Il gruppo di case che compone l'abitato di Barengo sorge a ridosso di una delle dorsali moreniche della provincia, tra il fiume Sesia e il torrente Agogna, ed è sovrastato da un magnifico castello quattrocentesco, di proprietà privata.
Il paese sorge nel medio novarese, circa 20 km a nord di Novara, ai piedi di un modesto rilievo collinare morenico. È circondato per tre quarti da pianura coltivata a riso (nella zona meridionale) e cereali. Pochi chilometri ad est scorre il torrente Agogna.
Storia
Paese di origine longobarda[senza fonte] (come suggerito dal suffisso -engo[senza fonte]), Barengo dall'841 al 969 appartenne al Comitato di Pombia. Passò successivamente ad Ingone di Bercledo ed a Ribaldo di Suno.
Confiscato da Enrico I ai loro discendenti simpatizzanti per Arduino, fu donato ai Vescovi di Novara, che nel 1201 ne infeudarono i Signori di Momo.
Seguì poi le vicende di Novara fino al 1441 quando Filippo Maria Visconti lo donò a Galeotto Toscano.
Passo quindi ai Tornielli che nel 1686 cedettero parte dei loro diritti ai Ferrero e nel 1730 la rimanente parte alla Comunità di Barengo.
Simboli
Lo stemma è stato concesso con regio decreto del 7 marzo 1929.[5]
«Di rosso, al castello d'argento, torricellato di due alla ghibellina, murato, chiuso e finestrato di nero, movente da una pianura di verde e sormontato da un'aquila spiegata di nero. Ornamenti esteriori da Comune.»
Il gonfalone, concesso con DPR del 13 giugno 1989[5], è un drappo di bianco.
Il paese è dominato da un castello quattrocentesco, un vasto quadrilatero irregolare, con torri d'angolo a caditoie. Di antica origine, venne ampiamente ricostruito alla fine del XIX secolo. Oggi è residenza di un'importante famiglia novarese. La fortificazione, probabilmente è tra le meglio conservate e più scenografiche di tutto il novarese[6].
Fino al 1443 la parrocchiale era, per ragioni di sicurezza, contenuta nella cappella castrense di Santa Maria. Dopo venne istituita l'attuale parrocchia di Santa Maria Assunta, appena fuori dal castello e a ridosso della collina. Venne restaurata nel 1640 e in epoche successive.
Gli oratori di Santa Maria di Campagna e di San Rocco conservano degli affreschi del XV secolo, a carattere religioso. Di buona fattura sono quelli dell'oratorio di San Rocco: oltre al Redentore e alcuni Santi contenuti nell'abside, tra i quadri esposti sulle pareti vi sono un San Martino, un San Rocco e una Vergine in trono. Alla destra della Vergine è presente un altro San Rocco, speculare al primo.
La chiesa fu costruita nel XV secolo, per poi venir ristrutturata nel 1640; all'interno conserva degli affreschi raffiguranti Santa Maria Assunta e San Francesco che riceve le stimmate.
Altro
Il 18 Aprile 2021 è stata inaugurata la "Big bench" (panchina gigante) numero 130 sulla collina sovrastante l'abitato.[7]
Cultura
Scuole
Scuola Materna non Statale "Mazza"
Biblioteca
La biblioteca civica è situata in Piazza Travaglini.
Economia
Poche le attività commerciali, ma comunque dispone di negozi alimentari, cartoleria, elettricisti specializzati, idraulici, parrucchiere, impresari edili e centro equitazione. Barengo vive come da sempre nella sua storia di agricoltura con coltivazione di vari tipi di riso e mais.
Il comune rientra nel territorio della DOC Colline Novaresi: i vitigni sono coltivati sulla dorsale morenica alle spalle dell'abitato. Rilevante anche l'allevamento di bestiame.
Infrastrutture e trasporti
Il comune è attraversato da 3 strade provinciali: la SP 20 (Agnellengo-Barengo-Fara) con direzione est-ovest, la SP 21 (Solarolo-Barengo-Borgomanero) con direzione sud-nord che a sua volta si dirama dalla SP 17 (Ticino-Oleggio-Proh) poco a sud dell'abitato. Barengo venne raggiunto dall'asfalto solo dopo gli anni '60.
Società
Evoluzione demografica
Negli ultimi settanta anni, a partire dal 1951, la popolazione residente è dimezzata.