Nacque a Biache-Saint-Vaast il 12 marzo 1879, figlio di un contabile delle fonderie cittadine, e dopo aver completato le scuole superiori presso l'istituto dei Padri Maristi[3] a Lilla entrò nella École spéciale militaire de Saint-Cyr (Promotion de Bourbaki) nel 1897. Uscitone nel 1899 con il grado di sottotenente fu assegnato ai 16º Battaglione Cacciatori a piedi di Lilla, venendo promosso tenente nel 1902 ed assegnato allo Stato maggiore del I Corpo d'armata. Promosso capitano nel 1913 venne ammesso a frequentare la Scuola superiore di guerra nel corso del mese di marzo del 1914. Poco prima dello scoppio della prima guerra mondiale fu assegnato, come comandante, alla 9ª Compagnia del 58º Battaglione cacciatori a piedi.[2]
Il 3 agosto il suo reparto fu inviato nelle Ardenne, prendendo parte ai primi combattimenti contro i tedeschi. A Haybes eseguì una missione di ricognizione che consentì di scoprire elementi nemici che cercavano di infiltrarsi al di là del fiume Meuse, nelle linee francesi tra la V Armée del generale Charles Lanrezac e la IV Armée del generale Fernand de Langle de Cary. Tale tentativo fu respinto, ma egli fu poi fatto prigioniero durante l'attacco a Chesnois-Auboncourt il 30 agosto, e rinchiuso nel campo di Ingolstadt, in Baviera, a partire dal 24 settembre. Trasferito poi a Plassemburg,[2] fu liberato dalla prigionia solo il 3 dicembre 1918.
Il dopoguerra e la Campagna di Francia
La sua carriera militare riprese subito, promosso maggiore nell'aprile 1919 frequentò il corso presso la Scuola di guerra ottenendo il brevetto di ufficiale di Stato maggiore. Assegnato all'Armée du Rhin[N 1] nel 1923, andò a prestare servizio presso il 517º Reggimento carri da combattimento di stanza a Düren[2] nel corso del 1925, e divenne vicecomandante della Scuola di applicazione dei carristi di Versailles nel 1927.
Raggiunse il grado di colonnello nel corso del 1936, assumendo il comando della 3ª Brigata[2]carri di stanza presso la Caserma Lizé di Metz[4] dove ebbe modo di conoscere l'allora colonnello Charles de Gaulle venuto ad assumere il comando del 507º Reggimento carri da combattimento.[2]
Inserito fra i riservisti nel mese di marzo del 1939, per raggiunti limiti d'età, fu richiamato in servizio il 1º settembre, al momento della mobilitazione generale. Dopo lo scoppio della guerra con la Germania comandò i carri armati della VII Armée e a partire dal 2 giugno 1940, il Raggruppamento corazzato,[N 2] col quale coprì la ritirata di due armate francesi sferrando, in piena campagna di Francia, un contrattacco ad Abbeville. Combatté ancora a Valençay, e dopo la firma dell'armistizio del 22 giugno fu smobilitato salutando i suoi sottoposti a Tarn-et-Garonne per ritirarsi a vita privata a Bourg-en-Bresse, ma già nel successivo mese di luglio avviò i primi contatti con i membri della resistenza.[3]
Su richiesta di Henri Frenay, decise di organizzare un gruppo clandestino di resistenza a Lione: da qui, nel mese di agosto del 1942, si spostò clandestinamente a Londra con Jean Moulin[5] per consultarsi con De Gaulle.[6] Il leader delle Forces françaises combattantes, su proposta di Moulin e dopo essersi consultato con Frenay, lo scelse per organizzare e guidare l'Armée secrète,[6] che doveva convogliare tutti i movimenti della Resistenza nel sud della Francia,[N 3] formando il Conseil Nationale de la Résistance (CNR).[7] Scelto lo pseudonimo "Vidal", lavorò con Moulin per estendere l'organizzazione al nord del Paese.
Successivamente trasferito al campo di concentramento di Dachau nel mese di settembre dello stesso anno, divenne il leader dei prigionieri francesi nel lager.
Il 19 aprile 1945, dieci giorni prima dell'arrivo degli Alleati, gli fu consegnata la targa Ausgang durch Tod ("uscita mediante morte") e fu ucciso[7] con un colpo alla nuca dalla SS-Oberscharführer Theodor Bongartz. Anche se non si conoscono con certezza i motivi dell'esecuzione immediata,[8] si sospetta che sia stata provocata dal rango del prigioniero, che durante tutta la permanenza a Dachau si fece chiamare "Generale dell'esercito francese". Il suo corpo fu incenerito nel forno crematorio del lager.
^Si trattava dell'armata francese assegnata all'occupazione di parte dei territori tedeschi sul Reno.
^Che consisteva in due divisioni corazzate, la 2ª e la 4ª DCR.
^Si trattava di Combat (Henry Frenay), Libération-Sud (Emanuel d'Astier), Franc-Tireur (Jean-Pierre Lévy), Front National (Pierre Villon), Comité d'Action Socialiste (Daniel Mayer e Pierre Brossolette), Frances-Tireurs Partisans (Charles Tillon e Pierre Fabien).
^Le fonti sono contrastanti su questa vicenda: secondo alcuni partigiani Hardy avrebbe tradito Delestraint e poi Moulin, facendo simulare il proprio arresto per non essere scoperto. Per questo motivo fu processato per collaborazione coi nazisti, ottenendo un'assoluzione. Poco prima della morte di Hardy, Klaus Barbie confermò le accuse a suo carico.
Fonti
^François-Yves Guillin, Le Général Delestraint, Premier chef de l'Armée secrète, Libraire Plon, Paris, 1995.
^abcdefghRobert Arnaut, Philippe Valode, Les Dossiers secrets de la Seconde guerre mondiale, Éditions First, Paris, 2010.
^abMinistère de la défense - SGA/DMPA - Les chemins de la mémoire n°237 p.13