Angoscia (Gaslight) è un film del 1944 diretto da George Cukor. Tratta dall'omonima opera teatrale del 1938 di Patrick Hamilton, è la storia di una giovane coppia e dei deragliamenti psicologici legati alla manipolazione. Si tratta infatti del soggetto narrativo che diede origine al termine "gaslighting".
Trama
Londra, epoca vittoriana. Paula è una giovane inglese che aspira a diventare un soprano, nipote della celebre cantante lirica Alice Alquist; destinata ad altre fortune, si troverà di fronte al misterioso omicidio della zia. Si recherà quindi in Italia per cercare di studiare e distrarsi dalla tragedia. In quel soggiorno incontrerà Gregory, un elegante pianista dai dolci modi, dal cui colpo di fulmine verrà uno spedito matrimonio e la decisione di tornare a Londra, nella residenza della zia defunta. Inizierà lì ad incrinarsi la loro vita matrimoniale e la salute di Paula, a causa dell'insolita personalità di Gregory e delle sue attenzioni presto rivelate non propriamente innocue ed oneste come in apparenza. Il marito cerca di portare la moglie alla pazzia manipolando piccoli elementi dell'ambiente, per esempio affievolendo le luci delle lampade a gas (Gasligh). La moglie nota questi cambiamenti, ma il marito insiste nell'affermare che sia lei a ricordare male o inventarsi le cose. Questo porta Paula a dubitare sempre di più delle sue sensazioni e diventare sempre più emotivamente instabile.
Le riprese furono completamente effettuate all'interno di set insonorizzati e, non potendo ricreare le atmosfere della Londra vittoriana nei luoghi reali, anche le poche scene esterne furono ricostruite nei set.
Boyer era più basso della Bergman e perciò dovette girare alcune scene su un piedistallo per apparire più alto.
David O. Selznick prestò la Bergman alla MGM, ma quando seppe che Charles Boyer voleva che il suo nome apparisse per primo nei titoli del film, cambiò idea. Fu l'insistenza della Bergman, che voleva a tutti i costi la parte, a farlo tornare sui suoi passi. Per interpretare al meglio il ruolo di Paula, una donna che lentamente impazzisce, la Bergman si documentò approfonditamente; andò in un istituto di igiene mentale e studiò a lungo una paziente, per carpire ogni singola espressione del viso e degli occhi in particolare.
In Italia il film uscì nel 1946 e le voci italiane dei protagonisti furono affidate a Lydia Simoneschi (Bergman), Emilio Cigoli (Boyer) e Mario Pisu (Cotten). Nel 1980, quando la Rai programmò un ciclo di film dedicato a Ingrid Bergman, ci si accorse che la copia originale del film c'era, ma non si trovava il doppiaggio italiano. Così il film venne ridoppiato e questa volta le voci italiane dei tre protagonisti divennero quelle di Ludovica Modugno (Bergman), Antonio Colonnello (Boyer) e Giacomo Piperno (Cotten)[2].
Dal titolo originale Gaslight deriva l'espressione "Gaslighting" che indica una forma di violenza psicologica attraverso cui la vittima viene indotta a dubitare della sua percezione della realtà.
Tale violenza può consistere in manovre esteriori (come il nascondere o spostare oggetti) o psicologiche. Così facendo il carnefice fa credere alla vittima di essere colpevole dei maltrattamenti subiti ma mostrandosi contemporaneamente compassionevole.
Note
^(EN) Official Selection 1946, su festival-cannes.fr. URL consultato il 25-1-2011 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2015).