Un edificio di culto nella frazione Cantoni di Oneta risulta presenta dagli atti della visita pastorale di san Carlo Borromeo dell'autunno del 1575. I documenti descrivono una chiesa completa di altare e dove veniva raccolte molte offerte:
«L'altare è collocato in una cappella ad arco dipinta, c'è un'icona e la statua di Sant'Antonio. Le elemosine vengono raccolte da un incaricato e Pasino fu Antonio ha in mano libre 40 della chiesa e Giovannino fu Ghisino de Olcellis libre 28, ma non si sono fatti trovare. Le anime sono 120»
Gli atti di poco successivi del vescovo Federico Corner indicarono una chiesa in degrado.
«In questa chiesa non consacrata, ne dotata ne provvista di tutte
le cose necessarie alla celebrazione della Messa, ove è un solo
altare non consacrato et un calice picciolo è mal fatto, si celebra
qualche volta per devozione»
L'edificio probabilmente era di piccole dimensioni e in uno stato di degrado fu quindi ricostruito a partire dal 1706,[2] con un prosieguo dei lavori nel 1740 e terminanti nel 1771 come dimostrerebbero le cartine napoleoniche che riportano le dimensioni sia dell'edificio che del sagrato conformi a quelle successive.[2] Data la lontananza dalla chiesa di Oneta ottenne la concessione di celebrare le messe domenicali, di amministrare i sacramenti e l'insegnamento della catechesi, dal vescovo Giovanni Paolo Dolfin il 2 novembre 1779. Fu solo il vescovo Pietro Luigi Speranza, con decreto del 16 settembre 1878, a elevarla a parrocchia dividendola da quella di Oneta.[3] L'edificio fu consacrato e intitolato a sant'Antonio abate il 5 giugno 1883 dal vescovo Gaetano Camillo Guindani.[1]
La torre campanaria fu elevata solo nel 1827, e nel 1947 furono poste le cinque nuove campane dopo che quella precedenti erano state sequestrate e fuse durante il secondo conflitto mondiale.[2]
Descrizione
Esterno
La chiesa è posta nella parte centrale della località e si presenta di grandi dimensioni. Un porticato con tre aperture a tutto sesto precedono l'ingresso e poggiano su di un muretto interrotto nella parte centrale. La facciata è divisa da quattro lesene e controlesene, in tre parti di cui quella centrale più ampia, dove è posto il settecentesco postale d'ingresso in pietra. La facciata prosegue nella parte superiore con il prosieguo delle lesene complete di capitelli che sorreggono il timpano triangolare.
Interno
L'interno a croce greca è a navata unica e si sviluppa su tre campate divise da lesene. Il presbiterio ampio è accessibile da tre ampi gradini. Sul lato destro dell'aula vi è il pulpito opera di Giovan Battista Caniana del 1792 e proveniente dalla parrocchia di Santa Maria Annunziata di Serina.[2] La zona presbiteriale si presenta rettangolare terminando però nella forma semicircolare completa di cinque grandi tele raffigura: Madonna Addolorata, Adorazione dei Magi, Natività, San Giuseppe col Bambino, Vescovo con anti Antonio abate e Rosso.
La cupola presenta l'affresco opera di Vincenzo Angelo Orelli.
A sinistra dell'aula, in Cornu Evangelii, prima del presbiterio, è collocato l'organo a canne risalente al XIX secolo, opera dei Fratelli Perolini di Villa d'Ogna.[4]
Note
^abChiesa di sant'Antonio, su beweb.chiesacattolica.it, Beweb. URL consultato il 23 settembre 2020.