Il Regio Tratturo Pescasseroli-Candela è il secondo[1][2] o terzo tratturo,[3][4] per ordine di lunghezza, dell'Italia meridionale. Grazie ai suoi 211 km, esso consente il collegamento dell'Abruzzo montano con il tavoliere pugliese, ripercorrendo antichi cammini probabilmente già seguiti in epoca romana e pre-romana e poi riutilizzati dal Basso Medioevo.[5] Ad oggi, l'antica via sfruttata per il transito del bestiame ha attirato un nutrito interesse da parte di storici e studiosi desiderosi di sottolineare il valore di uno dei principali percorsi solcati durante la transumanza da pastori e allevatori, tanto da essere soprannominato la “via della lana”[6].
Lungo 211 km, il tratturo presenta sull'intero tracciato, da Pescasseroli in Abruzzo fino al confine tra Candela e Ascoli Satriano in Puglia, una larghezza media di 60 metri; era ancora in uso come direttrice della transumanza fino ai primi anni '50 del XX secolo. In qualche tratto il suo percorso si affiancava a quello della via Herculia, una strada consolare romana di epoca imperiale che collegava Aufidena (non lontano da Pescasseroli) con la Lucania, passando a non molta distanza da Candela.[7]
Il tratturo inizia il suo tragitto da Campomizzo, una località a nord di Pescasseroli, e nel suo tratto iniziale attraversa il parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise. A Ponte Zittola, presso Castel di Sangro, se ne distacca il tratturo Castel di Sangro-Lucera, che andrà a sua volta a confluire nel tratturo Celano-Foggia. Più oltre, questi tre tratturi sono ulteriormente interconnessi dal braccio Centocelle-Cortile-Matese presso San Polo Matese. Nel suo tratto molisano il percorso del tratturo segue la strada statale 17 dell'Appennino Abruzzese e Appulo Sannitico, toccando Isernia e attraversando la sella di Vinchiaturo fra Bojano e Saepinum, portandosi quindi temporaneamente sul versante tirrenico.
Dopo aver superato la valle del Tammaro, a partire dal territorio di Casalbore (ove si estendeva una vasta area di riposo[8]) il tratturo penetra quindi nella valle del Miscano per lambire il villaggio neolitico de La Starza (da dove si dirama il braccio Fràscino) e attraversare poi nuovamente la linea spartiacque all'altezza della sella di Ariano; in tale punto si dirama inoltre il tratturello Camporeale-Foggia. Dal 2006 questo particolare tratto è stato alberato e delimitato con picchetti in pietra e legno a cura della comunità montana dell'Ufita[9], trasformandosi così in un percorso turistico-sportivo-ambientale con possibilità di escursioni a cavallo, in bici e in trekking.
Dopo aver risalito l'alto corso del fiume Cervaro rasentando l'antico borgo di Zungoli, il tratturo inizia a discendere lentamente lungo le pendici del Subappennino dauno fino a terminare il suo percorso a valle di Candela, all'estremità meridionale del Tavoliere delle Puglie.
I comuni attraversati dal tratturo[10] sono:
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