Abdellah Taïa nasce a Rabat[1] l'8 agosto del 1973 da una numerosa e modesta famiglia originaria di Salé, città dove peraltro cresce. Dopo aver studiato letteratura francese presso le università di Rabat, Ginevra e Parigi (Sorbona), Taïa ha cominciato a dedicarsi alla stesura di romanzi e racconti in lingua francese, molti dei quali d'ispirazione autobiografica; tra le sue opere più famose: Des Maroc (Parigi: Paris-Méditerranée, 1999), Mon Maroc (Parigi: Séguier, 2000), Le rouge du tarbouche (Parigi: Séguier, 2005[2]; Casablanca: Tarik, 2006) e L'Armée du salut (Parigi: Seuil, 2006).
Nel 2007 è autore, assieme a Frédéric Mitterrand, di un libro di fotografie e prose intitolato Maroc 1900-1960 (Parigi: Actes Sud, 2007). Nel suo racconto De Jenih à Genet, contenuto nella raccolta Le rouge du tarbouche, narra dello scrittore, drammaturgo e poeta franceseJean Genet in Marocco, attraverso una storia d'amore ambientata a Larache (città dove Genet è seppellito).
Taïa è il primo scrittore marocchino ad aver dichiarato apertamente di essere omosessuale.[3] Lo scrittore appare anche nel film di Rémi LangeTariq el hob (trad. lett. "la strada per amare"), in cui i due protagonisti vanno a visitare la tomba di Genet.
Dopo aver a lungo sognato di lavorare nel mondo del cinema[4], nel 2013 ha girato il suo primo film da regista, L'Armée du salut ("L'esercito della salvezza"), liberamente tratto dal suo omonimo romanzo, e invitato a partecipare alla Settimana della Critica della Mostra del Cinema di Venezia.[5]
Nel 2021 ha ricevuto a Palermo il Premio Nino Gennaro, che viene assegnato ogni anno dal Sicilia Queer filmfest a persone che si siano distinte a livello internazionale nella promozione della cultura lgbtqi+.
Pubblicazioni
(FR) Abdellah Taïa, Lettres a un jeune marocain, Parigi, Seuil, 2009, ISBN978-2-02-100539-4.
^L’Armée du salut, su SNCCI (Sindacato Nazionale dei Critici Cinematografici Italiani). URL consultato il 25 giugno 2014 (archiviato dall'url originale il 14 giugno 2014).