I primi progetti per un collegamento tra Chieti e la sua stazione (situata sulla linea Sulmona-Castellammare Adriatico) risalgono all'ultimo decennio dell'Ottocento, ma solo nel 1901 il Comune di Chieti ottenne la concessione per una ferrovia a scartamento ridotto, confermata con Regio Decreto nº 411 del 7 luglio[1].
Il dislivello esistente tra lo scalo ferroviario e il centro della città (quasi 300 metri) rese necessaria la progettazione di un tracciato piuttosto tortuoso, con pendenze del 67 per mille e curve con raggi minimi di 25 metri. La ferrovia fu realizzata a binario unico (in sede promiscua all'interno della città) ed elettrificata a corrente continua alla tensione di 750 Vcc.
Il servizio, cui erano adibite quattro motrici, tre rimorchiate e quattro carri merci, prevedeva inizialmente sette coppie di corse giornaliere, incrementate con il passare del tempo sino alle quattordici del 1932; il percorso era coperto in mezz'ora.
Durante la Seconda guerra mondiale la ferrovia subì danni tali da far sospendere l'esercizio il 6 novembre 1943. Terminato il conflitto la linea non fu riattivata, nonostante le pressioni di una parte della popolazione per la ricostruzione e il proseguimento della ferrovia sino a Guardiagrele[4], e fu sostituita da un autobus, a sua volta rimpiazzato il 16 luglio 1950 da una filovia; il fabbricato del capolinea di Chieti stazione fu reimpiegato come capolinea filoviario e demolito negli anni settanta[5].
Caratteristiche
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Sulla ferrovia prestarono servizio quattro elettromotrici (di cui una adibita al servizio merci), tre rimorchiate e quattro carri merci, tutti a due assi.
^Paolo Gregoris, Francesco Rizzoli, Claudio Serra, Giro d'Italia in filobus, Calosci, Cortona (AR), 2003, pag. 295.
^Orario generale Ferrovie dello Stato e secondarie - Tranvie - Servizi lacuali ed automobilistici - Navigazione marittima - Linee aeree, quadro 700, Fratelli Pozzo Editori, Torino, luglio 1939, p. 340
Bibliografia
Piero Muscolino, Uno sguardo alle altre ferrovie d'Abruzzo e Molise scomparse, in La ferrovia elettrica Penne-Pescara 1929-1963, a cura di Renzo Gallerati, Grafica SiVA, Montesilvano (PE), 2008, pagg. 112-113.