La basilica di San Camillo de Lellis è un luogo di culto cattolico di Roma, situato all'incrocio tra via Sallustiana e via Piemonte, nel rione Sallustiano; è sede dell'omonima parrocchia, affidata ai chierici regolari Ministri degli Infermi.[1]
La chiesa venne costruita per volere di papa Pio X su disegno dell'architetto Tullio Passarelli. La costruzione iniziò nel 1906, e la prima pietra venne posata dal cardinale Antonio Agliardi.[2] Consacrata chiesa ed eretta parrocchia nel 1910[3], venne affidata ai chierici regolari Ministri degli Infermi, l'ordine fondato da Camillo de Lellis. Nel 1965, papa Paolo VI elevò la chiesa alla dignità di basilica minore[4] e contestualmente creò il titolo cardinalizio di San Camillo de Lellis agli Orti Sallustiani.[5]
La basilica è in stile neoromanico con influenze gotiche, con all'esterno paramento murario all'esterno in mattoni rossi (con elementi decorativi in pietra) e all'interno integralmente in blocchi di travertino. La pianta è a croce latina, con transetto non sporgente rispetto alle navate laterali.[6]
La facciata è a salienti e si presenta a due ordini separati orizzontalmente da un loggiato costituito da archi a tutto sesto poggianti su colonnine, ed è caratterizzata da contrafforti aggettanti. Al termine della larga scalinata d'accesso si aprono tre portali d'ingresso, ciascuno adornato da una lunetta con bassorilievo: il centrale rappresenta Cristo presenta san Camillo agli ammalati, quelli ai lati Cristo tra i fanciulli e Il perdono dell'adultera; nella parte superiore del prospetto principale si apre un ampio rosone circolare.[7] Al di sopra del portale laterale del fianco sinistro, lungo via Sallustiana, vi è un bassorilievo con Gesù Buon Pastore, datato 1907.[8] A lato dell'abside si eleva la torre campanaria a pianta quadrangolare, terminante con un'alta cuspide piramidale, la cui cella si apre verso l'esterno con una trifora su ciascun lato; alla sommità, raggiunge i 30 metri di altezza.[9]
All'interno, l'aula si compone di tre navate divise da archi a tutto sesto poggianti su pilastri dai capitelli scolpiti, e coperte con volta a crociera. Oltre il transetto, la navata maggiore termina con un'abside semicircolare, nella quale si aprono cinque vetrate su cui sono raffigurati Cristo e i quattro evangelisti; al di sopra dell'altare maggiore, in una nicchia, è posta la statua di San Camillo, opera di Alberto Galli del 1911. Dello stesso scultore è il bassorilievo nella lunetta della porta che conduce alla sacrestia, che raffigura Pio X che osserva il modello della chiesa.[8] Ai lati dell'abside centrale ve ne sono due di dimensioni minori adibite a cappelle laterali.[9]
Sulla cantoria lignea in controfacciata si trova l'organo a canne, costruito nel 1910-11 da Carlo Vegezzi-Bossi (opus 1314) su progetto di Filippo Capocci e donato da Margherita di Savoia.[10] Lo strumento è a trasmissione elettronica (installata nel 1999 in luogo di quella pneumatica originaria) e dispone di 29 registri su due manuali e pedale.[11] La mostra è composta da canne di principale disposte in due ali digradanti verso il centro senza soluzione di continuità, entro tre campi delimitati da alte lesene; la cassa è limitata al basamento, in stile con la chiesa, che presenta una teoria di Angeli musicanti entro arcate sorrette da colonnine.[12]
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