Da maggio 2013 è consigliere alla IV sezione penale della Corte di appello di Roma, dove si occupa – fra l'altro – di misure di prevenzione e di diritto penale europeo e internazionale e coordina l'ufficio delle rogatorie internazionali. Da ottobre 2018 è consigliere di sezione penale alla Corte di Cassazione [5], fino a ottobre 2022.
Dal 2015 al 2022 è stato presidente della sezione italiana della fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, che si occupa di persecuzioni religiose. Dal 2015 è vicepresidente del Centro studi Rosario Livatino, costituito da magistrati, avvocati, notai e docenti di materie giuridiche, di approfondimento delle tematiche che fanno riferimento alla vita, alla famiglia, alla libertà religiosa e al ruolo della giurisdizione. Dal 2018 è direttore responsabile di L-Jus, la rivista semestrale online del Centro studi Livatino. Ha rassegnato le dimissioni da entrambe le associazioni al momento del conferimento dell’attuale incarico di governo.
Nel 1997 si iscrive ufficialmente al partito di AN. In quegli anni vengono approvate diverse sue proposte di legge in materia di semplificazione dei "rientri" dai protesti, di magistrati nelle zone a rischio, di risarcimento dei danni in favore delle vittime della mafia, di protezione e tutela dei testimoni di giustizia. Inoltre è relatore della riforma dell'articolo 513 del Codice di procedura penale, riguardo il contraddittorio nel processo, e della riforma del diritto societario. Contribuisce all'approvazione della riforma del sistema di risarcimento per le vittime del racket e dell'usura, con una serie di emendamenti accolti. In qualità di componente della Commissione parlamentare antimafia, coordina, dal 1997 al 1999, il primo comitato, che si occupa delle misure di contrasto al racket, all'usura, al riciclaggio, nonché delle connessioni tra criminalità organizzata e appalti. Con tale qualifica, fa approvare dalla Commissione parlamentare antimafia un documento sulla gestione dei testimoni di giustizia e un alto sulle infiltrazioni di tipo mafioso nei cantieri navali di Palermo. Da giugno 2000 alla fine della legislatura coordina il comitato sul contrabbando e, in tale veste, su questo tema conduce una terza indagine, conclusa con una relazione approvata dalla Commissione parlamentare antimafia.
Alle elezioni politiche del 2001, si candida per la Casa delle Libertà al collegio di Gallipoli, non riuscendo tuttavia a vincerlo contro Massimo D'Alema, ma venendo comunque eletto nella quota proporzionale della Circoscrizione Puglia. Nella XIV legislatura (2001-2006), ricopre l'incarico di sottosegretario al Ministero dell'interno nel Governo Berlusconi II, con delega alla pubblica sicurezza, alla presidenza della Commissione sui programmi di protezione per collaboratori e testimoni di giustizia, al commissario antiracket e antiusura, al commissario sulle vittime della mafia. Segue la preparazione e l'approvazione delle leggi sull'immigrazione, sul contrasto al terrorismo, sulla violenza sportiva, sulle vittime del terrorismo, sulla droga e sull'ordinamento della Polizia di Stato. Fino al 2005 è coordinatore regionale per la Puglia di AN.[7]
Rieletto deputato nel 2008 (XVI legislatura) per il Popolo delle Libertà nella Circoscrizione Puglia della Camera, è nuovamente sottosegretario all'Interno nel Governo Berlusconi IV, con delega alla pubblica sicurezza, alla presidenza della Commissione sui programmi di protezione per collaboratori e testimoni di giustizia, al Commissario antiracket e antiusura, al Commissario sulle vittime della mafia e al Commissario sulle persone scomparse. Segue la preparazione e l'approvazione delle varie leggi che rientrano nel Pacchetto sicurezza, con nuove norme in tema di contrasto alle mafie, di prevenzione dell'immigrazione clandestina e di sicurezza urbana. Contribuisce all'azione in aree a rischio nota come Modello Caserta e coordina i lavori del comitato per l'Islam italiano. Dirige interventi su territori complessi, come quello della città di Prato. Compone l'unità di crisi al momento dell'emergenza immigrazione nel 2011. Nel marzo 2011 aveva presentato le dimissioni da sottosegretario, a causa della decisione di Berlusconi di trasferire gli immigrati da Lampedusa a Manduria [8], poi ritirate. Nel 2011 aderisce alla corrente interna, guidata da Gianni Alemanno, "Nuova Italia" [9].
Dalla cessazione dell'incarico di governo nel novembre 2011, è entrato a far parte della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati.
Nel dicembre 2012 Mantovano, insieme ad altri parlamentari del PdL, vota la fiducia al governo di Mario Monti, a cui Berlusconi aveva invece tolto il sostegno[10].
Alla scadenza della legislatura, decide di non candidarsi alle elezioni politiche del 2013, e rientra in ruolo nella Magistratura.[11] Dal 2018 al 2022 è stato Consigliere della 2ª sezione penale della Corte di Cassazione. Dal febbraio 2015 sino al rientro al Governo è stato presidente della sezione italiana della fondazione Aiuto alla chiesa che soffre, un ente di diritto pontificio.
La riforma della custodia cautelare. Una prima lettura in base ai lavori preparatori, saggio pubblicato in due parti sulla rivista La Giustizia penale, novembre 1995 e dicembre 1995
Commento alle nuove norme sulla custodia cautelare (con altri autori), (Bologna, 1996)