I membri della casa dei Wittelsbach erano conosciuti per la loro eccentricità e il duca Carlo Teodoro, che aveva lasciato l'esercito per diventare medico - con grande disappunto del suo entourage - non finiva di ripetere: «abbiamo tutti una pecora nera in famiglia».
La duchessa Maria José, donna caritatevole dalla pietà solidale, non esitò a servire come infermiera per suo marito in una clinica oftalmica che egli aprì a sue spese e dove curava i più bisognosi.
Elisabetta in tenera età con le sorelle
La duchessa Elisabetta fece i suoi studi al pensionato Saint-Joseph a Zandberg, dove parlava il tedesco, il francese e l'inglese, e apprese a suonare il piano e il violino.
Aveva dieci anni quando il re Ludovico II di Baviera cadde, messo agli arresti domiciliari e fu ritrovato morto qualche giorno dopo nel lago di Starnberg. Suo fratello e successore, il re Ottone di Baviera, fu anch'egli internato dalla sua adolescenza e il loro zio Luitpoldo di Baviera assunse la reggenza.
Il giovane Principe, cognato del figlio della defunta, rappresentò suo zio, il Re dei Belgi, ai funerali della Duchessa defunta a Parigi nella chiesa di Saint-Philippe-du-Roule.
Dal 1909 al 1934, la regina Elisabetta gli portò il suo sostegno e il suo aiuto nello svolgimento dei suoi compiti di Capo dello Stato. Il suo stile era differente dalle prime due regine, Luisa Maria e Maria Enrichetta, che avevano avuto un ruolo pubblico limitato.
La regina Elisabetta si occupava d'opere di beneficenza e di lotta contro le malattie. S'interessava alla vita musicale, artistica ed intellettuale del paese. Il pittore Eugène Laerman, il poeta Émile Verhaeren, il violinistaEugène Ysaÿe divennero familiari della Corte, ed Elisabetta fondò il Quartetto della Regina guidato dal violinista di LiegiHenri Koch.
Praticava la fotografia già da prima del suo matrimonio e, da Regina dei Belgi, scattò numerose fotografie durante i suoi viaggi (ad esempio in Cina, Congo belga, Egitto, Stati Uniti, India, Polonia). Aveva ugualmente fissato i tratti dei membri della sua famiglia e dei suoi amici scienziati ed artisti (Émile Claus, Émile Verhaeren), soprattutto dopo il suo soggiorno a La Panne durante la prima guerra mondiale.
"Regina infermiera"
La regina Elisabetta in abito da crocerossina
Il re Alberto I e la regina Elisabetta - d'origine bavarese, quindi tedesca - entrarono nella leggenda durante la Prima Guerra mondiale quando rifiutarono di lasciare il Belgio - paese neutrale - invaso illegalmente dai tedeschi e si rifugiarono nelle Fiandre a La Panne durante i quattro anni, mentre l'esercito belga continuava la guerra dietro le trincee dell'Yser.
Alberto fu soprannominato il "Re Cavaliere" ed Elisabetta la "Regina infermiera". I loro figli proseguirono i loro studi in Gran Bretagna e in Italia.
La regina Elisabetta apportò regolarmente sostegno ai soldati e ai feriti e fondò l'Orchestra sinfonica dell'esercito della campagna, ma, contrariamente, a quanto scriveva la letteratura agiografica dell'epoca e non lavorò tutti i giorni come infermiera nell'ospedale Oceano di La Panne.
La regina giocò inoltre un ruolo politico: con il pretesto di andare a vedere i suoi figli, trasmise dei messaggi segreti del suo sposo alle autorità britanniche.
Dopo l'armistizio del 1918, la coppia reale conoscerà una grande popolarità e la riconoscenza degli Stati alleati.
Tra le due guerre
Elisabetta in Baviera (1921)
Dopo la guerra, la regina moltiplicò sola o con suo marito i viaggi ufficiali e privati attorno al mondo.
Dal 23 settembre al 13 novembre 1919, con suo marito e il principe ereditario Leopoldo, andarono in visita ufficiale negli Stati Uniti.
Appassionata d'antico Egitto, assisté il 13 febbraio 1923 all'apertura della tomba di Tutankhamon e sostenne la creazione della Fondazione egittologa Regina Elisabetta, che esiste ancora ai nostri giorni.
Lei fu anche all'origine della Fondazione medica Regina Elisabetta e del fondo Regina Elisabetta per l'assistenza medica agli indigeni del Congo belga. La regina convocò ai responsabili politici per far costruire il palazzo delle Belle arti di Bruxelles, opera dell'architetto Victor Horta e inaugurato nel 1928.
Regina madre
Il 17 febbraio 1934, dopo un pomeriggio d'arrampicate a Marche-les-Dames, re Alberto cadde mortalmente. Elisabetta non era più la prima dama del Belgio e si ritirò lasciando il posto a sua nuora, che divenne la popolarissima regina Astrid.
Ma l'anno seguente, nel corso di un viaggio in Svizzera, la giovane coppia reale fu vittima di un incidente automobilistico nel corso del quale la giovane regina perse la vita (agosto 1935). La regina madre ritornò e riprese tutte le sue attività.
Si occupò dei piccoli nipotini orfani (Giuseppina Carlotta, Baldovino e Alberto), dato che non aveva potuto trascorrere molto tempo con i propri figli.
Elisabetta in Baviera in un ritratto fotografico di Otto Wegener
Alla fine degli anni '30, sostenne la creazione dell'Orchestra nazionale del Belgio, del Concorso musicale internazionale Eugène Ysaÿe (ribattezzato più tardi col nome della sovrana), della nuova Biblioteca reale Alberto I, sul Monte delle Arti, e della Cappella musicale Regina Elisabetta, costruita vicino a Argenteuil su un terreno offerto dal barone Paul de Launoit.
Durante la Seconda Guerra mondiale, restò vicino al figlio Leopoldo III al castello di Laeken. Era sorvegliata dall'esercito tedesco, ma poteva circolare liberamente in Belgio e all'estero. Chiamò Mary Lilian Baels per distrarre suo figlio, il re Leopoldo III, depresso dalla capitolazione. La coppia si sposò nel 1941. Si è spesso scritto che la regina Elisabetta aveva salvato dei prigionieri politici e degli ebrei dalla deportazione[5] ma le stesse fonti si contraddicono e non permettono d'affermare con certezza ciò.
Ebbe sempre simpatia per i regimi di sinistra, intraprese alla fine della sua vita viaggi ufficiali nei paesi comunisti (Polonia, Unione sovietica, Jugoslavia e in Cina), che le valsero il soprannome di "Regina rossa" e la rabbia del governo belga. Sosteneva differenti iniziative in favore della pace durante la guerra fredda tra l'Ovest e l'Est.
La Regina si spense a Bruxelles il 23 novembre 1965, all'età di 89 anni.