Il padre, Giovanni, fu avvocato e consigliere provinciale di Teramo. Fedele studiò prima al seminario di Atri e successivamente nei licei di Teramo e L'Aquila. Frequentò in questi anni anche la scuola di disegno del pittore Gennaro Della Monica, affinando un talento naturale poi espresso nella produzione di caricature.
I suoi interessi culturali furono estremamente differenziati. Notevole l'apporto agli studi danteschi con la pubblicazione di numerosi saggi e con la serie delle conferenze tenute per la "Lectura Dantis" a Orsanmichele. Si occupò inoltre di dialettologia e pubblicò approfondite indagini relative alle parlate in Abruzzo, Sardegna, Calabria e Toscana.
La sua fama però è legata soprattutto all'opera narrativa. Ebbe vasta risonanza la pubblicazione di Colledara (Firenze, 1907), libro di memorie che descrive personaggi e vita quotidiana di una località nell'area del Gran Sasso d'Italia. Per cura di Guido Mazzoni, nel 1915, fu pubblicato postumo "Da Colledara a Firenze" che rappresenta in qualche modo la sua autobiografia intellettuale.
Compose inoltre poesie nel dialetto della montagna teramana e collaborò anche a numerosi periodici tra i quali La Gazzetta di Teramo, La Provincia, il Corriere Abruzzese, La Lettura e Il Marzocco edito a Firenze da Adolfo Orvieto.
Fu amico di Giovanni Pascoli, che gli dedicò i suoi Poemi italici.
Abruzzesismi, Piacenza, Porta, 1884; II ed. Teramo, Fabbri, 1890; III ed. Firenze, Bemporad, 1907;
Sardismi, Sassari, Manca, 1886; II ed. 1887;
Calabresismi, Teramo, Fabbri, 1890;
Il secondo cerchio dell'Inferno di Dante, Firenze, R. Paggi, 1894;
Ombre e corpi. Il secondo cerchio dell'"Inferno" di Dante. La figura, i movimenti e gli atteggiamenti umani nella Divina Commedia e nei Promessi sposi, Città di Castello, Lapi, 1901;
Poesia pagana e arte cristiana, Firenze, L.S. Olschki, 1902;
L'addio di Ettore e di Andromaca, Firenze, Le Monnier, 1903;
Laura nei sogni del Petrarca, Prato, Passerini, 1905;
Colledara, Firenze, Bemporad, 1907; Colledara, aggiuntovi Da Colledara a Firenze, Firenze, Bemporad, 1915; Colledara e Da Colledara a Firenze, Pescara, Trebi, 1960; Colledara, a cura di Carlo De Matteis, L'Aquila, Textus, 1996; Colledara e Da Colledara a Firenze, in Fedele Romani, a cura di Fausto Eugeni e Marcello Sgattoni, Sant'Atto di Teramo, Edigrafital, 1999, vol. II;
Toscanismi, Firenze, Bemporad, 1907.
Bibliografia
Eugenio Cerulli, Da Colledara a Firenze di Fedele Romani, in “Rivista abruzzese di scienze lettere e arti”, Teramo, 1916, pp. 169–194 e 225-249;
In morte di Fedele Romani, L'Aquila, Vecchioni, 1911;
Raffaele Aurini, Romani Fedele, in Dizionario bibliografico della gente d'Abruzzo, vol. II, Teramo, Ars et Labor, 1955;
Ettore Bonora (a cura di), Romani Fedele, Dizionario della letteratura italiana, Milano, Rizzoli, 1977
Fedele Romani, numero speciale della rivista “Quaderni del corso E”, Teramo, 1996, con testi di Gabriele Di Cesare, Fausto Eugeni e Franco Zenobi;
Gabriele Di Cesare, Castiglione della Valle - Colledara e Fedele Romani, Bellante, Centro culturale aprutino, 1996;
Fausto Eugeni, Alle origini dell'opera narrativa di Fedele Romani, in “Aprutium”, numero monografico sulla Montagna teramana, 1998 (pubblicato nel gennaio 2000), pp. 175–201;
Laura Oliva, Romani Fedele, in Gente d'Abruzzo. Dizionario biografico, Castelli (Te), Andromeda editrice, 2007;