All'età di 15 anni entrò nella Compagnia di Gesù. Dopo aver completato gli studi a Bologna ebbe la possibilità di conoscere il cardinale Prospero Lambertini, futuro Papa Benedetto XIV. Insegnò in diverse città italiane. Nel 1741 Benedetto XIV gli diede la possibilità di lasciare i Gesuiti, ritornare prete secolare e avere quindi libertà di viaggiare; si spostò in seguito anche a Parigi. A Milano viene invitato nell'Accademia dei Trasformati.
Poligrafo, scrisse componimenti in versi, opere di scienza, di storia e di critica letteraria. La sua prima composizione è "Il cavaliere errante", un poema eroicomico a noi sconosciuto poiché composto durante la sua giovinezza e poco tempo dopo distrutto. Anni dopo realizzò "Il mondo lunare scoperto", ma la sua opera più nota è "Della storia e della ragione di ogni poesia"[1], di cui era già uscita nel 1734 una prima parte sotto pseudonimo[2]; l'opera, che gli costò più di dieci anni di lavoro, è considerata fra i primi tentativi di una storia della letteratura italiana. Si ricorda di lui anche un'opera sulla Valtellina[3]. Quadrio fu amico di Giulio Cesare Cordara, Andrea Zuccheri, Jacopo Belgrado e Giovanni Battista Noghera.
Note
^ Francesco Saverio Quadrio, Della storia e della ragione d'ogni poesia volumi quattro di Francesco Saverio Quadrio, Milano, nelle stampe di Francesco Agnelli, 1739-1752.
^ Giuseppe Maria Andrucci, Della poesia italiana libri due di Giuseppe Maria Andrucci ne' quali prima si tratta appieno del verso, Venezia, appresso Cristoforo Zane, 1734.
^ Francesco Saverio Quadrio, Dissertazioni critico-storiche intorno alla Rezia di qua dalle Alpi, oggi detta Valtellina al santissimo padre Benedetto XIV P.O.M. dedicate dall'abate Francesco Saverio Quadrio, Milano, nella stamperia della Società Palatina, 1755-1756.
Bibliografia
Giulio Vallese, Quadrio, Francesco Saverio, in Dizionario Letterario Bompiani. Autori, III, Milano, Valentino Bompiani editore, 1957, p. 252, SBNPAL0199718.