Sofia Carlotta era la quarta figlia della coppia episcopale e l'unica figlia di una nidiata di sette figli. Aveva tre fratelli maggiori e tre fratelli minori. I suoi parenti la soprannominavano affettuosamente Figuelotte. Nacque al castello di Iburg, la residenza all'epoca dei principi-vescovi di Osnabrück.
Intelligente e non carente d'ambizione, la duchessa Sofia di Hannover portò sua figlia in Francia per visitare la madrina che dimorava alla corta di Versailles, ufficialmente per vedere i giardini del castello. Ufficiosamente, la duchessa sperava di far sposare sua figlia al delfino Luigi, erede al trono.
Nonostante la buona accoglienza che le due principesse hannoveriane, parenti della cognata del re perenne, ricevettero, l'alleanza non fu giudicata sufficientemente brillante per un futuro re di Francia e non avrebbe apportato nessun vantaggio politico al Regno. Il padre della "ragazza" (non aveva che dieci anni) non era che Elettore dell'Impero.
Il re Luigi XIV di Francia mostrò chiaramente le sue intenzioni facendo sedere le principesse hannoveriane non su poltrone ma su sedie, un messaggio che la corte e i diplomatici del tempo compresero benissimo.[senza fonte]
Come tutte le unioni dinastiche, questo matrimonio non fu particolarmente felice ma l'Elettore lasciò a sua moglie, che rispettava e di cui aveva fiducia, una grande libertà, che fece parlare ed attribuì amanti a questa giovane, bella ed intelligente ragazza.
Nel 1696 Sofia Carlotta ricevette da sua marito la terra di Lützow, che fu una prova eclatante della fiducia che l'elettore nutriva per sua moglie. Lei ci fece costruire un castello dove riceveva gli scrittori e gli artisti del suo tempo.
Cresciuta da una madre intelligente che leggeva Rabelais ed ammirava gli Essais di Montaigne, Sofia Carlotta ricevette la stessa educazione dei suoi fratelli, che era molto originale per l'epoca. Ebbe anche la reputazione di essere una principessa colta.
Poliglotta, parlava correntemente il francese, l'inglese e l'italiano. Musicista, suonava il clavicembalo e si spese in favore dell'opera italiana alla corte di Berlino, non praticata in questo regno del nord tedesco di fede fortemente protestante.
Il musicista Arcangelo Corelli le dedicò le sue 12 Sonate op. 5 per violino e cembalo.
Come la madre, Sofia Carlotta fu una corrispondente assidua e grande amica di Leibniz, che riceveva spesso a Lützow.[1]
^La sua corrispondenza con Leibniz è stata pubblicata da Onno Klopp, Correspondenz von Leibniz mit der Prinzessin Sophie, 1873, ristampa anastatica Hildesheim, Georg Olms, 1973; traduzione inglese in Lloyd Strickland (ed.), Leibniz and the Two Sophies: The Philosophical Correspondence, Toronto, Iter Inc. Centre for Reformation and Renaissance Studies, 2011.