Si individua nella parte settentrionale della costellazione, circa 2° a nordovest della brillante Bellatrix (γ Orionis); essendo debolmente luminosa, può essere individuata più grazie al campo buio causato all'oscuramento delle stelle retrostanti, piuttosto che per la sua luminosità. La sua declinazione non è particolarmente settentrionale e ciò fa sì che essa possa essere osservata agevolmente da entrambi gli emisferi celesti, sebbene gli osservatori dell'emisfero boreale siano più avvantaggiati; il periodo in cui raggiunge la più alta elevazione sull'orizzonte è compreso fra i mesi di ottobre e febbraio.
Nella nube è presente il maggiore oggetto HH della regione di Lambda Orionis; si tratta di un getto bipolare dell'estensione di circa 2,6 parsec (8,5 anni luce), corrispondente a circa 20 primi d'arco, ben visibile nelle immagini riprese nella banda dell'Hα. L'oggetto è catalogato come HH 114/115, una catalogazione doppia poiché i due getti hanno un numero di catalogo indipendente; entrambi sono generati dalla sorgente IRAS 05155+0707, che corrisponde a una protostella di Classe I posta fra i due getti. A questa struttura è legato un oggetto, denominato HH 114 MMS, individuato tramite osservazioni a 1300 μm e connesso con HH 114.[4] Evidenze di un secondo getto bipolare di grandi dimensioni possono essere individuate nei due oggetti HH 328 e HH 329, allineati quasi perfettamente con HH 114 MMS. A questi due grandi getti bipolari sono connessi altrettanti getti CO; in particolare, il getto legato a HH 114 MMS non appare allineato con HH 328/329, a differenza della controparte ottica HH 114, suggerendo che la sorgente di HH 114 sia in realtà una proto-stella binaria.[5]
^abcde Lang, W. J.; Masheder, M. R. W.; Dame, T. M.; Thaddeus, P., The lambda -Orionis Ring in CO, in Astronomy and Astrophysics, vol. 357, maggio 2000, pp. 1001-1012. URL consultato il 24 novembre 2009.
^ Brown, A. G. A.; de Geus, E. J.; de Zeeuw, P. T., The Orion OB1 association. 1: Stellar content, in Astronomy and Astrophysics, vol. 289, n. 1, settembre 1994, pp. 101-120. URL consultato il 24 novembre 2009.
^ Reipurth, Bo; Bally, John; Devine, David, Giant Herbig-Haro Flows, in Astronomical Journal, vol. 114, dicembre 1997, p. 2708, DOI:10.1086/118681. URL consultato il 26 novembre 2009.
^ Lee, Chin-Fei; Mundy, Lee G.; Stone, James M.; Ostriker, Eve C., CO Outflows from Young Stellar Objects, in The Astronomical Journal, vol. 576, n. 2, settembre 2002, pp. 294-312, DOI:10.1086/341540. URL consultato il 26 novembre 2009.