Il Comandante Faà di Bruno è stato un sommergibile della Regia Marina.
Storia
All'ingresso dell'Italia nel secondo conflitto mondiale era inquadrato nella XII Squadriglia Sommergibili con base a La Spezia[1].
Svolse una prima missione in Mediterraneo dal 10 al 16 giugno 1940 ed una seconda dal 15 al 23 luglio, entrambe nei pressi di Orano e prive di risultati[1].
Se ne decise poi l'invio in Atlantico. Il Faà di Bruno lasciò La Spezia il 28 agosto 1940 e attraversò lo stretto di Gibilterra nella notte fra il 2 ed il 3 settembre[1]; causa le correnti e guasti all'ecoscandaglio perse quota scendendo sino a 140 metri di profondità e a toccare il fondale, senza però danneggiarsi[1][2].
Dall'8 al 24 settembre stazionò in pattugliamento a sud delle Azzorre[1]. Compì tre attacchi: il primo, l'8 settembre, ai danni di un piroscafo, il secondo, il giorno seguente, contro la nave cisterna britannica Auris (8000 tsl), il terzo, il 19 settembre, con obiettivo un altro piroscafo; l'Auris fu sicuramente danneggiata mentre riguardo alle altre due navi non si hanno conferme[1]. Il 5 ottobre 1940 attraccò a Bordeaux, sede della base italiana di Betasom[1].
Il 31 ottobre[1] o il 3 novembre[3] il sommergibile lasciò Bordeaux diretto a ovest della Scozia, in una zona d'agguato compresa fra i paralleli 57°20' e 58°20' N, a ovest del meridiano 20° O; da allora non se ne seppe più nulla[1].
Fonti inglesi ne attribuirono l'affondamento al cacciatorpediniere HMS Havelock, che l'8 novembre aveva bombardato un sommergibile con cariche di profondità in posizione 56°01' N e 17°50' O rilevando poi l'emersione di relitti, bolle d'aria e macchie di carburante; da successivi riscontri è però risultato che bersaglio di quell'azione era stato un altro sommergibile italiano, il Guglielmo Marconi, che se l'era comunque cavata senza danni rilevanti[1] (i rottami, l'aria ed il carburante erano stati espulsi proprio per indurre l'unità britannica a sospendere la caccia).
In realtà ad affondarlo sarebbe stata l'azione combinata dei cacciatorpediniere HMCS Ottawa (canadese) e HMS Harvester (Royal Navy) che difendevano il convoglio HX-84.[4]
Con il sommergibile scomparvero il comandante, capitano di corvetta Aldo Enrici, 6 altri ufficiali e 48 fra sottufficiali e marinai[1].
Note
Bibliografia
- Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50537-2.
- (EN) Jürgen Rohwer, Chronology of the War at Sea 1939-1945: The Naval History of World War Two, Third Revised, Annapolis, Maryland, Naval Institute Press, 2005, ISBN 1-59114-119-2.