prima di essere ordinato fu avviato all'insegnamento della grammatica presso la quarta umanità. Il 13 marzo 1824 fu ordinato sacerdote dal patriarcaGiovanni Ladislao Pyrker e il 19 marzo successivo, giorno di San Giuseppe, celebrò la sua prima messa[1][2].
Come patriarca di Venezia, carica che ricoprì dal 1862 alla morte, si ritrovò ad operare in un periodo molto delicato, tra gli ultimi anni della dominazione austriaca in Veneto e l'unione al Regno d'Italia. Si prodigò particolarmente nell'aiutare i patrioti arrestati dagli Austriaci, dimostrando tuttavia prudenza ed equilibrio.
Fu inoltre un esperto orientalista. La sua passione per le lingue e la cultura asiatica lo portò a stringere una cordiale amicizia con il rabbino della comunità ebraica di Venezia[3].