Vincenzo Pacetti studiò alla Accademia del Nudo e in seguito nello studio dello scultore-restauratore, Pietro Pacili nel periodo 1766–1772, subentrando nello studio di Pacili alla morte del vecchio scultore.
In qualità di scultore indipendente fu ammesso alla Accademia di San Luca, presentando il suo ritratto (illustrazione) e presentando delle referenze della sua reputazione. Bartolomeo Cavaceppi, un altro importante scultore-restauratore stimò Pacetti abbastanza da fare di lui l'esecutore delle sue volontà.[4] Della suddetta Accademia fu anche principe per diversi anni.
I Barberini promisero a Pacetti di vendergli un gruppo di sculture e frammenti romani nel 1799, tra cui figurava in primo piano il Fauno Barberini. Pacetti eliminò i restauri precedenti e scolpì una nuova gamba destra in marmo, ma i membri della famiglia Barberini ritirarono la loro offerta di vendita e Pacetti fu rimborsato con la somma di 2000 zecchini[5].
Negli ultimi periodi della sua carriera il suo più importante patrono fu Luciano Bonaparte, al quale fornì calchi in gesso di famose sculture antiche per la sua villa a Canino.[7]
Morì a Roma. Il suo diario, che copre gli anni 1773-1803,[8] e la sua corrispondenza sono importanti fonti primarie per conoscere il mercato dell'arte romano del suo tempo[9].
Approfondimenti
I. Bignamini, C. Hornsby, Digging And Dealing In Eighteenth-Century Rome (2010), p. 310-312
N. H. Ramage, 'The Pacetti papers and the restoration of ancient sculpture in the 18th century', in Von der Schonheit Weissen Marmors: Zum 200 Todestag Bartolomeo Cavaceppis, ed. T. Weiss (1999. Mainz), p. 79-83
H. Honour, 'The Rome of Vincenzo Pacetti: leaves from a sculptor's diary', in Apollo; 78 (1963 November), 368-376
H. Honour, 'Vincenzo Pacetti', in The Connoisseur; 146 (1960 November), p. 174-181
Note
^Pacetti in qualità di scultore è discusso in Hugh Honour, "Vincenzo Pacetti", Connoisseur, 46 (1960:174ff, e come restauratore da Nancy H. Ramage, "Restorer and Collector: Notes on Eighteenth-Century Recreations of Roman Statues", Memoirs of the American Academy in Rome. Supplementary Volume 1, The Ancient Art of Emulation: Studies in Artistic Originality and Tradition from the Present to Classical Antiquity (2002:61-77).
^Ramage, in relazione a questo fatto osserva che il Perseo di Antonio CanovaPerseus, eseguito nello stesso periodo costò 3000 zecchini, solo 1000 in più.
^La genesi di quest'ultima stanza per quel che riguarda il rifacimento dell'architetto Antonio Asprucci (1723-1808) e il ruolo di Pacetti, sono stati discussi in dettaglio da Alvar González-Palacios, "The Stanza di Apollo e Dafne in the Villa Borghese", The Burlington Magazine137 No. 1109 (agosto 1995:529-549); la maggior parte delle integrazioni alla sculture antiche nella collezione Borghese effettuate da Pacetti sono state rimosse al Louvre, e Nancy Ramage (2002:70) nota che la Glyptothek di Monaco ha rimosso dal Fauno Barberini la gamba e il braccio sinistro di Pacetti.
^Hugh Honour, "The Rome of Vincenzo Pacetti: leaves from a sculptor's diary", Apollo78 (1963:368ff).; Nancy H. Ramage, "The Pacetti papers and the restoration of ancient sculpture in the 18th century", Von der Schönheit, no. 5 (79-83).
Nancy Ramage, "Vincenzo Pacetti and Luciano Bonaparte: The Restorer and his Patron," in Janet Burnett Grossman, Jerry Podany, and Marion True (a cura di), History of Restoration of Ancient Stone Sculptures (The Getty Museum, 2003).
Valentino Donati e Rosanna Casadio: Vincenzo Pacetti: scultore e restauratore nella Roma del Settecento, Belriguardo, 2009