Nella sua carriera ha lavorato nel servizio studi della Banca d'Italia dal 1981 al 1987, dipartimento monetario e settore finanziario, e dell'Eni dal 1987 al 1988.[3][4]
Da settembre 1988 lavora per il Fondo monetario internazionale[3], nell'ambito del quale ha fatto parte di diversi dipartimenti: il Dipartimento europeo, del quale è stato vicepresidente; il Dipartimento monetario e dei capitali; il Dipartimento Strategia, Politica e Revisione, del quale è anche stato vicepresidente, occupandosi tra l'altro di riforma della sorveglianza; il Dipartimento Affari Fiscali.[5] Nel 2001 è stato senior advisor nel Dipartimento Europeo come responsabile per la supervisione della attività del FMI in una decina di Paesi, ed è capo della delegazione del FMI per l'Italia e per il Regno Unito. In passato è stato capo delle delegazioni del FMI per diversi Paesi europei tra i quali l'Ungheria e la Turchia.[3]
Dal novembre 2008 all'ottobre 2013 ha assunto l'incarico di direttore del Dipartimento Affari Fiscali del FMI.[5] Inoltre è stato responsabile per lo sviluppo e la pubblicazione di Fiscal Monitor, una delle tre riviste del FMI.[5] Ha scritto diversi saggi sulle politiche e le istituzioni fiscali e monetarie, libri sull'inflazione, sulla politica monetaria e sui tassi di conversione.
Commissario alla revisione della spesa
A novembre 2013 è stato nominato dal governo Lettacommissario straordinario per la revisione della spesa pubblica.[6][7][8][9] L'attività del commissario straordinario riguarda le spese delle pubbliche amministrazioni, degli enti pubblici, nonché della società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche che non emettono strumenti finanziari quotati in mercati regolamentati.[10] Dopo essere stato nominato direttore esecutivo nel board del Fondo Monetario Internazionale, il 30 ottobre 2014 ha lasciato l'incarico di commissario alla revisione della spesa. In un'intervista rilasciata poco prima del termine dell'incarico ha parlato della difficoltà a relazionarsi, prima ancora che con il sistema politico, con quello burocratico, a suo dire chiuso ed estremamente impermeabile a ogni azione finalizzata a modernizzarne l'attività.[11]
Dal 30 ottobre 2017 è direttore dell'Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell'Università Cattolica di Milano.[12]
Dal settembre 2017 è visiting professor presso l'Università Bocconi di Milano, dove tiene un corso di Fiscal Macroeconomics.[13][14]
Il 16 febbraio 2023, in una conferenza stampa a palazzo Madama, Cottarelli presenta i contenuti di un disegno di legge che punta a introdurre l'obbligo per i partiti di specificare nei programmi elettorali le loro coperture economiche, spiegando che «Lo scopo di questo disegno di legge è aumentare la trasparenza dei programmi ed evitare che questi contengano una marea di promesse che, una volta arrivati al governo, i partiti non mantengono perché si dice che mancano i soldi», consegnando il testo all’Ufficio legislativo del Senato il 14 febbraio.[23]
Il 7 maggio 2023 annuncia le sue dimissioni da senatore al fine di dirigere un programma dell'Università Cattolica del Sacro Cuore rivolto agli studenti delle scuole superiori. Il giorno seguente in un'intervista al Corriere della Sera conferma le voci riguardo i suoi dissensi in merito alla linea politica intrapresa dalla segretaria del PD Elly Schlein.[24][25][26] Il 31 maggio il Senato con 113 voti favorevoli e 31 contrari approva le dimissioni di Cottarelli dalla carica; al suo posto subentra Cristina Tajani.[27]
Vita privata
Sposato con Miria Pigato, economista e dirigente della Banca Mondiale, esperta dell'economia dell'Africa subsahariana. Hanno due figli.[28] Cottarelli è tifoso dell'Inter, e dal 2018 è presidente di Interspac, una società che intende realizzare un progetto di equity crowdfunding in favore del club milanese.[4][29]