Un po' del nostro tempo migliore, pubblicato nel marzo 1975, è il settimo disco dei Pooh.
Musicato da Roby Facchinetti e Dodi Battaglia, propone melodie meno orecchiabili e immediate degli album precedenti, segno che i quattro cercano una strada più impegnata. Gli arrangiamenti complessi portano ad una strumentazione tipica del rock progressivo, affidata a Roby Facchinetti, che arricchisce il proprio "angolo tastiere" con mellotron, clavinet, minimoog, clavicembalo e celesta. Il disco, uno dei più curati del gruppo, è considerato da molti fan come l'apice della carriera artistica dei Pooh.
In radio passano Eleonora mia madre (in versione ridotta), brano interpretato da Red e Roby e primo testo scritto da Stefano D'Orazio, e la strumentale Mediterraneo.
Il disco si apre con lo strumentale Preludio di sapore classicheggiante, a dimostrazione delle aspirazioni del disco.
Orient Express è frutto dei continui viaggi in giro per il mondo del paroliere Valerio Negrini, Il tempo, una donna, la città è il pezzo più corposo del disco, una canzone di oltre dieci minuti. Racconta la lunga avventura di un sogno ed è suddiviso in più segmenti musicali, cantati a turno da Roby, Dodi e Red, per lasciar poi spazio a una coda orchestrale (il brano è stato riproposto a seguito della grande richiesta dei fans nei tour Dove comincia il sole e Opera seconda, poiché non era mai stato più eseguito dal vivo dal 1975).
Con la pubblicazione di questo disco cominciano i dissapori col produttore Giancarlo Lucariello, che vorrebbe imporre ai Pooh uno stile a loro giudizio troppo tradizionalista e lontano da quel pop contaminato che li avrebbe caratterizzati negli anni a venire.
La prima stampa in vinile ha busta interna beige con angoli smussati.
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