Il 1919 è un anno spartiacque per il Boca Juniors, in cui arrivano i primi successi di una lunga storia, ma è anche un anno in cui il calcioargentino vede realizzarsi una vera e propria secessione al suo interno di molte squadre. Una situazione che vede come nuovo presidente Emilio Meincke, eletto alle elezioni presidenziali del 10 settembre 1918 e che ritorna in carica dopo la sua presidenza dal 1915 al 1917.
La Copa Campeonato 1919 incomincia normalmente e prosegue fino al 31 agosto, quando deflagra la crisi interna della Asociación Argentina de Football. Una crisi provocata principalmente dalla questione del cosiddetto "amateurismo marrón": pur essendo il calcio ancora uno sport amatoriale, in maniera più o meno nascosta diversi giocatori venivano pagati come dei veri calciatori professionisti dalle rispettive squadre.[1] La crisi scoppia definitivamente quando il Tribunal de Disciplina della AAF sanziona il Vélez Sarsfield (che si trovava primo in classifica nel suo campionato di División Intermedia) con la perdita di alcuni punti per aver schierato un giocatore in campo contro il regolamento. Il Vélez ottiene quindi l'appoggio diretto di sei squadre che vengono immediatamente espulse dalla AAF, ovvero Estudiantil Porteño, Independiente, Platense, Racing Club, River Plate e Tigre. A queste sei squadre si aggiungono altre sette squadre che si oppongono alla espulsione e che anch'esse subiscono la stessa sorte, ovvero la fine della loro affiliazione dalla AAF, cioè Atlanta, Defensores de Belgrano, Estudiantes de Buenos Aires, Gimnasia La Plata, San Isidro, San Lorenzo e Sportivo Barracas. Le squadre "scissioniste" decidono dunque di costituire una loro federazione calcistica, la Asociación Amateurs de Football (AAmF), per gestire un loro campionato separato (a cui si aggiunse immediatamente il Vélez Sarsfield). A rimanere nella federazione ufficiale rimangono solo Estudiantes La Plata, Eureka, Huracán, Porteño, Sportivo Almagro e, appunto, il Boca Juniors.[2] La "secessione" delle 13 squadre dalla federazione originaria terminerà nel 1926, grazie anche all'intervento risoluto dello stesso presidente della Repubblica Argentina, Marcelo Torcuato de Alvear.
Per riprovare l'assalto alla Copa Campeonato poi annullata, il Boca Juniors si rafforza con altri giocatori di livello: l'attaccanteuruguaianoZoilo Canaveri, proveniente dall'Independiente (che però non troverà molto spazio, dato che il titolare indiscutibile nel suo ruolo attaccante destro era Pedro Calomino);[3] il centrocampistaMario Busso, che sarà un volante protagonista delle prime vittorie degli Xeneizes (partecipando anche alla futura tournée europea del 1925)[4]; infine il difensoreAntonio Cortella, zaguero di grande tecnica ma non privo della necessaria cattiveria nel chiudere sugli attaccanti avversari.[5] Quest'ultimo rinforzo nel settore difensivo è necessario anche perché Victorio Capelletti ha subito la stagione precedente una squalifica di ben 2 anni, e diversi difensori come Pieralini, Aquila e Lanata hanno lasciato il Boca.
Con l'annullamento del campionato e l'inizio di un nuovo torneo con le poche altre squadre rimanenti nella AAF, il Boca stravince il campionato e si aggiudica in tal modo il suo primo titolo nazionale, il primo di tanti della sua storia.[6] Stesso risultato nella Copa Competencia (anch'essa senza la partecipazione delle squadre uscite dalla AAF), dove si aggiudica il torneo battendo in finale il Rosario Central[7] e andando così a sfidare gli uruguaiani del Nacional nella Copa Ricardo Aldao (un trofeo organizzato dallo stesso presidente della AAF, Ricardo Aldao, che aveva organizzato la manifestazione grazie alla collaborazione della federazione calcistica uruguaiana, la AUF): il Boca Juniors esce comunque sconfitto nettamente contro il Tricolor di Montevideo per 3-0.[8]
I due successi in campionato e nella Copa Competencia, anche se ottenuti in competizioni di livello inferiore rispetto alle stagioni precedenti, inaugurano un ciclo decennale di vittorie, e che vede in questa stagione la vittoria anche nella Copa Carlos Ibarguren, una sfida che ogni anno vedeva scontrarsi la vincente del campionato della AFA contro la squadra campione della lega calcistica gravitante nella regione di Rosario: sfida che appunto vede il Boca affrontare e vincere il glorioso Rosario Central, già battuto in Copa Competencia.[9]
In questa stagione il Boca Juniors ha affrontato il River Plate 1 volta.[10] La competizione in cui si sono affrontate le due squadre è stata successivamente annullata a causa dell'uscita dalla AAF del River Plate. Il Superclásico tornerà ad essere giocato soltanto nel 1927.[10]
Con la stagione 1919, sia la prima divisa che la seconda cambiano notevolmente. La prima divisa abbandona la tinta unica blu, i pantaloncini passano al colore bianco, mentre lo sfondo blu assume una colorazione più chiara. La seconda divisa abbandona invece i pantaloncini blu, diventando quasi completamente gialla (a parte la banda trasversale, di colore blu).
Nonostante la sconfitta subita dall'Eureka, la AAF ha attribuito la vittoria al Boca Juniors per l'irregolare presenza in campo di un giocatore dell'Eureka.[16] In tal modo il Boca Juniors si è qualificato alla terza fase della Copa Competencia.
Terza fase
Buenos Aires 17 agosto 1919 Terza fase (gara unica)
Mancando ancora due giornate da disputare e con la grande differenza di punti non più colmabile tra il Boca Juniors e l'Estudiantes, la AAF ha dichiarato vincitrice del campionato gli Xeneizes: in tal modo il Boca Juniors vince il primo campionato della sua storia.[21]
Nota: nelle statistiche di squadra e individuali sono comunque comprese le partite annullate per effetto dell'annullamento del campionato e della Copa Competencia.
^ Osvaldo Rao e Mariano Rao, Centenario Velezano. La historia del Club Atlético Vélez Sarsfield, Buenos Aires, Impreso Gráfico, p. 23, ISBN978-987-26102-0-3.