Fu allievo di Girolamo Muziano e mentre era ancora apprendista aiutò a completare le decorazioni aggiunte alla Cattedrale di Orvieto negli anni sessanta del 1500. Quasi tutto il resto dei lavori che realizzò in Orvieto sono tuttora conservati nel Museo dell'Opera del Duomo.
Successivamente Nebbia e Muziano furono attivi in molti dei principali progetti del tardo XVI secolo a Roma. Seguendo una «prassi consolidata nella bottega di Muziano» [1] è del 1579 il contratto sottoscritto [2] per la decorazione della cappella del Vescovo Marc'Antonio Florenzi in San Silvestro al Quirinale, realizzata insieme a Ludovico Scalza per quanto riguardava gli stucchi, di cui il responsabile della scelta e dell’operato degli artisti rimaneva comunque il Muziano. Un loro assistente, Giovanni Guerra, decorò la Cappella gregoriana nella Basilica di San Pietro durante il papato di Gregorio XIII (1572-1585). Altri pittori manieristi coinvolti nell'impresa erano Taddeo e Federico Zuccari, Niccolò Circignani e Hendrick van den Broeck (detto Arrigo Fiammingo).
Sempre a Cesare Nebbia sono state attribuite le decorazioni degli affreschi di Palazzo Simonelli a Torre San Severo (nei pressi di Orvieto). Nel 1576 egli dipinse una Resurrezione di Lazzaro per la Chiesa di Santa Maria dei Servi a Città della Pieve.
Durante il papato di Sisto V (1585-1590) Nebbia e Guerra lavorarono insieme alla decorazione ad affresco delle due maggiori opere commissionate dal papato: la costruzione e decorazione della Cappella Sistina nella Basilica di Santa Maria Maggiore e i lavori di restauro della Scala Santa e della Cappella di San Lorenzo in posizione adiacente al palazzo Laterano e alla chiesa di San Giovanni in Laterano.
Il progetto della Scala Santa comprendeva un insieme variegato di strutture, ed era costituito da cinque scalinate parallele che portavano ad un corridoio comune sul quale si aprivano le cappelle; la cappella centrale era la cappella papale privata di San Lorenzo nonché il Sancta Sanctorum del gotico Palazzo Laterano, e al suo interno erano conservate numerose reliquie inclusa l'icona del Santissimo Salvatore Acheiropoieton (fatto senza mani). Si raccontava che le scalinate fossero quelle del palazzo di Pilato a Gerusalemme. Per gli affreschi fu impiegato anche un secondo gruppo di artisti in aggiunta che comprendeva lo stesso Giovanni Baglione, Stella, G.B. Pozzo, Nogari, ma anche Prospero Orsi, Ferraù Fenzoni, Paul Bril, Paolo Guidotti, Giovanni Battista Ricci, Cesaro Torelli, Antonio Vivarini, Andrea Lilio, Cesare e Vicenzo Conti, Baldassare Croce, Ventura Salimbeni e Antonio Scalvati. Per questi affreschi esistono molti schizzi preparatori di Nebbia.
Al seguito del Bertoja, Federico Zuccari e altri partecipò alla realizzazione degli affreschi sulle pareti dell'Oratorio del Gonfalone a Roma. Contribuì anche alla decorazione dell'Oratorio del Santissimo Crocifisso.
^Cristina Quattrini, Ercole Orfeo Presutti da Fano, pittore dimenticato, sta in Bollettino d'Arte. Fondato nel 1907, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, 39 - 40, Anno CIII, Serie VII, Luglio - Dicembre 2018, p. 123
^F.Nicolai, Cesare Nebbia e la decorazione della cappella Florenzi in San Silvestro al Quirinale. Il contratto del 1579 e i rapporti con Gerolamo Muziano, in Prospettiva, 157 - 158, pp. 142 - 151
^ Rhoda Eitel-Porter, Artistic Co-Operation in Late Sixteenth-Century Rome: The Sistine Chapel in S. Maria Maggiore and the Scala Santa, in The Burlington Magazine, 1997, pp. 452-462.
Bibliografia
(EN) Rhoda Eitel-Porter, Satolli, Alberto, Cesare Nebbia's Work for the Palazzo Simoncelli: Drawings and Frescoes, in The Burlington Magazine, vol. 136, luglio 1994, pp. 433-438.
(EN) Rhoda Eitel-Porter, Artistic Co-Operation in Late Sixteenth-Century Rome: The Sistine Chapel in S. Maria Maggiore and the Scala Santa, in The Burlington Magazine, 1997, pp. 452-462.
(German) Rhoda Eitel-Porter, Der Zeichner und Maler Cesare Nebbia (Romische Studien der Bibliotheca Hertziana), Munich, 2009.
(EN) Freedberg, Sydney J., Pelican History of Art (a cura di), Painting in Italy, 1500-1600, Penguin Books, 1993, pp. 647.