Partito: nel 1° d'oro all'aquila di nero uscente dalla partizione; nel 2° scaccato d'oro e d'azzurro. (ramo di Firenze)
Partito: nel primo di rosso con una mezz'aquila d'argento movente dalla partizione; nel secondo scaccheggiato d'oro e d'azzurro di cinque file. (ramo di Sicilia)
A Firenze e dintorni, in particolare nel Chianti,[2] furono proprietari di diversi palazzi, tra i quali possono essere ricordati gli ormai scomparsi Palazzo dei Fanti e Palazzo dell'Esecutore di Giustizia,[3] sulle cui rovine fu successivamente costruito il celebre Palazzo Vecchio, conosciuto in un primo momento come Palazzo dei Priori o Palagio Novo, sul quale è posto lo stemma della famiglia.
Dopo la caduta degli svevi e il ritorno al potere dei guelfi a Firenze, gli Uberti, esponenti di primo piano della fazione ghibellina in Toscana, furono banditi dalla città in modo perpetuo e costretti a fuggire.[4] Alcuni di questi si trasferirono nel territorio di Castiglion Fiorentino, nei pressi della Rocca Montanina, da cui probabilmente prese il nome la piccola frazione di Valuberti.
Un ramo della famiglia fiorentina si stabilì, agli inizi del XIV secolo, anche a Mantova,[1] dove edificò, in Piazza Sordello, il palazzo tardogotico che da loro prese il nome[9]. Appartennero alla famiglia anche due vescovi di Mantova[10]: